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Dati
(hostcount)

mappa

Due grandi
“comunità linguistiche”
nell’internet
(spagnola e cinese)
e alcune altre

A cura di Giancarlo Livraghi

Analisi aggiornate il 29 agosto 2013
in base ai dati internazionali del giugno 2013

Il prossimo aggiornamento avverrà probabilmente
in marzo o aprile 2014


Aggiunti, dal 2011, due supplementi: lingue slave e paesi arabi



Fino al 2004 c’era un solo paese nel mondo con venti milioni di host internet (gli Stati Uniti d’America). Ora ce ne sono sei con più di 26 milioni. Ma sono nove se consideriamo come “nazioni” la comunità di lingua spagnola e la comunità etnica cinese – e dal 2009 anche quella di lingua portoghese.

Nell’area di cultura cinese Taiwan, da sola, aveva superato già nel 2000 il milione di host internet e nel 2002 i due milioni. Ora ne ha più di sei. (Solo dal 2007 si è rilevato un maggiore sviluppo in Cina).
Nell’area di lingua spagnola oltre il milione c’è la Spagna dal 2001 – dal 2002 anche il Messico, dal 2004 l’Argentina, dal 2007 la Colombia, dal 2010 il Cile, nel 2013 l’Uruguay e il Venezuela. Il Messico ha superato i dieci milioni nel 2007,l’Argentina nel 2011 .
Nell’America Latina il Brasile ha superato il milione di host nel 2001, due nel 2002, tre nel 2003, cinque nel 2005, dieci nel 2007 e venti nel 2011.
Se, per analogia con le altre “aree linguistiche”, sommiamo Brasile e Portogallo (più alcuni paesi con un minor numero di host) l’area portoghese è salita, nel 2013, a 38 milioni.

L’area spagnola comprende 500 milioni di persone (di cui più di nove decimi nel continente americano). Non parlano lingue “identiche” (ci sono molte varianti dello spagnolo) ma si capiscono fra loro e condividono cultura e conoscenze. Questa è, dopo l’inglese, la più grande comunità linguistica del mondo “occidentale” (sono circa 100 milioni le persone nel mondo che parlano il tedesco, il francese o l’italiano; più di 200 milioni il portoghese).

La comunità cinese è molto più numerosa. Un miliardo e quattrocento milioni di persone, separate da confini politici (e anche da differenze etniche) ma unite da una comune cultura (non dalla stessa lingua “parlata”, perché ci sono sedici diverse lingue cinesi – ma tutte condividono lo stesso alfabeto “ideografico”). Un cambiamento recente riguarda la Cina: come vedremo più avanti, la situazione appare cambiata, a partire dal 2007, rispetto a come era stata in tutti i periodi precedenti.

Il quadro generale si può riassumere in questa tabella, che comprende nove “nazioni” con più di ventisei milioni di host internet nel 2013. I dati sono intenzionalmente “arrotondati” perché alcune di queste cifre sono, inevitabilmente, “approssimative”.

(Per un’analisi più dettagliata
dei 49 paesi con più di un milione di host internet
vedi il documento sui dati internazionali).


  Numero di host
giugno 2013
Per 1000
abitanti
Stati Uniti 498.000.000 1600
Giappone 74.500.000 501
Lingua spagnola 66.000.000 145
Lingua portoghese 38.000.000 153
Germania 34.900.000 429
Gran Bretagna 30.000.000 481
Cultura cinese 29.800.000 26
Francia 28.000.000 428
Italia 26.700.000 443

La densità media nel mondo è 72 host per mille abitanti
(vedi dati internazionali)


Dopo periodi in cui la velocità di crescita dell’area spagnola non era superiore a quella di altre “grandi nazioni”, dal 2005 si rileva continuamente uno sviluppo più forte – e così si è realizzato ciò che si delineava come tendenza probabile fin da quando, nel 1999, avevo cominciato questa analisi. Il hostcount di lingua spagnola si colloca al terzo posto nel mondo, dopo gli Stati Uniti e il Giappone. E l’evoluzione continua, con forti possibilità di ulteriore aumento.

