Offline Riflessioni a modem spento


Il tramonto
del maniscalco

dicembre 2000

also available in English



  Giancarlo Livraghi

gian@gandalf.it
 
Per approfondimenti sull’internet marketing
vedi la rubrica online Il mercante in rete
e il libro La coltivazione del’internet
 
 

 



Si parla di tramonto dell’era web. È un po’ come la storia del “finto millennio”. Hanno sprecato così tanto fiato e risorse sulla balorda ipotesi che il ventesimo secolo fosse finito un anno fa... che adesso quasi nessuno parla del millennio vero. Si è fatto così tanto fracasso su sistemi web sito-centrici (che sono una scopiazzatura dei vecchi mezzi broadcasting, cioè a senso unico) da perdere di vista la vera natura dell’internet.

Fra le tante sigle che girano (e che servono a confondere le idee più che a chiarirle) adesso sta venendo di moda P2P, cioè peer-to-peer cioè “da pari a pari”. Ricordo con un certo divertimento che parecchi anni fa, quando gli americani cominciavano a parlare di peer relationship o peer group, gli inglesi non capivano che cosa stessero dicendo; perché per loro peer è un aristocratico parlamentare – un membro della Camera dei Pari. Ma, a parte gli scherzi, il discorso è serio.

Non so se il passaggio alla prossima fase sarà un cambiamento di tecnologia o più semplicemente un’evoluzione di strategie, atteggiamenti e metodi. Non so se gli storici di domani parleranno di world wide web come di una breve parentesi nell’evoluzione dell’internet o come di una delle tecnologie più o meno durature nell’uso della rete. Quindi non so neppure se fra un anno o due questa rivista dovrà cambiare nome. Ma non è questo il punto più importante.

Il fatto è che si è tentato di “domare” la rete riducendola a un sistema basato su pochi grandi centri, addomesticati e “omogeneizzati” quanto le reti tradizionali (televisive, di stampa o radiofoniche). Era inevitabile che succedesse e, in parte, ci sono riusciti. Ma la a rete vera, quella policentrica, indomabile e “selvaggia”, non è morta. Anzi sta di nuovo prendendo il sopravvento.

Non credo che si tratti semplicemente di un ritorno alle origini. Non ci ritroveremo con gopher, veronica e “anonymous FTP”. Né con i BBS collegati in echomail. Ma il “passo avanti” che dovremo fare significa in buona parte ritrovare quella che è sempre stata la vera natura dell’internet.

La comunicazione “da pari a pari” non è una novità. Non è un’invenzione di Napster o Gnutella. È il cuore e la natura dell’internet; anzi è nata prima ancora che prendessero corpo le tecnologie con cui oggi opera la rete. (Se nessuno avesse mai inventato il protocollo TCP/IP se ne sarebbe usato un altro; se non ci fosse la “chioccoletta” @ avremmo ugualmente la posta elettronica; da molti anni, prima che nascesse l’internet, era chiaro che i sistemi di rete si stavano sviluppando e avrebbero avuto un’evoluzione inarrestabile).

Molti investimenti miliardari di oggi si riveleranno un enorme spreco di denaro e di risorse. Molti imperi apparentemente inattaccabili crolleranno come castelli di carte. Quali, quando e come? Non è facile saperlo e non mi interessa azzardare profezie. Né cercare di indovinare quali saranno le tecnologie di domani. Ma la sostanza non è nelle tecnologie: è nelle relazioni umane. Che non cambiano da un giorno all’altro, si evolvono in modo molto più graduale e comprensibile – e sono molto più affidabili di qualsiasi tecnologia. Gli investimenti in risorse tecniche possono liquefarsi come neve al sole, perché le tecnologie saranno superate (o soppiantate da qualche inutile, ma imperante, falsa innovazione). Gli investimenti in risorse e rapporti umani, se seguiti con pazienza, cura e dedizione, crescono come piante rigogliose e con il passare del tempo danno sempre più frutti.

Che fine faranno gli specialisti di oggi, concentrati come sono sul soluzioni web sempre più complicate e sempre meno compatibili, sempre più dedicate e alle apparenze e alla cosmetica per nascondere la mancanza di contenuti? Per rispondere a questa domanda ricorro spesso alla metafora del maniscalco.

Immaginiamo di essere in un mondo dove il mezzo di trasporto più diffuso è il carretto, la carrozza o il cavallo. E che arrivino le automobili. Che fine farà il maniscalco? Se sa solo ferrare cavalli, la sua possibilità di trovare lavoro si ridurrà drasticamente. Ma se è un buon fabbro imparerà ad aggiustare le automobili, aprirà un’officina e diventerà ricco.

Chi oggi non sa fare altro che soluzioni tecniche web, e si sta sempre più specializzando in questa o quella complicazione cosmetica, potrebbe fra qualche anno trovarsi in difficoltà. Ma chi capisce che cosa vuol dire comunicazione, relazione, coltivazione dei rapporti umani potrà adattarsi abbastanza facilmente a qualsiasi cambiamento delle tecnologie.

Che sia moribonda o no la tecnologia web non è importante. Ciò che conta è che è ben viva l’internet. E che finora si è fatta solo un po’ di ginnastica. La partita è ancora tutta da giocare.



 

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