timone Il Mercante in Rete
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Marketing e comunicazione nell'internet


Numero 75 – 5 luglio 2005

 

 
Consiglio a chi legge abitualmente il Mercante in Rete
di tener d’occhio la segnalazione delle

novità
per verificare se c’è qualcos’altro
che possa trovare interessante.
 

 


loghino.gif (1071 byte) Dieci anni


L’internet esiste da trent’anni. Ma un cambiamento importante è avvenuto dieci anni fa, quando l’accesso è diventato disponibile a un numero molto più esteso di persone. In quel periodo l’internet (insieme alla più recente risorsa web) ha cominciato anche a sostituire i sistemi di rete che erano più diffusi negli anni precedenti (vedi cronologia).

Già l’anno scorso alcune osservazioni su questo tema si trovavano in I “decennali” del 2004 – e l’argomento è stato poi ripreso nel maggio 2005 Un po’ di storia di dieci anni e un’ipotesi per il prossimo futuro.

Può essere opportuno, in questa prospettiva, “fare il punto” anche in termini quantitativi. I grafici che seguono riassumono alcuni dati essenziali sullo sviluppo della rete dal 1994 al 2004.

Cominciamo con una sintesi della crescita (che nella sezione dati è analizzata su un periodo più ampio, a partire dal 1981). Questo è l’andamento del numero totale di host internet nel mondo dal 1994 al 2004.


Host internet nel mondo – 1994-2004
numeri in milioni

grafico


La crescita non è “esponenziale” ed è molto inferiore alle azzardate ipotesi che circolavano dieci anni fa. Il tasso di crescita ha avuto molte variazioni, ma solo nel 2002 è stato sotto il 30 % annuo (nel 2004 è risalito al 36 %). Nel lungo periodo sarà inevitabile un assestamento, con una curva di crescita attenuata, ma tutti gli indici finora ci dicono che siamo lontani da una “soglia di saturazione”.

Nel prossimo grafico vediamo l’evoluzione in Europa.


Host internet in Europa – 1994-2004
numeri in milioni

grafico


Alcuni anni fa in Europa era un po’ meno veloce che nel resto del mondo, ma sembra che ora ci sia una fase di accelerazione.

(Per un “confronto storico” dal 1996 al 2004 vedi Uno sguardo al passato alla fine delle analisi sui dati internazionali ed europei).

Vediamo lo sviluppo in Italia nello stesso periodo.


Host internet in Italia – 1994-2004
numeri in migliaia

grafico
(il dato del 2004 è “prudenzialmente” ridotto)


L’attività online in Italia, che fino al 1999 (e anche prima del 1994) aveva una crescita inferiore a quella mondiale ed europea, negli anni seguenti ha assunto un andamento diverso – come vediamo nel prossimo grafico, che mostra l’evoluzione come percentuale.


Host internet italiani come % del totale mondiale
1994-2004

grafico


Un fenomeno analogo è dimostrato dal numero di domain .it, che ha superato il milione nel marzo 2005.


Domain internet .it – 1994-2004

grafico


Non si rileva, su questa base, la stessa accelerazione nel 2003-2004 che risulta dal controllo del numero di host. Ma si conferma, a partire dal 2000, una crescita solida e costante.

Ritorniamo alla visione su scala mondiale per osservare un altro andamento: il numero di siti web – che si sta avvicinando, nel 2005, a 70 milioni.


Siti web nel mondo – 1995-2005
numeri in milioni

grafico
(la linea rossa indica i siti che risultano “attivi”)


Dopo un parziale cedimento nel 2001-2002, dovuto allo sgonfiamento della “bolla speculativa”, anche da questo punto di vista si rileva una crescita forte e continua.

La distanza fra il totale e i siti “attivi” dimostra come siano ancora molte le presenze online che mancano di contenuti, attività e adeguato impegno.




È molto più difficile valutare lo sviluppo in base al numero di persone che si collegano alla rete (vedi dati italiani e confronti internazionali). L’attendibilità e la confrontabilità dei dati sono incerte. Il prossimo grafico è da considerare vagamente approssimato.


