Unantica filastrocca cominciava così: Passa un
giorno, passa laltro, ma non torna il prode Anselmo.
Si scopriva che lo sventurato cavaliere, partito per qualche
crociata, non era morto in battaglia ma si era perso per
strada. Sembra che spesso abbiano uguale destino le avventure
di chi cerca una fonte di guadagno con linternet.
È difficile fare qualcosa in rete da cui trarre un
onesto guadagno? Non molto. Comunque non
più di quanto lo sia in ogni altro genere dimpresa.
E allora perché continuano gli insuccessi, gli esiti
stentati o deludenti, gli investimenti sballati, i conti che
non tornano? Perché nonostante tante conferme
dellesperienza sembra che il buon senso, alla maniera del
prode Anselmo, si sia perso per strada.
Una delle faccende più strampalate è
linsistente ripetizione di un concetto privo di senso.
Linternet gratis non può più esistere.
Possiamo affermare (secondo il criterio e la definizione)
che linternet gratis non è mai esistita. Oppure che
esiste e continuerà a crescere.
Se non ragioniamo in termini strettamente monetari,
sappiamo che nulla è completamente gratis.
Anche ciò che non ha un prezzo richiede un impegno
di tempo, di attenzione, di attività. La struttura
portante dellinternet è nata più di trentanni
fa come aperta, trasparente, liberamente accessibile ma non
totalmente gratuita. Si basa su uno scambio di
servizi. Per essere in rete bisogna dare qualcosa
risorse tecniche e umane, contenuti e valori quindi anche
ciò che non ha un prezzo in denaro non è
gratis.
Da questo punto di vista linternet non è mai
stata gratis e, in un modo o nellaltro,
continueremo a pagarla: il meno possibile in termini di
denaro, ma con un significativo costo di tempo, energie e
lavoro per essere in rete.
Ma se pensiamo solo al costo in denaro per ciò che
otteniamo (dialogo, informazioni, interattività,
rapporti umani) scopriamo che è nella natura della
rete essere gratis. È nata così, in
quel modo continua a crescere e
nulla fa pensare che possa diventare qualcosa di diverso. Se fosse
tutto a pagamento non sarebbe più
linternet, ma una squallida e deprimente brutta
copia di altri sistemi e non ci resterebbe che
piangere sulla sua tomba o farla rinascere in qualche altro modo.
Lesperienza quotidiana dimostra che (nonostante la
congestione di cose inutili che affollano la
rete) linternet gratis continua a crescere e a
migliorare, mentre quella commerciale (con poche
gradevoli eccezioni) è sempre più involuta,
faticosa, fastidiosa e inefficiente.
La forza della rete sta nel fatto che ci sono persone
interessate a scambiarsi idee, opinioni e informazioni.
Cercare di soffocare questa libertà di scambio umano
per sostituirla con un sistema esclusivamente a
pagamento non è solo perverso. È
profondamente stupido.
La crociata contro la libertà e la
molteplicità dellinternet, per fortuna, è
una causa persa. E nella malaugurata ipotesi che qualcuno la
potesse vincere non sarebbero gli infiniti azzeccagarbugli
che tentano di infarcirla di trappole appiccicose con la
speranza che ci rimanga attaccato qualche dollaro o qualche
euro. Sarebbero poche, mostruose concentrazioni (di cui
nessuna italiana) che spazzerebbero via gli speculatori prima
ancora di impadronirsi delle loro vittime.
La soluzione è non perdersi, come fece il prode
Anselmo, in territori poco conosciuti con borracce
bucherellate. Non promettere limpossibile, non investire
troppi soldi (magari altrui) prima di aver capito che cosa si
sta facendo. Procedere gradualmente, imparare passo per
passo, offrire senza impicci e senza ostacoli ciò che
deve essere gratuito (ma non avventurarsi nel falso percorso
di offrire contenuti generici o non attinenti).
Soprattutto, per tutto ciò che ha un prezzo, offrire
reale valore e adeguato servizio.
Limportante è buttare nella pattumiera le strategie
sballate e fallimentari e concentrarsi con pazienza sulla
realtà. Che (come non mi stancherò mai di ripetere)
non è fatta di tecnologie, apparenze, effetti speciali o
formulette imitative. È fatta di persone
e di rapporti umani.