Estratto dal “Portolano Italiano”
compreso nell’edizione italiana del libro Lo zen e l’arte dell’internet
di Brendan Kehoe (Il Sole 24 Ore, 1996 – seconda edizione 1998)
Questo argomento è trattato più ampiamente nel libro L’umanità dell’internet e in particolare nei capitoli 42 43 44 45 46 48 49 50 51 |
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Non solo nei gruppi Usenet ma in tutte le aree di
incontro e scambio telematico, e anche nella corrispondenza privata, ci sono comportamenti
che è meglio seguire. Non esistono regole fisse, imposte da qualcuno, se non quelle che
ciascun sistema può stabilire al suo interno; ma ci sono “usi e costumi”
abituali nella rete, e dettati dall’esperienza, che è meglio rispettare, per non
dare fastidio agli altri e per evitare spiacevoli conseguenze (come le flame). Queste usanze sono definite scherzosamente Netiquette, l’etichetta della Net (rete). Vedi le Netiquette Guidelines del Network Working Group Ecco alcuni dei concetti fondamentali:
Non ripetersi, non dilungarsi, non scrivere troppo spesso. È una tentazione diffusa quella di ripetere lo stesso concetto, o mandare “raffiche” di messaggi. Prima di “inondare” una mailbox o un’area di discussione, meglio sempre chiedersi: “ma davvero gli altri troveranno interessante quello che dico”?
A proposito di netiquette, e delle “sindromi” in cui si può cadere nell’uso della e-mail, è illuminante e tuttora di attualità ciò che scriveva Umberto Eco nella sua “Bustina di Minerva” su L’Espresso del 22 marzo 1996.
Ovviamente la vicenda di Pasquale si conclude non solo con una violenta flame, ma con gravi conseguenze per la sua vita professionale. Un buon esempio di quanto possano essere pericolose le violazioni della netiquette, e di quanto sia importante scrivere offline e rileggere prima di spedire. Umberto Eco attribuisce questo tragicomico episodio a una persona che “ha appena imparato a usare l’e-mail” – ma la verità è che errori del genere vengono commessi abbastanza spesso anche da persone che hanno, o credono di avere, molta esperienza nella rete. Il “tu telematico” Un problema di netiquette che non esiste in inglese è l’uso del tu. Sembra che non ci sia, in Italia, una “prassi” del tutto “consolidata”. La tendenza prevalente è l’uso del tu in tutti i messaggi in rete, cui non sempre segue automaticamente la stessa forma amichevole quando ci si incontra di persona. La maggior parte delle persone tende a trasferire il tu anche nell’incontro “fisico” o telefonico; alcuni invece, specialmente se lo scambio è professionale e non personale, quando passano al colloquio “a voce” usano il lei. Ci sono, specialmente fra i “nuovi arrivati”, persone che usano il lei anche in rete. Si può immaginare che l’uso del tu sia più frequente fra i giovani, ma non è sempre così. Più che dall’età dipende dalle abitudini personali e dal tipo di relazione. In sostanza, l’uso prevalente rimane il tu ma ogni persona è libera di scegliere il modo che preferisce; e anche in questo è bene non “imporre” il proprio stile ma tener conto del comportamento delle altre persone. Il problema delle lettere “accentate” La rete è stata concepita per comunicare in inglese: una lingua in cui non si usano gli accenti. Il risultato è che i testi su Internet si possono trasmettere solo con la gamma “ristretta” dei caratteri ASCII, che comprende tutte le lettere dell’alfabeto, tutti i numeri e i normali segni di punteggiatura, più alcuni simboli come @ $ % & * eccetera; ma non le lettere con l’accento. Questo significa che parole come perché o però o così possono arrivare deformate non solo se si scrive a un indirizzo fuori dall’Italia, ma anche nella corrispondenza fra italiani. Anche se il singolo sistema accetta le lettere accentate, queste cambiano se passano sulla rete e arrivano a un altro sistema; così come cambiano se si converte un testo da un editor a un altro, o da un word processor a semplice testo (questo problema non si nota nel caso delle pagine Web, perché il linguaggio HTML permette l’uso di tutti i caratteri ASCII “estesi”, comprese le lettere accentate; ma quando un testo si trasferisce da HTML a un altro codice di scrittura il problema si ripropone). Ci sono programmi, di sviluppo recente, che permettono di trasmettere le accentate nei messaggi in rete: come MIME Quoted-Printable e Base64. Molti OLR li usano automaticamente. Ma la soluzione migliore è una, e molto semplice. Per nostra fortuna l’italiano (a differenza altre lingue, come il francese o lo spagnolo) pone gli accenti sempre alla fine della parola. Per evitare problemi nella comunicazione in rete basta prendere l’abitudine di usare l’apostrofo al posto delle lettere accentate: cioè scrivere perche’ o percio’ o cosi’. Sigle Nella corrispondenza in rete (sia personale, sia in aree di discussione) ricorrono abbastanza spesso sigle, tutte derivate dall’inglese, che può essere utile conoscere, perché sono usate abitualmente anche da chi scrive in italiano. Alcune sono espressioni della normale corrispondenza inglese, altre sono proprie della rete. Nella telematica, come nell’informatica, è molto diffuso l’uso di sigle o di “acronimi”; in modo così esagerato da indurre spesso all’ironia. Per esempio la sigla PCMCIA (che in realtà significa Personal Computer Memory Card International Association) è scherzosamente interpretata come People Can’t Memorize Computer Industry Acronyms: “la gente non riesce a ricordare le sigle usate nel mondo dei computer”. Alcune delle sigle contengono parole “volgari”, che talvolta, con una certa pruderie, gli americani abbreviano o interpretano in modo diverso.