Persone che si collegano all’internet nel mondo
1994-2004

numeri in milioni

grafico


Le stime più ottimistiche nel 1994 parlavano di 25 milioni di persone collegate all’internet. Si sono, ovviamente, rivelate false le previsioni di chi immaginava che si sarebbe arrivati al miliardo prima del 2000 (vedi proiezioni). Oggi ci sono stime che si avvicinano a 900 milioni, ma è ragionevole pensare che siano un po’ più di 600 – cioè un decimo della popolazione mondiale. Comunque, nonostante l’incertezza dei dati, c’è una reale e forte crescita – e, anche da questo punto di vista, siamo ancora molto lontani da un’ipotetica “soglia di saturazione”.

I dati sono un po’ più affidabili quando si tratta di un singolo paese – come l’Italia.


Persone che si collegano all’internet in Italia
1994-2004

numeri in migliaia

grafico


Dopo un’accelerazione nel 1998-2000 la crescita è più lenta, ma continua (per maggiori dettagli vedi l’analisi dei dati italiani). Il “potenziale” di crescita è ancora molto alto – non meno del doppio del livello attuale, ma probabilmente di più.

Il prossimo grafico mostra lo stesso andamento distinguendo l’uso “domestico” da quello dal luogo di lavoro.


Persone che si collegano all’internet in Italia
1994-2004

numeri in migliaia

grafico


L’uso dal luogo di lavoro era prevalente (anche prima del 1994). La situazione è cambiata nella seconda metà del decennio. Ma l’evoluzione continua e ci potranno essere, nei prossimi anni, sviluppi difficilmente prevedibili. Vedremo un’analisi un po’ più approfondita, per quanto riguarda l’Italia, nel secondo articolo di questo numero.




Insomma la situazione è cambiata profondamente negli ultimi dieci anni, ma siamo ancora agli inizi. Ci sono vaste possibilità di sviluppo della rete. Ma è sempre importante ricordare che, se la quantità offre la base su cui poter operare, ciò che conta è soprattutto la qualità – dei contenuti, dei servizi, del dialogo, dell’impegno. In altre parole, le tecnologie sono solo strumenti, il fattore determinante sta nelle risorse umane.


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loghino.gif (1071 byte) 2. Persone online in Italia


Per quanto riguarda i dati internazionali ed europei (basati sul hostcount) finora non ci sono aggiornamenti rispetto ai dati di fine anno 2004 pubblicati nel numero 74.

Può valere la pena, invece, di ridare un’occhiata ai dati riguardanti il numero di persone che si collegano all’internet in Italia – anche se non ci sono grandi cambiamenti rispetto al quadro che avevamo visto nel numero 70 (febbraio 2004).

Come il solito, la situazione è continuamente aggiornata nella sezione dati. La breve sintesi che vediamo qui è destinata a restare come “memoria storica” rispetto al quadro che continuerà a evolversi nei prossimi mesi e anni.

Nel primo grafico vediamo un’analisi un po’ più dettagliata della tendenza che abbiamo visto nelle osservazioni sul “decennio”.


Persone che si collegano all’internet in Italia
1997-2004

numeri in migliaia

grafico


In tutto il periodo fino al 1998 (anche prima del 1994) i collegamenti dall’ufficio erano più che da casa (anche l’uso “da scuola” superava quello “domestico”). Poi la tendenza è cambiata. Ma fra il 2003 e il 2004 sembra esserci un nuovo sviluppo nell’uso della rete dal luogo di lavoro – confermato anche nella prima metà del 2005.

Il prossimo grafico mostra il numero di persone online in Italia dal gennaio 2001 all’aprile 2005 in base a un uso relativamente “frequente” (almeno una volta alla settimana).


Persone che si collegano all’internet in Italia
marzo 2001 – aprile 2005

numeri in migliaia

grafico


Per la prima volta nell’aprile 2005 il numero di persone in Italia che dicono di essersi collegate “negli ultimi sette giorni” ha superato i dieci milioni. Pur con qualche oscillazione, non solo stagionale, si conferma una tendenza in crescita.

Nel grafico che segue vediamo, per un periodo più breve, l’andamento in base a una definizione più estesa (persone che dicono di essersi collegate “almeno una volta negli ultimi 30 giorni”).


Persone che si collegano all’internet in Italia
marzo 2004 – aprile 2005

numeri in migliaia

grafico


Anche da questo punto di vista si rileva una crescita non veloce, ma continua nel medio-lungo periodo. Ci sono ancora ampi spazi di crescita, come risulta anche dal confronto con altri paesi.


