Unevoluzione
complessa
fra cambiamenti e continuità
Un contributo di Giancarlo Livraghi al quinto rapporto del Censis maggio 2006
Alcuni confronti internazionali
Abbiamo visto, allinizio, alcune considerazioni generali, seguite dai confronti fra il 2001 e il 2005 in base agli studi del Censis. Poi le analisi dello sviluppo nel tempo per i mezzi audiovisivi, la carta stampata e le nuove risorse. Prima di arrivare alle osservazioni conclusive, vediamo alcuni confronti internazionali.
Cominciamo con la televisione. Questo è, secondo il repertorio di dati statistici raccolto dallEconomist, il numero di televisori a colori per unità abitativa nei 30 paesi del mondo in cui la risorsa è più diffusa.
La televisione
Televisori a colori per 100 abitazioni in 30 paesi
È abbastanza ovvio che la televisione sia quasi onnipresente dovunque le condizioni economiche e sociali lo consentono. Le differenze, per molti dei paesi qui considerati, sono così piccole da essere statisticamente irrilevanti. Ma un fatto è chiaro: lItalia non è, rispetto a paesi di confrontabili condizioni economiche e culturali, più dotata di televisione. La differenza sta nel fatto che una larga parte della popolazione italiana è meno dotata di altre risorse.
Non solo in Italia, ma anche in altri paesi che soffrono di arretratezza nella lettura e in una parte delle nuove tecnologie, la causa di un sovraccarico televisivo non è la diffusione dei televisori, ma lo scarso uso di altri mezzi.
Nel grafico seguente vediamo, dallo stesso repertorio dellEconomist, la spesa pro capite in libri nei 30 paesi del mondo con un indice più elevato.
I libri
Spesa pro capite in libri in 30 paesi
Sembra probabile che in queste statistiche siano sottovalutati
i dati di alcuni paesi: per esempio gli Stati Uniti e la Francia
In cifra assoluta, secondo la stessa fonte, ci sono dodici paesi con una spesa nellacquisto di libri superiore a un miliardo di dollari. Sono, nellordine, Stati Uniti, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Messico, Cina, Francia, Italia, Spagna, Canada, Australia e Belgio cui probabilmente va aggiunta lIndia, che appare sottovalutata in questa classifica.
Secondo un rapporto pubblicato nel 2005 dallAie (associazione editori) in Italia si pubblicano 0,95 libri (titoli) allanno per 1000 abitanti (come abbiamo visto in una pagina precedente) rispetto a 1,85 in Gran Bretagna, 1,45 in Svezia, 1,60 in Spagna, 1,26 in Finlandia, 1,01 in Germania, 0,97 in Francia. In posizione più arretrata si trovano il Portogallo (0,90) e la Grecia (0,62). Si ritiene che siano analoghi gli indici di lettura.
Nel caso della Gran Bretagna e della Spagna la produzione libraria è favorita dallampia diffusione internazionale della lingua inglese e di quella spagnola. Lo stesso accade, su scala meno estesa, per il francese e il tedesco. Sembra probabile che, anche in questo caso, sia sottovalutato il dato della Francia.
Vediamo ora in un grafico le copie di quotidiani per 1000 abitanti in un giorno medio nei 30 paesi con una più ampia diffusione.
I quotidiani
Copie per 1000 abitanti in 30 paesi fonte: World Association of Newspapers
Anche in questo caso alcuni dati sono di discutibile attendibilità (sembra, per esempio, sottovalutata la Francia) ma tutte le informazioni disponibili confermano larretratezza dellItalia.
In cifra assoluta, secondo questa fonte, ci sono due paesi con oltre 70 milioni di copie diffuse ogni giorno: la Cina e il Giappone. Seguiti da India, Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna, Russia, Messico, Francia e Brasile.
La posizione dellItalia è notoriamente diversa quando si tratta di telefonia mobile. Come vediamo nel grafico che comprende i 30 paesi con un maggior numero di telefoni cellulari rispetto alla popolazione.
Il cellulare
Telefoni cellulari in per 100 abitanti in 30 paesi fonte: Economist
In cifra assoluta (se si escludono dati poco attendibili riguardanti la Cina) il maggior numero di telefoni cellulari si trova negli Stati Uniti, seguiti da Giappone, Germania, Italia, Gran Bretagna e Brasile. (Ma, come vedremo poco più avanti, se si considerasse un unico paese lUnione Europea sarebbe ampiamente al primo posto, con più del doppio in totale degli Stati Uniti e anche una diffusione notevolmente più alta in rapporto alla popolazione).
LItalia non è al primo posto nel mondo, e neppure in Europa, per numero di cellulari in rapporto alla popolazione. Ma è vero che ha numeri più elevati, rispetto ad altri paesi, nella telefonia mobile che in qualsiasi altro sistema di informazione e di comunicazione. Data la singolarità di questa anomalia italiana, mi sembra opportuno vedere un confronto internazionale anche in base a unaltra fonte. Il grafico si basa su un rapporto pubblicato dallUnione Europea (Eurostat) nel febbraio 2006 (i dati sono riferiti al 2004 e confrontati con quelli del 1996). Oltre ai 25 paesi che fanno parte dellUnione, sono compresi in questo studio altri tre dellEuropa occidentale (Islanda, Norvegia e Svizzera) e quattro candidati (Bulgaria, Croazia, Romania e Turchia).
