Il potere della
stupidità
Capitolo 16
La stupidità e la fretta
Nel lessico abituale (non solo in italiano) si dice che una persona è svelta per intendere che è intelligente (o furba come vedremo nel capitolo 17). Mentre lo stupido è definito lento o tardo. Eppure anche nelle più elementari e abituali espressioni del buon senso si nota spesso che la fretta è una fonte di stupidità.
La gatta frettolosa, dice il proverbio, fa i gattini ciechi. Ma forse è cieca la gatta. Cioè dobbiamo chiederci quanto ci sia di cieco, o di miope, nellimperversare della fretta. È vero che una persona intelligente può capire prima. Ma non perché è frettolosa. Il motivo è che sa ascoltare perciò si disperde meno e arriva più direttamente alla comprensione.
Saper ascoltare é una risorsa fondamentale dellintelligenza e un efficace antidoto alla stupidità. Come spiegato nel capitolo conclusivo di Il potere della stupidità e nel capitolo 46 di Lumanità dellinternet.
Ma ciò non significa che la fretta sia intelligente. Spesso accade il contrario. Capire al volo è un esercizio divertente quando funziona. Ma in molte situazioni saremmo meno stupidi se invece di saltare alle conclusioni dedicassimo un po di tempo ad assicurarci di aver capito davvero.
Lepoca in cui viviamo è condizionata dalla fretta in un modo confuso, irragionevole e spesso snervante. È vero che oggi molte cose si muovono e si sviluppano più velocemente che in passato. Ma non tutte e non in modo così isterico e assillante come sembra a chi si lascia travolgere dalla fretta.
Cè un vecchio proverbio che dice chi va piano va sano e va lontano. Credo che sia nato in un mondo antico e agricolo, dove il tempo era dettato dal ciclo delle stagioni. Per i contadini (che erano la maggior parte della popolazione) lunico mezzo di trasporto era andare a piedi. Anche i pochi privilegiati che potevano disporre di un cavallo o di una carrozza andavano poco lontano, rispetto a ciò che possiamo fare oggi e ci mettevano uninfinità di tempo.
Il lavoro nei campi era pesante. Lorario era dallalba al tramonto quasi tutti i giorni. La vita era molto più dura di come la dipingono le agiografie o le nostalgie del buon tempo antico. Possiamo o vogliamo tornare a quellera bucolica? Credo di no, perché la troveremmo insopportabile. Ma non è un buon motivo per vivere ossessionati dalla fretta.
Nella cosiddetta era post-industriale si riscopre lutilità di concezioni e comportamenti delle epoche pre-industriali non solo delle culture agricole, ma anche di quelle nomadiche che le avevano precedute. Ma naturalmente si tratta di un modo attuale di esprimere quei valori, non di un ritorno al passato. Vedi I valori antichi della nuova comunicazione. Alcune osservazioni sulle complessità storiche nellevoluzione delle risorse di cui disponiamo si trovano in Il computer di Archimede e in Larte di comunicare. Uno svolgimento più ampio si trova in Cenni di storia dei sistemi di informazione e di comunicazione. Unanalisi riguardante lo sviluppo storico dellinformatica e della telematica è nella cronologia; in appendice a Lumanità dellinternet.
Oggi possiamo muoverci e comunicare con una velocità che ci è stata sconosciuta per il 99% della nostra storia. Ma ciò non significa che dobbiamo lasciarci travolgere dalla fretta. Se non siamo più schiavi delle distanze, delle lentezze, della scarsità di risorse, eccetera... il benessere è tanto più utile (e piacevole) quanto più ci libera dalle costrizioni e ci offre tempo per pensare.
Lelogio della lentezza non è solo uninvocazione o una contemplazione filosofica. Saper trovare il tempo giusto è una necessità pratica. Ma non possiamo riuscirci se non abbiamo il tempo di pensare. Lintelligenza non è, per sua natura, più veloce o più lenta della stupidità (e viceversa). La differenza non sta nel tempo, ma nel modo in cui si agisce o si affronta un problema.
Può essere stupido dilungarsi inutilmente, esitare quando è il momento di agire, lasciarci sfuggire unoccasione perché non labbiamo saputa cogliere in tempo.
Ma è altrettanto stupido buttarci a precipizio, senza aver avuto il tempo di pensare, su ciò che non è necessario fare immediatamente e così moltiplicare allinfinito le possibilità di sbagliare, pasticciare e confondere le cose in un modo che ci costringerà poi a perdere tempo per rimediare, causando di nuovo laffanno della fretta, trascinandoci in un circolo vizioso sempre più accelerato, sempre più affannoso e sfibrante.
La fretta, quando non è motivata da una precisa necessità, è quasi sempre stupida. Perché spesso induce a sbagliare. Ma anche perché, comunque, ci rovina la vita mettendoci in uno stato di continuo affanno, in una perenne ansiosa rincorsa del nulla che è diventata unabitudine fine a se stessa.
Sembra di essere in un mondo come quello descritto da una ambigua regina degli scacchi in Alice di Lewis Carroll, dove bisogna correre sempre più in fretta per rimanere nello stesso posto. Siamo ossessionati dallidea che tutto debba sempre muoversi con un moto continuamente accelerato, come se fosse in caduta libera per precipitare chissà dove e che se non continuiamo a correre (spesso senza avere alcuna idea di dove stiamo andando) rischiamo di restare indietro.