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loghino.gif (1071 byte) 3. Confronti internazionali


I confronti, quando si tratta di stime del numero di persone online, sono sempre approssimati e poco attendibili. I dati nei grafici che seguono devono essere valutati con molti ragionevoli dubbi – come confermano anche le differenze da fonti diverse (per maggiori dettagli vedi l’analisi dei dati italiani e un supplemento che contiene altri confronti internazionali).

Secondo una raccolta di dati da fonti diverse, pubblicata da Internet Word Stats, questa sarebbe la situazione nei primi 20 paesi del mondo per numero totale di persone che si collegano all’internet.


Persone online in 20 paesi

grafico


L’Italia, da questo punto di vista, risulterebbe essere all’ottavo posto nel mondo. Ma il quadro è diverso se osserviamo la densità rispetto alla popolazione.

(È opportuno ricordare che questi dati, come quelli analizzati negli altri grafici che seguono, si basano su una definizione molto estesa di “utente internet”. Una stima più realistica è fra la metà e due terzi di questi numeri).


Persone online in 20 paesi
percentuali sulla popolazione

grafico


La posizione dell’Italia, secondo questi dati, è “relativamente avanzata”, anche se ancora lontana da quella dei paesi più evoluti. Comunque c’è un notevole miglioramento rispetto a dieci o cinque anni fa.

Nel prossimo grafico vediamo la situazione nei venti paesi europei con il maggior numero di persone che si collegano all’internet.


Persone online in 20 paesi europei

grafico


Non è irragionevole pensare che l’Italia sia al terzo posto in Europa (anche se tendenze recenti indicano che potrebbe essere superata dalla Francia).

Ma il quadro è diverso se osserviamo la densità rispetto alla popolazione.


Persone online in 20 paesi europei
percentuali sulla popolazione

grafico


Oltre al tradizionale predominio dei paesi scandinavi, anche questi dati confermano un forte sviluppo dell’Olanda e della Svizzera.

La posizione dell’Italia risulta molto più debole in base ai dati diffusi nel 2005 dall’Unione Europea, come vediamo nel prossimo grafico.


Persone online in 18 paesi europei
percentuali sulla popolazione

grafico


Non c’è alcuna spiegazione plausibile per la differenza fra questi dati e quelli di altre fonti (comprese precedenti statistiche dell’Unione Europea). È probabile che la situazione dell’Italia sia migliore di come appare in questo grafico, ma forse meno positiva di come risulta da altre raccolte di dati.

Secondo una fonte diversa (Nielsen) questa sarebbe l’evoluzione in cinque paesi europei dal secondo trimestre 2003 all’ultimo 2004.


Persone online in 5 paesi europei
percentuali sulla popolazione
(dati trimestrali)

grafico


È curioso che, secondo questa fonte, non risulti una crescita significativa in Gran Bretagna (come già detto, in nessun paese si è vicini a una “soglia di saturazione”). È poco spiegabile, anche se sembra incoraggiante, il cambiamento in Italia fra il terzo trimestre 2003 e il primo 2004. È credibile che ci sia uno sviluppo in Francia.

Per quanto poco attendibili siano i dati di questo genere, può essere interessante riassumere la situazione mondiale sotto forma di carta geografica.


Persone che usano l’internet
percentuali sulla popolazione

mappamondo
La media mondiale è fra l’area bianca e quella gialla.
(Va ricordato che le percentuali sono probabilmente esagerate;
una stima più credibile è fra la metà e due terzi).


I numeri sono diversi da quelli derivanti dal hostcount (vedi la mappa nei dati internazionali) ma il quadro complessivo è abbastanza simile, con una diffusione limitata ad alcune parti del mondo.




Insomma i dati sono confusi e contraddittori. Ma due cose sono chiare. Una è che l’internet continua a crescere. L’altra è che ci sono ancora grandi differenze – non solo da un punto di vista geografico, ma anche fra diverse categorie di atteggiamento e comportamento all’interno di ciascun paese.

In una situazione come quella italiana il limite non è nelle risorse, che sono praticamente disponibili a gran parte della popolazione (con costi e problemi tecnici molto meno impegnativi di quanto un’opinione diffusa voglia far credere). Il problema sta nella percezione di utilità e gestibilità della rete – cioè, come sempre, nei fattori umani e culturali più che nelle tecnologie.