La crescita dell’area cinese, dopo una fase di sviluppo veloce fra il 2001 e il 2004, appariva più dbole nel 2005-2006. Poi, soprattutto per una “improvvisa” (e poco credibile) crescita in Cina nel 2007, sembra che la situazione sia cambiata. Però in anni recenti lo sviluppo della Cina risulta raallentato. (Oltre ai dati e commenti, qui più avanti, sui paesi di cultura cinese, vedi l’analisi della situazione in Asia).

Vediamo in un grafico il hostcount delle sei aree linguistiche più estese per attività nell’internet (escludendo il Giappone e i paesi di lingua inglese).

Host internet
Numeri in milioni

6 paesi

La parte gialla nel caso della Francia è una stima della presenza
delle aree di lingua francese in Canada, in Belgio e in Svizzera.
Per la Germania rappresenta l’Austria e la Svizzera tedesca.
Per il Brasile il Portogallo (pù alcuni altri paesi)
cioè l’estensione dell’area di lingua portoghese.
Nel caso dell’Italia è poporzionalmente piccola
la quota attribuibile alla Svizzera italiana.
e alle minoranze in Croazia e Slovenia.
In tutti i casi fuorché spagnolo e cinese
sono considerati solo i paesi in cui la lingua è “ufficiale”.
Se si usasse un criterio un po’ più esteso
risulterebbe più ampia la diffusione del francese.

Possiamo vedere in un grafico “a torta” lo stesso quadro, riassunto per totale delle lingue, compresi l’inglese e il giapponese.


Host internet

otto lingue

Anche in questo grafico e anche per l’inglese
sono considerati i paesi in cui la lingua è “ufficiale”.
Pur rimanendo in questo limite, è in inglese
il 60 % dell’attività in rete nel mondo.
Oltre L’80 % in otto lingue (su, si stima, circa 5000).
 

È facile prevedere che nei prossimi anni questi grafici continueranno a cambiare aspetto. Ci sono comunque notevoli evoluzioni rispetto al passato. Già all’inizio di questo secolo si era rilevato che due grandi comunità culturali (spagnola e cinese) avevano raggiunto un numero di host superiore a quello di molti paesi tradizionalmente forti nell’internet.

Naturalmente la lingua dominante è l’inglese, con un hoscount fra 500 e 600 milioni se si considerano solo i paesi in cui l’inglese è una lingua ufficiale. Se si contassero anche le persone che in altri paesi conoscono l’inglese si arriverebbe probabilmente all’80 o 90 per cento del hostcount totale. Tuttavia altre lingue hanno una presenza rilevante online – in particolare lo spagnolo, il francese, il tedesco e l’italiano.

Il giapponese è meno rilevante, su scala internazionale, di come può sembrare, perché è una lingua poco usata fuori dal paese d’origine.
L’olandese-fiammingo, che fra Olanda, parte del Belgio e altri paesi ha oltre 17 milioni di host internet, ha un ruolo limitato per un motivo diverso: è una lingua parlata da poco più di venti milioni di persone, che hanno quasi tutte una buona conoscenza dell’inglese (una considerazione analoga si può fare per altre lingue, come quelle dei paesi scandinavi, con 27 milioni di abitanti e più di 16 milioni di host – escludendo la Finlandia, che ha una lingua di origine diversa).

Nell’area di lingua spagnola qui è compresa anche una valutazione approssimata delle comunità “ispaniche” negli Stati Uniti – dove lo spagnolo è diventato, di fatto, la seconda lingua nazionale.

Va ricordato che le persone di educazione elevata in Brasile e Portogallo capiscono lo spagnolo e quindi c’è un’osmosi fra le due lingue, specialmente nell’America latina (un termine scherzoso è “portuñol”). La somma dell’area spagnola e di quella portoghese è più di 100 milioni di host internet – cioè, come era prevedibile, dal 2007 ha superato il Giappone.