Ci sono molte altre variazioni di sigle, di uso meno frequente, fra cui le più “pittoresche” sono probabilmente quelle usate nei gruppi “singles” di Usenet, che vanno da un semplice LJBF (Let’s Just Be Friends – cerchiamo di essere soltanto amici) o LAFS (Love At First Sight – amore a prima vista) o NIFOC (Nude In Front Of The Computer – nudo, o nuda, davanti al computer) fino a WFYITBWNBLJO (Waiting For You In The Bathtub Wearing Nothing But Lime Jell-O – “ti aspetto nella vasca da bagno senza altro addosso che una gelatina al limone”). Alcune sigle nuove, che stanno emergendo nel mondo dei teenager americani, sono citate nel bel libro di Don Tapscott, Growing Up Digital. Per esempio JC (Just Curious – solo per saperlo); BMF (Biting My Fingerlails – mi mordo le unghie); BRB (Be Right Back – torno subito); BBL (Be Back Later – torno più tardi); LOL (Laughing Out Loud) o LMAO (Laughing My Ass Off) per esprimere una forte risata; una variante del tradizionale ROTFL è ROTFLMAO (Rolling On the Floor Laughing My Ass Off ). Un’altra abitudine diffusa è l’uso di parole fra asterischi (invece delle “faccine”) per esprimere un’emozione, come *wink* (strizzata d’occhio) o *smile* (sorriso) o *hug* (abbracciare) o *blush* (arrossire). Gergo Ci sono alcune parole inglesi che ricorrono spesso anche nei testi italiani. Fra le più comuni: Flame Attacco violento, lite (specialmente se si svolge in pubblico, cioè in una lista, o forum, o newsgroup dove leggono anche altre persone oltre ai litiganti). Queste “risse” sono considerate una violazione della netiquette. Spesso la flame consiste in un attacco collettivo contro qualcuno che si comporta in modo diverso da quello abituale in quel gruppo, e considerato scorretto. Newbie Una persona “nuova” della rete, che non sa ancora come comportarsi. Off topic Fuori tema. Si dice quando in una conferenza o gruppo di discussione qualcuno parla di cose diverse, che sarebbero più appropriate in un’altra sede. Qualcuno scherzando in italiano dice “fuori topo”: lo scherzo non è così sciocco come può sembrare, perché topos in greco è “luogo”. Quote, o quoting Le “citazioni” che si usano nella risposta a un messaggio. Come vedremo, un uso eccessivo di quote, o overquoting, è un comportamento fastidioso e contrario alla netiquette.
Spam o spamming Ripetizione dello stesso messaggio o diffusione dello stesso testo in troppe sedi diverse . Anche questa è una violazione della netiquette, fastidiosa in ogni caso ma considerata particolarmente irritante quando si tratta di proposte commerciali. Sysop o Sysadmin (System Operator o System Administrator). Il gestore di un nodo telematico. Di solito si parla di Sysop nel caso di piccoli BBS e di Sysadmin nel caso di servizi di maggiori dimensioni. Webmaster La persona responsabile di un sito web. “Faccine”:-) Anche in Italia è diffuso l’uso dei cosiddetti smileys, o emoticons, che in italiano sono noti come “faccine”. La forma più comune è il sorriso :-) ma è spesso usato anche il suo contrario :-( per esprimere un’emozione negativa. Molti usano forme “abbreviate” di “faccine”, come :) o :( e anche altri segni, come :-| che indica perplessità e ;-) che indica una strizzata d’occhio. La variazione delle “faccine” può essere infinita; nella “Bibbia del Modem” di Giorgio Banaudi ne sono elencate più di 100, ma ciascuno può elaborarne altre secondo la sua fantasia. Nello stesso libro si possono trovare molti esempi di “disegni ASCII”, cioè immagini create usando lettere, numeri e altri simboli. Fra i più comuni ci sono la freccia... -------> ... e la rosa... @>--’--,-- ... ma ci sono tante altre immagini, come l’omino che si affaccia... ‘’’ ... o l’infinita serie di disegni sviluppati sul tema della “mucca”... (__) (oo) /---------\/ /| || * ||-------|| || || ^^ ^^ ... il mitico cane che da quindici anni è il simbolo della rete FidoNet... / \ /|oo \ (_| /_) __@/_ \ _ | | \ \\ | (*) | \ )) ______ |__u__| / \// / FIDO \ _//|| _\ / (________) (_/(_|(___/ (tm) ---------------------------------------------- ... o altre elaborazioni anche molto più complesse. Certo forme d’arte molto modeste rispetto alla ricchezza di “grafica” che offre oggi la World Wide Web: ma una prova di come la fantasia possa esprimersi dovunque, e l’abbia fatto nella rete, anche con mezzi tecnici molto limitati.
Forse questa piccola, simpatica arte sarà dimenticata, man mano che le tecniche (e la qualità dei collegamenti) renderanno sempre più facile la trasmissione in rete di disegni e fotografie; ma non è male ricordare che esistono tanti modi per trasmettere nella rete usando il “puro testo”, che è estremamente meno ingombrante, e perciò più facilmente trasferibile.
DOCUMENTAZIONE La Netiquette Stiamo dimenticando la Netiquette? L’umanità dell’internet
Il morbo di powerpoint
La netiquette e altre cose utili
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