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loghino.gif (1071 byte) 4. Chi non usa l’internet


Per quanto approssimate possano essere le valutazioni, è ragionevole pensare che più di due terzi degli italiani non usano l’internet – o lo fanno molto raramente. Che si possa arrivare a una situazione in cui “tutti” si collegano alla rete è molto improbabile – almeno nei prossimi cinque o dieci anni. È anche improbabile che si possa arrivare, in tempi non lunghi, a una penetrazione paragonabile a quella del telefono cellulare. Secondo il quarto rapporto del Censis sulla comunicazione (pubblicato nel giugno 2005 e basato su dati del 2004) questa è la situazione in Italia per i più diffusi sistemi di informazione e di comunicazione.


Uso di risorse di informazione e comunicazione

grafico


È cosa nota che l’Italia è fra i primi cinque paesi del mondo, e al primo posto in Europa, per diffusione dei telefoni cellulari rispetto alla popolazione. Ma è assai meno evoluta per quanto riguarda l’uso dell’internet. Se è sostanzialmente assurdo (e ampiamente smentito dai fatti) che il telefono cellulare possa essere un veicolo rilevante per la diffusione della rete, è altrettanto poco credibile che le due tendenze siano in contrasto.

Si può pensare che l’uso di “messaggini” SMS sia vissuto da alcuni come un grossolano sostituto dell’e-mail, ma non c’è motivo di pensare che l’uso un po’ maniacale della telefonia mobile in Italia possa essere un freno alla diffusione dell’internet. Come dimostra il fatto che la penetrazione dei cellulari è vicina al livello italiano in alcuni paesi fra i più avanzati nell’uso della rete.

Come in quasi tutte le cose, ci sono due facce della medaglia. Da un lato è giusto preoccuparci del fatto che, mentre il livello di attività online dell’Italia è in forte aumento, il numero di persone che si collegano cresce molto più lentamente. Da un altro punto di vista, è evidente che ci sono forti possibilità di sviluppo.

L’errore fondamentale sta nel pensare che la soluzione del problema sia nelle tecnologie – o in discutibili ipotesi di “convergenza” con sistemi e comportamenti molto diversi.

Il problema è sostanzialmente culturale. Le persone che oggi non usano la rete (o lo fanno molto raramente) si possono dividere grosso modo in due gruppi.

  • Quelle che non ne sentono il bisogno (alcune l’hanno provata e poi abbandonata). Se davvero non hanno un motivo per collegarsi, ogni tentativo di “convertirle” non è solo inutile, ma anche inopportuno. Il numero di persone in questa condizione tenderà gradualmente a diminuire (anche perché quell’atteggiamento è più concentrato nelle età avanzate – vedi il capitolo sull’internet in I vecchi, l’informazione e la comunicazione).

  • Quelle che potrebbero migliorare notevolmente la loro situazione umana, culturale, di relazione e di lavoro se imparassero a usare la rete – o a servirsene più spesso e in modo più adatto alle loro esigenze personali. Valutarne il numero è difficile, ma è molto probabile che siano almeno il 40 per cento della popolazione italiana. Cioè più di venti milioni di persone.

I motivi più spesso dichiarati dalle persone che non usano l’internet sono incompetenza tecnica e preoccupazione per i costi. Queste perplessità, per quanto ingiustificate, sono davvero diffuse. Ma il più forte fattore di resistenza è una percezione di estraneità. “Una cosa che non fa per me”, un ambiente sgradevole e un po’ misterioso, un mondo a parte in cui è difficile (e poco desiderabile) inserirsi.

La spinta alla crescita continuerà con la più forte fra le risorse di comunicazione umana: il “passaparola”. Che è stato finora lo strumento fondamentale di diffusione dell’internet – e continuerà a esserlo. Ma potrebbe esserci una significativa accelerazione se nella cultura dominante, e nei mass media, si riuscisse finalmente a uscire dall’ambigua mescolanza di “demonizzazione” e di “miracolismo” pseudotecnico o pseudoscientifico – per avvicinarsi a una comprensione più concreta, più semplice e più umana dei valori reali della rete.

 

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