Se, un po’ abitrariamente, sommassimo tutte le “lingue latine” il totale sarebbe circa 140 milioni di host.

Vediamo in un grafico la crescita di tre aree linguistiche e culturali (spagnola, cinese e portoghese) dal 1999 al 2012.


Host internet – 1999-2012
Numeri in milioni

tre lingue
La linea grigia è un indice basato sulle percentuali di crescita dell’internet nel mondo

L’area di lingua spagnola è in continua crescita, con fasi di forte accelerazione – e da otto anni molto alta rispetto al resto del mondo. È molto dinamico anche lo sviluppo di quella portoghese.

L’area di cultura cinese aveva avuto un’evoluzione meno veloce nel 2004-2005, tanto da essere superata nel 2005-2006 (anche se di poco) da quella di lingua portoghese. Sembra che nel 2007 ci sia stato un brusco cambiamento, con una enorme e improvvisa crescita in Cina. Ma questo “fenomenale” sviluppo non è continuato con la stessa velocità negli anni successivi. (probabilmente anche perché stanno diminuendo alcune anomalie di “falsa identità”).

Era prevedibile un nuovo “sorpasso” del portoghese, dovuto alla veloce crescita del hostcount in Brasile. Ora sembra che abbia una dimensione inaspettata – ma si tratterà di vedere se sarà confermato nei futuri aggiornamenti. Ovviamente nel lungo periodo prevarrà la numerosità della popolazione cinese, ma non sembra probabile che questo avvenga in pochi anni.

Come sempre, le variazioni in un anno o due non bastano per capire gli sviluppi – il significato delle tendenze deve essere valutato su periodi più lunghi. Ma, nonostante variazioni talvolta discontinue, sembra confermato che nel medio-lungo periodo queste tre “aree linguistiche” crescono più velocemente della media mondiale.

Prima di concludere questa analisi generale, vediamo una sintesi dei dati di hostcount in dieci “aree linguistiche”.


Host internet in 10 aree
Numeri in milioni

tre lingue
La parte gialla della barra per le lingue scandinave è la dimensione della Finlandia

La lingua finlandese (come l’ungherese) ha una filologia diversa.
Ma è ovvio che la Finlandia è culturalmente affine agli altri paesi scandinavi.
 

L’area scandinava e quella “fiamminga”, con una forte presenza online fin dalle origini della rete, sono ancora oggi molto avanzate per densità rispetto alla popolazione (Vedi dati europei).

Non mi era venuto in mente prima del 2012 (dati 2011) di analizzare l’insieme delle lingue slave (vedi supplemento). Con la crescita del hostcount in Polonia e altri paesi, più recentemente anche in Russia, quest’area si colloca fra le “grandi”.

Resta da verificare se abbia davero già superato il tedesco e il francese, ma questo è poco rilevante. Il fatto è che, con 280 milioni di abitanti, è inevitabilmente destinata ad avere una presenza più forte anche in misura di hostcount.

All’interno di ciascuna delle “grandi aree” linguistiche e culturali ci sono notevoli differenze, come vediamo nelle analisi che seguono per l’area spagnola e per quella cinese.





L’area di lingua spagnola
e l’America latina

mappa

Lo spagnolo è la lingua più diffusa
nel continente americano.
In questa mappa alcune zone
nel sud degli Stati Uniti
sono un’indicazione “simbolica”
delle comunità di lingua spagnola
estese anche in altre parti del territorio.
Evidentemente in questa immagine l’azzurro chiaro
rappresenta l’area di lingua portoghese.


Da sette anni c’ è una crescita veloce dell’internet nei paesi di lingua spagnola. I dati fondamentali si possono riassumere in questa tabella, che analizza la situazione da due punti di vista: l’America Latina (che comprende il Brasile) e l’area di lingua spagnola (che comprende la Spagna).

