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Un’evoluzione complessa
fra cambiamenti e continuità

Un contributo di Giancarlo Livraghi al quinto rapporto del Censis – maggio 2006


L’evoluzione nel tempo



Per meglio inquadrare la situazione, vediamo ora un aggiornamento delle prospettive di evoluzione nel tempo anche in periodi precedenti, che erano state tracciate in occasione del secondo e del terzo rapporto del Censis. Cui seguiranno alcuni confronti internazionali, prima di arrivare a qualche osservazione conclusiva.

In occasione del secondo rappporto del Censis (volume pubblicato nel 2003) era stata svolta un’analisi analoga a questa. Nel volume dedicato al terzo rapporto (pubblicato nel 2004) si era tracciato un più esteso percorso storico delle risorse di comunicazione dalle origini ai nostri giorni.


Crescita consolidata:
televisione e radio


C’erano trasmissioni sperimentali anche negli anni precedenti, ma l’accesso generale alla televisione si è aperto in Italia nel 1954. Vediamo nel grafico la crescita degli abbonamenti da allora al 2005.


Abbonamenti alla televisione in Italia – 1954-2005
Numeri in migliaia – fonte: Istat

televisione


Il fatto sorprendente è che la televisione non ha finito di crescere. È comprensibile un aumento negli ultimi vent’anni del secolo scorso, dovuto in parte all’allargamento di offerta derivante dallo sviluppo delle emittenti commerciali. Ma c’è una leggera crescita anche nel periodo più recente, forse non tutta attribuibile al maggior numero di piccoli nuclei famigliari e di persone che vivono da sole. Si tratta comunque, come sappiamo, di un sistema “saturo” e di una risorsa “onnipresente”.

L’evoluzione della radio si estende, ovviamente, su un periodo più lungo e con una crescita, all’inizio, più graduale che immediata. Può essere difficile oggi ricordare un’epoca in cui anche il possesso di un apparecchio radio era un “lusso” che non tutti si potevano permettere. Per i primi trent’anni dalla nascita della radio possiamo misurare la crescita in base al numero di abbonamenti. Lo sviluppo successivo nel grafico è un tracciato “arbitrario ma non irragionevole” per un mezzo che, dopo ottant’anni, non ha perso la capacità di essere giovane e vitale.


Crescita della radio in Italia – 1924-2005
Proiezione su dati Istat

radio
I numeri fino al 1954 sono migliaia di abbonamenti
Per gli anni successivi la proiezione non ha valore numerico, è solo una linea di tendenza


Una diminuzione durante la seconda guerra mondiale non è dovuta a un calo dell’ascolto, che invece è aumentato proprio a causa di quella drammatica situazione, ma alle difficoltà pratiche nel rinnovo degli abbonamenti. Una curva degli ascolti, se fosse misurabile, mostrerebbe un aumento continuo fra il 1940 e il 1950. Il fatto rilevante è che con la nascita e lo sviluppo della televisione non si è “spenta” la radio, che non solo mantiene ancora oggi un’ampia diffusione, ma ha anche possibilità di ulteriore crescita.

Nel mondo “audiovisivo” ci sono altre evoluzioni e turbolenze, di più recente sviluppo, che comprendono i sistemi di audio e video registrazione, la diffusione della musica attraverso l’internet, le crescenti risorse per la gestione di “audioteche” personali, la moltiplicazione di canali televisivi satellitari o “terrestri”, eccetera. Un quadro complesso e ancora scarsamente decifrabile, su cui ritorneremo nelle riflessioni conclusive sulla televisione e sulla radio.




Nelle pagine seguenti vedremo le prospettive di sviluppo nel tempo per la carta stampata e per i “nuovi” strumenti di informazione e comunicazione, seguite da alcuni confronti internazionali, prima di arrivare a qualche osservazione conclusiva per ognuna delle risorse – e infine ad alcuni commenti sulla situazione in generale.



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