I nodi
della rete |
Libertà e cultura dellinternet
Intervista a Giancarlo Livraghi
di Monia Alessandrini
(per la sua tesi di laurea)
Come nel caso di altre interviste, si tratta di argomenti
su cui ho già scritto in varie occasioni.
Ma poiché si continuano a porre queste domande,
mi sembra utile pubblicare le risposte.
Iniziamo con Cassandra. In questo suo storico articolo pubblicato nel 1996 ha scritto che i proprietari dei mezzi tradizionali temono che con linternet linformazione sia fuori dal loro controllo e che il loro potere si indebolisca. Dopo sette anni crede che la situazione sia sempre la stessa? Se è così, da cosa nasce questo timore secondo lei?
Da tempo sto pensando che potrei scrivere un altro aggiornamento di Cassandra. Forse, un giorno o laltro, lo farò. La situazione è ovviamente cambiata, perché linternet è molto più diffusa e perché non è più di moda parlarne male. Ma le resistenze e le ostilità rimangono, anche se mascherate da un apparente consenso (spesso intriso di ipocrisia).
Molti di coloro che hanno qualche potere nel sistema culturale (quindi non solo i mass media) hanno paura della rete. Perché temono di perdere i loro privilegi.
Le loro paure sono sostanzialmente infondate, perché anche il più molteplice e libero dei sistemi non abolisce il ruolo dei mediatori culturali e perché se qualcuno sa bene di che cosa sta parlando e ha maggiori capacità di spiegare mantiene la sua sostanziale autorevolezza anche in un sistema aperto al dialogo.
Ma molti di loro non sono abituati a situazioni interattive e le vedono con timore e imbarazzo. E non pochi hanno la coda di paglia perché il loro ruolo è di posizione più che di sostanza e perciò temono un confronto più aperto e meno controllabile.
Sembrano particolarmente ostili e diffidenti, per comprensibili motivi, i protagonisti del mondo televisivo che hanno sempre visto linternet con ostilità e anche quando sembrano accettarla tendono a definirla come un sottoscala della televisione.
La rete può veramente essere così pericolosa per il mondo dellinformazione? Oppure può arricchirsi con fenomeni come lopen publishing?
Come ho già detto nella prima risposta, la rete non è affatto pericolosa per il mondo dellinformazione, anzi è un arricchimento.
È potenzialmente pericolosa e temibile solo per chi vuole controllare, dominare o incanalare linformazione. Cosa che, da che mondo è mondo, tendono a fare (in modo più o meno repressivo secondo le situazioni culturali e politiche) tutti i sistemi di potere.
Quanto allopen publishing, può evolversi e svilupparsi in molti modi, ma in sostanza la rete è, per sua natura, un sistema di open publishing e di offerta estesa di contenuti. Si stima che già oggi la quantità di testo disponibile online è superiore al totale di tutti i libri pubblicati nel mondo e catalogati dalla Library of Congress.
Come ho scritto varie volte (vedi per esempio il capitolo 22 di Lumanità dellinternet) non solo la rete, ma anche altri sistemi diffusi di riproduzione, mettono in crisi il sistema tradizionale di copyright e di diritto dautore.
Nel suo sito cè un utile breve saggio sullambiguità delle traduzioni di parole inglesi. Prendiamo la parola free che significa libero e anche gratis. È un termine molto usato quando si parla della rete (free software, free mail, free space eccetera). Potrebbe essere questa la parola che non piace a molti apocalittici dellinternet, cioè che questo medium è libero e pure gratis?
Sono due concetti diversi. Una cosa può essere libera ma non gratis, oppure gratis ma non libera. Vedi Gratis o non? Un falso problema
(Fra parentesi, linternet non è un medium nel senso in cui viene abitualmente usata questa parola mass media ma un sistema complesso in cui convivono e si incrociano vari sistemi di informazione e di comunicazione. Vedi i capitoli 1, 3 e 5 di Lumanità dellinternet e lappendice Che cosè linternet e come funziona).
Non solo per lambiguità dellaggettivo inglese free, ma anche per una varietà di manipolazioni o di errori interpretativi, cè in giro molta confusione, sia sul concetto di libero, sia sul significato di gratis. Occorre sempre, e continuamente, insistere sul precetto socratico... ti estì, cioè di che cosa stiamo parlando?
A proposito di free, cinque dei libri che ha scritto possono essere letti direttamente dal suo sito. Come mai questa scelta che molti considererebbero poco editoriale?
Perché sono un convinto sostenitore del concetto open source non solo in fatto di software ma anche in fatto di contenuti. Come ho spiegato nei capitoli 21 e 22 di Lumanità dellinternet.
Nel caso specifico di quei cinque libri , le situazioni sono diverse (come spiegato nella presentazione). Dei tre usciti in libreria, solo uno è totalmente disponibile online (perché nel caso degli altri due non avrei avuto il consenso delleditore a metterli in rete per intero). Due non sono in commercio e solo la versione online è diffusamente disponibile. Ce ne sono altri che si stanno sviluppando come Il potere della stupidità
Insomma le situazioni dei singoli libri sono un po diverse, ma in generale faccio tutto il possibile per razzolare come predico.
Lei è stato il primo presidente di Alcei e anche ora continua ad essere molto attivo per la salvaguardia della libertà dellinformazione elettronica. Quali sono stati i peggiori attacchi che hanno minato questa libertà?