Sono compresi nella tabella i 21 paesi in queste aree con più di mille host internet (che rappresentano la quasi totalità del hostcount nell’America Latina).


  Numero di host
giugno 2013
Per 1000
abitanti
Brasile 33.691.951 175,1
Messico 17.658.991 153,8
Argentina 13.335.042 327,1
Colombia 4.721.748 102,6
Cile 2.488.465 144,3
Venezuela 1.278.253 47,1
Uruguay 1.041.695 320,3
Paraguay 580.311 88,4
Perù 490.419 16,5
Rep. Dominicana 404.546 40,2
Guatemala 363.566 24,1
Nicaragua 318.239 52,4
Ecuador 233.694 15,9
Bolivia 210.086 19,3
Costa Rica 155.768 36,2
Panama 76.594 21,5
Honduras 35.370 4,3
El Salvador 26.885 4,3
Cuba 4.406 0,4
America Latina 77.176.000 135,8
Spagna * 17.000.000 364,8
Andorra 28.383 334,0
Lingua spagnola 65.900.000 145,2

Il totale “lingua spagnola” comprende una stima delle comunità “ispaniche” negli Stati Uniti.

* Il dato riguardante la Spagna è arbitrariamente, ma non irragionevolmente,
aumentato – come spiegato nell’analisi dei dati internazionali.
 

Ci sono aumenti notevoli in gran parte dell’America Latina. Per la prima volta nel 2007 il Brasile e il Messico hanno superato i dieci milioni di host internet – ora il Brasile è oltre i 20 milioni. E per la prima volta nel 2008 tre paesi, il Messico, l’Argentina e l’Uruguay, hanno superato la soglia dei 100 host per mille abitanti. Nel 2010 anche il Brasile, nel 2011 il Cile, nel 2013 la Colombia. (Nel suo insieme, la lingua spagnola dal 2010).

Come in tutte le parti del mondo, all’interno dell’America Latina e dell’area di lingua spagnola ci sono forti differenze. Il fatto è evidente nel prossimo grafico (sette paesi con più di un milione di host, che hanno il 98 % del totale nell’America Latina).


7 paesi dell’America Latina

america latina


L’83 % del totale è in tre paesi: Brasile, Messico e Argentina.

Se esaminiamo la stessa situazione dal punto di vista dell’area linguistica, naturalmente c’è la Spagna invece del Brasile.


7 paesi di lingua spagnola

lingua spagnola

La dimensione dell’area grigia è basata su stime
inevitabilmente “approssimate” – ma è un’indicazione
del fatto che (oltre al resto dell’America Latina)
ci sono altre aree di diffusione della lingua spagnola,
di cui non è facile misurare la presenza nell’internet
(in particolare le comunità “ispaniche” negli Stati Uniti).

Se diamo spazio agli “altri”, togliendo i pimi cinque, vediamo la situazione in dieci paesi dell’America Latina con più di 140.000 host internet (di cui solo due compaiono nel grafico precedente).


10 paesi dell’America Latina

america latina


Ci sono grosse differenze. Per esempio l’Uruguay, con tre milioni di abitanti, ha più nodi attivi in rete del Venezuela, dove vivono 29 milioni di persone. Il Perù, con otto volte la popolazione, ha meno host della Repubblica Dominicana. Eccetera...

Il quadro compessivo è riassunto nel prossimo grafico, dove vediamo la densità rispetto alla popolazione – nei 18 paesi (oltre alla Spagna) con più di 10.000 host internet, che hanno il 99,9 % del hostcount totale nell’America Latina.


