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Cenni di storia
dei sistemi di informazione
e di comunicazione in Italia

Un contributo di Giancarlo Livraghi gian@gandalf.it
al terzo rapporto del Censis sulla comunicazione

marzo 2004

 
Questo “riassunto storico” è stato scritto su incarico del Censis
per essere pubblicato nell’ambito degli studi sulle risorse
di informazione e di comunicazione degli italiani.

È uno sviluppo, molto più ampio, delle annotazioni
sulla storia dei mezzi di informazione e comunicazione
che erano contenute in un testo
pubblicato dal Censis nel 2003 sul tema
Un’evoluzione complessa
fra “abbondanza” e “scarsità”

 



Sembra che alcune brevi annotazioni su questo argomento, in appendice allo studio del Censis pubblicato l’anno scorso, abbiano suscitato un certo interesse. Tanto è vero che mi è stato chiesto di ampliarle e approfondirle. Cosa che faccio molto volentieri, perché mi sembra che sia interessante collocare i fatti di oggi in una prospettiva che aiuti un po’ a chiarirne le origini e l’evoluzione.

Siamo, è vero, in una situazione che non ha precedenti nella storia. Per l’abbondanza degli strumenti disponibili – e per un’ampiezza di diffusione che, almeno in parte, è accessibile dalla quasi totalità della popolazione. Ma in un allargamento apparentemente erga omnes ci sono profonde e significative disuguaglianze, come chiaramente rilevato dagli studi del Censis.

In questo quadro complesso non è irrilevante cercare di capire per quale percorso, e con quale andamento, siamo arrivati alla situazione di oggi. E scoprire che alcune tendenze hanno evoluzioni veloci, altre molto più lente – e nessuna porta a un distacco totale rispetto al passato.

Un altro fatto, spesso trascurato, è che le nuove risorse di comunicazione si aggiungono a quelle esistenti, ma non le sostituiscono. Non siamo diventati afasici, alcuni millenni fa, quando abbiamo imparato a scrivere. Più recentemente la fotografia non ha eliminato la pittura, il cinema non ha sostituito il teatro, la televisione non ha soppresso il cinema, la musica riprodotta non ha fatto sparire i concerti – e così via. La diffusione dei mezzi elettronici ha aumentato, non diminuito, l’uso della carta stampata. Eccetera eccetera...

Più che pensare a come un nuovo strumento può sostituire quelli precedenti, è interessante capire come si combinano – e come si evolvono interagendo fra loro.

Un’opinione diffusa è che oggi tutto proceda in modo molto più veloce, che rispetto al passato i tempi siano continuamente e costantemente accelerati. Ma non è vero – o almeno non lo è in modo omogeneo e coerente.

Ci sono situazioni, nel passato, in cui le evoluzioni delle risorse hanno richiesto secoli. Altre in cui fra l’invenzione di una risorsa tecnica e l’identificazione dei modi per usarla sono passati pochi decenni. Si notano fenomeni analoghi anche in sviluppi recenti. L’evoluzione è sempre stata, ed è ancora oggi, disomogenea, discontinua e spesso imprevedibile.

Si può discutere all’infinito su quanto la “sovrabbondanza” di informazione e comunicazione disponibile abbia aumentato o diminuito la nostra capacità di informarci e di comunicare. La risposta più semplice (e, credo, anche la più vera) è che dipende soprattutto da un singolo fattore, individuale e culturale: il desiderio e la capacità di ciascuno nel voler comunicare, saper ascoltare, saper distinguere e cercare le informazioni più interessanti.

Alla comprensione di questi fenomeni (che non sono complessi solo oggi, ma lo sono sempre stati) può contribuire un po’ di analisi storica... che spero di essere riuscito a riassumere in queste pagine in modo sufficientemente rilevante.




Il testo è troppo lungo per una pagina online.
Perciò è suddiviso in 12 parti, di cui questo è l’indice.


  1. Il “passaparola”


  2. La stampa


  3. I libri


  4. I quotidiani


  5. I periodici


  6. Diffusione e lettura


  7. I mezzi “audiovisivi”


  8. La radio


  9. La televisione


  10. Il telefono


  11. Il computer


  12. L’internet


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