Sono tanti e molti sono spiegati nella documentazione disponibile sul sito Alcei e in vari articoli nella sezione libertà e censura del sito gandalf oltre che nel capitolo 34 di Lumanità dellinternet.
In molti paesi del mondo laccesso allinternet è pesantemente limitato. Per repressione politica e censura, come in Cina, in altre parti dellAsia, eccetera. In altri paesi ci sono problemi economici e strutturali: laccesso è troppo costoso rispetto al reddito e al tenore di vita, le risorse non sono adeguatamente diffuse, eccetera.
Anche in paesi come lItalia, dove non ci sono esplicite repressioni, continuano fastidiosi fenomeni di inquinamento (come lo spamming e altre forme di invasività) e altri molteplici tentativi di controllare, dominare, filtrare o centralizzare la rete. (Per una breve sintesi della situazione italiana vedi anche le relazioni al congresso cfp2000).
La libertà della rete è un valore e una risorsa. Devessere costantemente ed energicamente difesa. Anche se, naturalmente, libertà non significa irresponsabilità. Vedi i capitoli 15 e 51 di Lumanità dellinternet.
Infine una previsione: linternet oggi fa ancora paura oppure è diventato ormai un elettrodomestico?
Non mi azzardo a fare previsioni. Finora chi ne ha fatte ha sbagliato quasi sempre. Ci sono abbondanti (e anche divertenti) antologie di previsioni sballate. Per esempio nel caso dellinternet erano palesemente insensate le proiezioni di crescita esponenziale che quasi tutti prendevano come oro colato alcuni anni fa.
Molti lettori mi dicono che per capire levoluzione dellinternet (e in generale delle tecnologie dellinformazione e dalla comunicazione) è utile la cronologia in appendice a Lumanità dellinternet (la versione online è molto più estesa e completa di quella nel libro stampato). Ci sono anche indicazioni, spero utili e interessanti, nella sezione dati del sito gandalf.
Linternet esiste da trentanni, ma è ancora un fenomeno giovane e in complessa evoluzione. La sua diffusione sta crescendo e continuerà a crescere anche se, molto probabilmente, con discontinuità e variazioni in gran parte imprevedibili. Che dipendono in parte dalle tecnologie, ma molto di più dalla cultura e dai comportamenti umani. (La rete è fatta di persone come è spiegato in tutto il libro Lumanità dellinternet e in particolare nella prima parte).
Ci sono paure e diffidenze, ancora non del tutto superate, dovute alla diffusione di unimmagine sbagliata della rete come un terreno pericoloso e piano di insidie, o come un mondo supertecnico e difficile, o come un ambiente disumano popolato di androidi e di robot.
Sono dannose anche le inutili complessità e i molti difetti delle tecnologie e la falsa percezione (diffusa da chi ha interesse a vendere cose inutilmente costose) che per accedere alla rete sia necessario avere macchine superpotenti o connessioni superveloci. Cè anche una moltiplicazione di soluzioni invasive, di orpelli fastidiosi e di tentativi di catturare le persone online che rendono lesperienza della rete (specialmente per i nuovi arrivati e per le persone poco esperte) meno gradevole e interessante di come dovrebbe essere.
Per quanto riguarda il concetto di elettrodomestico... devo ripetere qui una premessa che ho fatto altre volte. Se mi soffermo sul significato di una parola rischio di sembrare un pedante. Cosa che certamente non sono. Spero invece di essere percepito come un umile allievo di Socrate cosa che tento di essere. Ma in quel modo si rischia la cicuta...
Linternet non è un elettrodomestico. Non è un robot, come una lavatrice o un frigorifero. Non è neppure un apparecchio ricevente come un televisore o una radio.
Neppure il computer è un elettrodomestico. Somiglia più a quelle che tradizionalmente si chiamavano macchine per ufficio (benché si potessero usare, e fossero usate, anche in casa). Una bella definizione del computer (un coso che fa cose) fu data alcuni anni fa dalla figlia di Don Tapscott (vedi il breve epilogo a pagina 247 di La coltivazione dellinternet che si trova anche online).
La rete... non è una macchina, né un sistema di macchine. Non è un oggetto. È una realtà immateriale, fatta di relazioni fra persone e di informazioni, opinioni, espressioni umane di ogni specie. Potremmo immaginare infinite tecnologie diverse che ottengano lo stesso risultato e sarebbero, in pratica. la stessa cosa. Ciò che conta è la funzione, non lapplicazione tecnica di cui si serve.
Non so se e quando la rete sarà in tutte le case come il telefono o la luce elettrica. Dipende dal modo in cui le persone la useranno, dai servizi e dai contenuti che saranno offerti, eccetera. Luso della rete nelle famiglie sta crescendo e siamo ancora lontani da ogni possibile livello di saturazione (vedi dati italiani).
Mi sembra evidente che la rete ha possibilità molto estese di crescita e di sviluppo. Di cui alcune sono evoluzioni di cose che già conosciamo mentre altre potrebbero essere diverse da ciò che siamo in grado di immaginare o prevedere.
La cosa più importante non è una noiosa, ostica e spesso disorientante alfabetizzazione tecnica. È una comprensione dei valori culturali e umani della rete. A questo argomento è dedicato un libro di 380 pagine Lumanità dellinternet per non parlare delle tante altre cose che ho scritto e pubblicato...