Host internet per 1000 abitanti
in 18 paesi dell’America Latina

(più la Spagna)

densita'


Nel 2006, per la prima volta, la densità nell’America latina aveva superato la media mondiale (ma ancora oggi solo sette paesi latinoamericani sono a quel livello). In quel periodo era particolarmente rilevante lo sviluppo del Messico, che aveva superato l’Argentina e il Brasile. Ma negli anni seguenti è cresciuta di più l’Argentina (con particolare velocità nel 2011-2013) – e intanto anche il Brasile ha, di nuovo, superato la densità del Messico.

Il quadro in base alla densità può essere riassunto anche in questa mappa.

mappa'

 
Come già rilevato, un “fatto nuovo” nel 2008
era che ci fossero tre paesi dell’America Latina
con più di 100 host internet per 1000 abitanti:
l’Uruguay, l’Argentina e il Messico.
Dal 2010 anche il Brasile e dal 2011 il Cile.
Nel 2013 la Colombia.
Nel 2010 l’Uruguay è stato il primo paese
dell’America Latina a superare i 200 host
per mille abitanti – poi l’Argentina nel 2011.
(Il prossimo sarà, probabilmente, il Brasile).


Vediamo ora, negli stessi paesi del grafico sulla densità, la situazione in rapporto al reddito (“prodotto interno lordo”).


Host internet in rapporto al reddito (PIL)
in 18 paesi dell’America Latina

(più la Spagna)

reddito
Per migliore leggibillità del grafico la dimensione
della Dominicana e del Nicaragua è ridotta del 25 %

La situazione continua a evolversi. Otto paesi dell’America latina hanno un’attività online, in rapporto al reddito, superiore a quella della Spagna – e anche di altri paesi europei. È particolarmente rilevante, anche nel quadro mondiale, lo sviluppo dell’Argentina – come vediamo in questo grafico (paesi con più di due milioni di host).

.

Host internet in rapporto al reddito (PIL)
in 40 paesi nel mondo

reddito


Le differenze rimangono molto forti, ma in generale nell’America latina (come nell’area di lingua spagnola) si conferma una crescita dell’attività nell’internet con un andamento molto più veloce della media mondiale (vedi i confronti fra le “grandi aree” nei già citati dati internazionali).

Nel prossimo grafico vediamo un esempio molto semplificato (solo tre paesi) dello sviluppo dal 1998 al 2012.


Crescita in tre paesi 1998-2012
Numeri in milioni

tre paesi


Ci sono state discontinuità (per esempio il Messico sembrava essersi avvicinato al Brasile nel 2005-2007, ma poi la distanza è ritornata ad aumentare). Come abbiamo visto, in proporzione alla popolazione e al reddito continua a essere più avanzata l’Argentina. Il fatto rilevante è che questi, come anche altri paesi dell’America latina, hanno una crescita proporzionalmente molto forte – con una tendenza che ha buona probabilità di continuare.




Se, per curiosità, proviamo a mettere insieme spagnolo e portoghese, otteniamo un grafico come questo.


Lingua spagnola e lingua portoghese

spagnolo e portoghese


Quest’area, nel suo insieme, ha 104 milioni di host internet – e (come abbiamo visto) una percentuale di crescita notevolmente superiore alla media mondiale.






L’area etnica cinese

mappa

Non è facile definire quale sia il “territorio” occupato dalle comunità cinesi, perché i cinesi sono dovunque – anche negli Stati Uniti, in Europa e in Italia. Ma ovviamente i “grandi numeri” (anche per quanto riguarda l’internet) sono in Cina, a Taiwan e in alcuni paesi del sud-est asiatico.

Nella Repubblica Popolare Cinese non ci sono solo limiti economici e tecnici alla diffusione dell’internet. C’è una forte repressione politica e culturale. C’è una densità molto più alta di uso dell’internet a Taiwan, a Hong Kong (che nonostante l’annessione alla Cina mantiene una sua presenza separata nell’internet) e nelle forti comunità cinesi di Singapore e di altri paesi dell’Asia sud-orientale.