Dimentichiamo un po troppo facilmente che indietro, molto più spesso di quanto credono i frettolosi, può essere una posizione di vantaggio. Per vedere dove va a sbattere chi corre ciecamente in avanti. O per fare intenzionalmente un passo indietro, allargare la prospettiva e così capire molto meglio su quale percorso ci stiamo muovendo.
Vedi Elogio della lentezza,
La fretta non è velocità
e Facciamo un passo indietro.Ci sono, naturalmente, lentezze perverse e inaccettabili. Un po di accelerazione servirebbe là dove servizi mal strutturati fanno perdere uninfinità di tempo. È insopportabile che per unora di volo se ne debbano perdere tre in trasporti urbani e attese negli aeroporti. O che le cose più semplici e banali diventino incredibilmente lunghe e complicate a causa della stupidità delle burocrazie (vedi capitolo 12).
Per non parlare delle sciagurate tecnologie che ci fanno perdere tempo con sistemi malfunzionanti e infinite scomodità che potrebbero essere eliminate usando le risorse tecniche (e umane) con un po di raziocinio (vedi La stupidità delle tecnologie).
Lelenco delle lentezze stupide potrebbe essere molto lungo. E sembra che ogni giorno le inesauribili risorse della stupidità umana riescano a inventarne una nuova. Ma di tutto questo quasi nessuno si occupa seriamente. E intanto tutti vanno di corsa, senza sapere dove o perché.
Lossessione della fretta è soprattutto nel lavoro, ma ha invaso anche la vita privata. Fast food, fast vacanze, fast divertimenti, svaghi e spettacoli, fast (e spesso finti) entusiasmi e delusioni, fast soluzioni che sono peggio dei problemi.
Fast informazione che per la fretta di arrivare prima spesso non sa quello che dice. Fast libri che promettono di dirci tutto in quattro pagine e servono solo a confonderci le idee o sono scritti così in fretta che lautore non ha avuto il tempo di capire che cosa stesse scrivendo. fast rincorsa di qualsiasi cosa anche quando non sappiamo che cosa sia.
Da come lo vediamo rappresentato sembra che ormai perfino il sesso sia diventato fast, qualcosa da consumare in fretta, preconfezionato in serie in pratici imballaggi apri e gusta. Sembra che il massimo delle ambizioni umane sia leiaculazione precoce (questo potrebbe contribuire a spiegare perché tante donne sono un po deluse e irritate nei confronti delluniverso maschile).
Per fare un buon ragù non ci vuole un ciclotrone. Bastano attrezzi semplici e buoni ingredienti. Ma bisogna metterci tempo, esperienza, intelligenza, attenzione, sensibilità e gusto. Quando abbiamo fretta possiamo comprarlo in lattina al supermercato. Ma i casi sono due: o chi lha prodotto ha avuto tempo, cura, pazienza nel trovare il modo giusto di farlo o quello che mangeremo sarà una porcheria. Dobbiamo essere grati a chi si impegna davvero per darci qualità e buonumore mentre ci fa risparmiare tempo. Ma molti fanno il contrario.
Perdere tempo non è utile, né divertente. Ma trovare il tempo è una delle basi dellintelligenza. Non solo migliora i risultati, ma ci fa anche star meglio. La fretta è spesso una conseguenza, ma anche una causa, della confusione mentale e dellangoscia.
La fretta non è velocità. Un processo intelligente non è solo più efficace, ma è anche più veloce, perché riduce il rischio di dover continuamente tornare indietro per correggere gli errori delle scelte frettolose.
Se si vuole arrivare in fretta, è molto più efficace tracciare con calma un percorso intelligente che correre chissà dove senza bussola. Spesso unintuizione veloce può abbreviare un percorso; ma a quellimprovvisa illuminazione non si arriva se non si è costruito prima un patrimonio di esperienza e di orientamento.
Ci sono molte situazioni in cui fatti determinanti devono avvenire in tempi brevi ma unimpostazione frettolosa può produrre disastri. Accade in uninfinità di campi, dagli esperimenti scientifici a ogni sorta di tecnologie, come anche in situazioni di gestione organizzativa o nella vita quotidiana di tutti.
Un buon esempio è il successo sportivo che può sembrare la massima incarnazione della fretta. Ci possono essere, in alcune competizioni, differenze di centesimi di secondo fra la vittoria e la sconfitta. In quasi tutte le discipline ci sono momenti decisivi in cui unestrema lucidità e prontezza in tempi brevissimi può essere determinante. Ma questa non è lapoteosi della fretta o dellimprovvisazione. Al contrario, dietro il successo ci sono anni di allenamento, di studio, di impegno, di paziente e ostinata preparazione.
Credo che sia venuto il momento di fermarsi almeno per qualche minuto e pensare. Che manchi il tempo è quasi sempre una bugia o un errore di prospettiva. Invertire il ciclo autodistruttivo della fretta non è facile, ma quando ci riusciamo i vantaggi possono essere sorprendenti. Fermare, o almeno rallentare, quel perverso meccanismo è un modo per ridurre il potere della stupidità.
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di presentazine del libro