Cellulari in Europa 1996-2004
Telefoni cellulari per 100 abitanti nellUnione Europea
La lunghezza totale delle barre rappresenta la situazione nel 2004
La parte più scura la situazione nel 1996, quella rossa o più chiara il cambiamento
Il dato del Lussemburgo è ridotto per migliore leggibilità del grafico
In tutti i paesi cè stata una forte crescita. Ma in alcuni (in particolare nellarea scandinava) cera una diffusione relativamente ampia già dieci anni fa mentre in altri lo sviluppo è più recente. LItalia sembra trovarsi in una situazione intermedia fra i paesi che avevano anticipato la tendenza e quelli che lhanno seguita più tardi.
Per densità rispetto alla popolazione, secondo questa fonte, lItalia è al terzo posto ma è ancora il primo fra i grandi paesi europei. In cifra assoluta è stata superata dalla Germania e quasi raggiunta dalla Gran Bretagna. Il totale nellUnione Europea ha superato i 400 milioni di cellulari nel 2004. Sette paesi europei hanno superato la soglia dei 100 cellulari per 100 abitanti. Oltre al Lussemburgo, sono la Svezia, lItalia, la Repubblica Ceca, la Norvegia, la Gran Bretagna e lIslanda.
È interessante notare che in alcuni paesi cera già una diffusione relativamente elevata della telefonia mobile dieci anni fa, mentre in altri cè un rapido sviluppo molto più recente. Una delle conseguenze è che si sta riducendo la differenza fra i paesi dellUnione a quindici e i nuovi membri entrati nel 2004.
In alcuni studi di Eurostat cè anche un confronto con gli Stati Uniti e il Giappone ma non in questo. Da altre fonti risulta che Gli Stati Uniti (primi nel mondo in cifra assoluta per numero di telefoni, fissi e mobili) hanno una densità di cellulari, rispetto alla popolazione, più bassa della Polonia. Il Giappone ne ha, in totale, più della Germania, ma una percentuale inferiore a quella della Francia.
Tutti i dati disponibili confermano che la diffusione della telefonia cellulare non si può più considerare una malattia italiana. Ha contagiato anche tutta lUnione Europea e molti altri paesi nel mondo.
Lultimo confronto internazionale riguarda lattività nellinternet. Continua una forte crescita della rete su scala mondiale. Alla fine del 2005 si è arrivati a quasi 400 milioni di host internet, con una crescita del 24 % rispetto a un anno prima.
Sono oltre 70 milioni in Europa (+ 32 % rispetto a un anno prima). LItalia sembra avere una crescita un po meno veloce nellultimo anno (+ 20 %) ma da quattro anni ha uno sviluppo superiore alla media mondiale ed europea. Informazioni e osservazioni più dettagliate si trovano nelle analisi dedicate allinternet: dati internazionali ed europei.
Il grafico mostra il numero di host internet per 1000 abitanti, alla fine del 2005, in 31 paesi del mondo che hanno più di 800.000 host.
Linternet nel mondo
Host internet per 1000 abitanti
Il dato degli Stati Uniti è ridotto per migliore leggibilità del grafico
Lindice di densità mondiale è calcolato escludendo gli Stati Uniti
Il predominio americano rimane molto forte, anche se la percentuale degli Stati Uniti sul totale mondiale è in continua diminuzione (ancora pochi anni fa era più di due terzi, ora è un po meno del 60 %). Luso della rete sta crescendo dovunque (fuorché nei paesi dove cè una schiacciante repressione), ma rimangono grandi differenze.
È definito con lo stesso criterio lultimo grafico, che riguarda la situazione in Europa: numero di host internet per 1000 abitanti nei 31 paesi europei che hanno più di 50.000 host.
Linternet in Europa
Host internet per 1000 abitanti
Il dato dellIslanda è ridotto per migliore leggibilità del grafico
La posizione dellItalia è molto migliorata rispetto al passato, ma rimane ancora arretrata in confronto ai paesi più evoluti. Ci sono ancora ampi spazi di crescita e sviluppo nelluso dellinternet, in Italia come su scala europea e mondiale.
È interessante notare che la divisione fra abbienti e meno abbienti si rileva anche nei confronti internazionali. Ricorrono spesso gli stessi paesi fra i primi in diverse classifiche. Molti di quelli con il più forte sviluppo di nuove risorse sono altrettanto ricchi nel resto del patrimonio di informazione e comunicazione.
Pochi sono sbilanciati come lItalia, che è circa alla pari con i più abbienti nel caso della televisione e della radio, fra i maggiori utilizzatori di telefonia cellulare in Europa e nel mondo, ma proporzionalmente debole in tutto il resto. È ovviamente un falso cliché che gli italiani siano chiacchieroni, superficiali, poco capaci o desiderosi di imparare e approfondire. Ma se non riusciamo a migliorare la nostra dieta di informazione e comunicazione rischiamo di diventare un po troppo simili a quella fastidiosa immagine.
A partire dalla prossima pagina ritorneremo al quadro generale, per tentare una breve sintesi di ciò che risulta dalla situazione e dallinterazione dei diversi strumenti di cui disponiamo.
Con questa pagina si concludono le analisi dei dati. Seguono le riflessioni conclusive sulla televisione, la radio, il cellulare, la stampa e linternet. E infine arriveremo ad alcuni commenti sul quadro complesso di abbondanza e scarsità e su come si evolve il cambiamento di tutta la situazione.