Il “fatto nuovo” del 2007 era che, nonostate questi ostacoli, sembrava esserci un forte aumento del hostcount in Cina (non confermato con la stessa velocità nel 2008-2013) che comunue rimane a un livello basso rispetto alla popolazione.

Il quadro si può riassumere in questa sintetica tabella.


  Numero di host
giugno 2013
Per 1000
abitanti
Cina 19.976.554 14,9
Hong Kong 874.455 123,7
Taiwan 6.429.021 276,8
Sud-est asiatico * 2.496.354 292,6
Totale 29.800.000 26,0

* Calcolato in base alla popolazione cinese in paesi come Singapore e Malesia.

Per grafici di confronto dell’attività in rete
rispetto alla popolazione e al reddito
vedi l’analisi della situazione in Asia.


In tutta la storia della rete, fino al 2006, nell’area cinese c’era un forte predominio di Taiwan, il cui hostcount era venti volte quello della Cina continentale. Ancora oggi Taiwan, con 23 milioni di abitanti, ha un terzo dei host internet della Cina (quasi 1.400 milioni di persone).

Per la prima volta nel 2006 il dato di Hong Kong non è più risultato superiore a quello dell’intera “madrepatria” cinese, ma rimane il fatto che l’ex-colonia, con 7 milioni di abitanti, ha una densità molto più alta rispetto alla popolazione. E così accade anche nelle comunità cinesi nel sud-est asiatico.

Il curioso fenomeno di un improvviso ed enorme cambiamento in Cina (da 230.000 host internet nella prima metà del 2006 a oltre dieci milioni un anno più tardi e poi a 14 milioni nel 2008) merita qualche commento. Come dimostrato con vari esempi in un libro recentemente pubblicato in italiano, Mentire con le statistiche, ci sono molti dati contradittori o palesemente irreali riguardanti la Cina.

Si può trattare, in parte, di errori involontari, ma è un fatto che l’informazione (e la “disinformazione”) sono strumenti “bellici”, usati anche nelle competizioni commerciali, finanziarie, politiche e culturali. Non è chiaro quale possa essere l’artificio tecnico che permetta di “truccare” i dati di hostcount, ma non si può escludere l’ipotesi che, in un sistema rigidamente condizionato, ci sia una manipolazione di quel genere.

Un dettaglio bizzarro, che tuttavia sembra preoccupare le autorità di controllo, è uno strano commercio di domain “.cn” offerti e venduti in giro per il mondo anche a chi non ha alcun motivo di “assumere un’identità” cinese. (Pare che quei domain siano usati soprattutto da propalatori di spam).

Solo le osservazioni nei prossimi anni ci potranno dire quale sarà lo sviluppo nell’area di cultura cinese. Il potenziale rimane ovviamente elevato, ma non è pensabile che gli squilibri al suo interno si correggano in pochi anni. Sono in gioco fattori economici, politici e sociali che si possono evolvere solo in periodi lunghi.




Per avere una percezione del quadro geografico può essere utile una piccola mappa della parte centrale e meridionale del continente asiatico, dal Medio Oriente all’Asia orientale.


Host internet per 1000 abitanti

asia

(La scala dei valori e dei colori è diversa
da quella nella mappa dell’America latina)

Questa mappa è molto più “colorata”
di come appariva tre o quattro anni fa
perché ci sono situazioni di sviluppo recente
(in particolare, ma non solo, in Cina e in India).
Vedi l’analisi del hostcount in Asia.

Sono pochi i paesi con una densità elevata e sono solo in alcune parti del continente. Se si potessero isolare alcune aree urbane ci sarebbero piccoli “punti”, anche in paesi a bassa densità, di non trascurabile attività nell’internet. Ma il quadro generale conferma grandi squilibri.

Asia

La situazione è analizzata in maggiore dettaglio
in un documento dedicato all’internet in Asia





Supplemento
Due altre “aree linguistiche”

Anche queste due analisi (pubblicate in ottobre) sono basate sui dati di giugno 2013.


Ci sono due aree culturali di cui non avevo mai fatto un’analisi fino a quando ho deciso di verificarle, per la prima volta, con i dati del 2011. Sarebhbe stato poco significativo farlo prima. Gli sviluppi in anni recenti le rendono più interessanti e meglio interpretabili.

Hanno caratteristiche molto diverse. Una è l’insieme delle lingue “slave” – che ha una crescente attività nell’internet. L’altra è l’arabo – che, finora, ha uno sviluppo molto scarso in rete.



Le lingue “slave”

Rivediamo il grafico che si trova all’inizio dell’analisi per “comunità linguistiche” – con un’aggiunta.


Host internet
Numeri in milioni

sette aree


Non è una sorpresa, ma è un nuovo sviluppo che merita di essere capito. Vediamo che l’insieme delle lingue “slave” ha superato il tedesco e il francese, collocandosi al quarto posto nel mondo, dopo l’inglese, il giapponese e lo spagnolo.

Ovviamente non si tratta di una sola lingua. Né di culture omogenee. Ma ci sono somiglianze lessicali, che permettono agli abitanti di paesi diversi di capirsi fra loro (anche se spesso non sono d’accordo).

Si tratta di 13 paesi europei, come vediamo in questa mappa.


Paesi di lingua “slava”

lingue slave


I paesi “di lingua slava” hanno 280 milioni di abitanti, il 40 % della popolazione in Europa. Finora solo il 27 % dei host internet, ma con tendenza a crescere.

Rivediamo il grafico di confronto, ma in una prospettiva diversa: la dimensione a livello europeo per hostcount delle lingue e “comunità culturali”.


Host internet – in Europa
Numeri in milioni

sette aree
La parte “pallida” della barra riguardante le lingue scandinave rappresenta la Finlandia,
che ha una lingua di filologia diversa, ma affinità culturale con il resto dell’area.
 

Come negli analoghi grafici precedenti, anche qui sono considerati solo i paesi in cui la lingua è “ufficiale”. Ovviamente l’inglese è largamente capito e usato – in generale e particolarmente nell’internet. Anche il francese e il tedesco hanno una diffusione estesa oltre i confini nazionali – e anche lo spagnolo e l’italiano, su scala meno ampia, ma non irrilevante. Un indice alto per il fiammingo è dovuto al forte hostcount in Olanda e in Belgio, ma (come osservato nella parte generale all’inizio di queste analisi) sono paesi in cui quasi tutti sanno l’inglese.


In una breve tabella vediamo i dati per i paesi di lingua “slava”.

7
  Numero di host
giugno 2013
Per 1000
abitanti
Russia 14.865.484 104,7
Polonia 13.928.122 347,4
Repubblica Ceca 4.184.325 397,2
Ucraina 2.137.281 47,5
Slovacchia 1.387.022 255,2
Croazia 1.344.819 305,0
Serbia 1.106.234 150,6
Bulgaria 976.277 132,8
Slovenia 700.000 341,5
Bielorussia 302.560 31,9
Bosnia Erzegovina 155.252 40,4
Macedonia 65.967 32,1
Montenegro 10.188 16,3
lingue slave 50.527.892 180,9
Europa 201.769.000 286,7


Il hostcount nelle lingue slave è cresciuto del 38 % nel giugno 2013 rispetto al dicembre 2011. (La media europea è + 12 %).

Nel prossimo grafico vediamo la dimensione dell’attività nell’internet negli undici paesi “slavi” con più di 100.000 host.


11 paesi
numeri in migliaia

lingue slave


È in corso da anni la crescita in Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia, Bulgaria e Slovenia. Più recente in Russia e in Serbia. (Vedi dati europei).

Ci sono forti differenze di densità, come vediamo in questo grafico (tredici paesi con più di 10.000 host).


Host internet per 1000 abitanti

lingue slave


Quattro paesi “slavi” hanno una densità superiore alla media europea. In molti (ma non tutti) c’è uno sviluppo veloce. Quattro sono al di sotto della media mondiale – e non sembra probabile che la possano superare in “tempi brevi” (ma qualche sorpresa è sempre possibile).

Sarà interessante vedere come tutta quest’area si evolverà nei prossimi anni.



L’arabo

L’arabo è la “lingua ufficiale” (e dominante, benché non l’unica) in 19 paesi, con 340 milioni di abitanti (un ventesimo della popolazione mondiale) che si trovano in un’area relativamente ristretta, rispetto al totale del pianeta, in Nordafrica e nel Vicino Oriente. Come vediamo in questa mappa.


Paesi arabi

arabo


Merita particolare attenzione non solo perché è vicina all’Europa e rilevante nell’area mediterranea, ma anche per le complesse conseguenze, su scala mondiale, dei mutamenti e conflitti politici, sociali ed economici di cui è difficile capire l’esito. E ovviamente c’è anche il problema della grande quantità di estrazione di petrolio concentrata in alcuni di questi paesi.

L’attività nell’internet è scarsa. Tutto l’insieme dei paesi arabi ha 1,7 milioni i host (ne ha di più, da solo, Israele, con meno di 8 milioni di abitanti). È un cinquecentesimo del totale mondiale.

Vediamo in questa tabella i 16 paesi arabi con più di 100 host internet.


  Numero di host
giugno 2013
Per 1000
abitanti
Arabia Saudita 481.880 17,8
Emirati Arabi 381.915 74,2
Marocco 278.661 8,6
Egitto 204.661 2,5
Giordania 120.293 19,3
Libia 78.999 12,3
Libano 64.926 15,2
Bahrein 55.498 41,2
Palestina 46.775 18,4
Yemen 33.279 1,3
Oman 13.488 5,0
Siria 8.114 0,4
Kuwait 3.289 0,9
Quatar 897 0,5
Algeria 695 0,02
Tunisia 575 0,05
paesi arabi 1,777.267 5,2


Prima di osservare la bassa densità, vediamo in questo grafico la dimensione dell’attività nell’internet nei tredici paesi arabi con più di mille host.


13 paesi
numeri in migliaia

arabo

Per il caso particolare della Palestina, vedi l’annotazione dopo la tabella nell’analisi Asia


Si rileva un’attività online molto scarsa rispetto alla popolazione. E, nell’ambito di piccole quantità, con grosse differenze. Come vediamo in questo grafico della densità (tredici paesi arabi con più di mille host).


Host internet per 1000 abitanti

arabo


La densità complessiva è 5 per mille, rispetto a una media mondiale di 72 (in questo ambito superata – di poco – solo dagli Emirati Arabi).

Per altri confronti vedi Asia e Africa.

Nauralmente è sempre opportuno dubitare delle statistiche, specialmente sui “piccoli numeri”. Per esempio è difficile credere che la densità in Tunisia sia un duecentesimo di quella in Libia. Si potrebbe immaginare un dato un po’ più alto in base a ipotesi difficilmente verificabili (come, forse, un possibile uso di domain francesi) ma non ci sono criteri, per questa e per altre sitazioni analoghe, che permettano di fare una stima ragionevole. Ci possono essere complessità difficilente analizzabili per singoli paesi. Ma è probabile che il quadro complessivo dia una percezione ragionevole della realtà.

Vedremo se e quando, nei prossimi anni, ci saranno segnali di cambiamento. Se un giorno, in qualcuno di questi paesi, si rileverà una maggiore crescita di attività nell’internet, forse potrà essere considerato un sintomo di risveglio civile e di evoluzione culturale.

Un caso particolare è quello della Libia, dove da alcuni anni si rileva un aumento, con una forte accelerazione nel 2013. Benché conflitti e disordini nel paese non siano affatto risolti, dopo la fine del regime di Gheddafi sembra esserci uno sviluppo dell’attività di comunicazione.


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