Lumanità dellinternet
(le vie della rete sono infinite)di Giancarlo Livraghi
gian@gandalf.it
Intervista su Punto Informatico 6 luglio 2001
Un volume illuminante sul significato,
limpatto e la vita della rete
Parla Giancarlo Livraghi, autore di un volume illuminante sul significato, limpatto e la vita della rete. Dai sentimenti alla netiquette, uno sguardo a 360 gradi sul mondo online. Quattro chiacchiere con lautore
«La rete non è fatta di macchine, connessioni e tecnologie. La rete è fatta di persone. Linternet non è ununica rete, né un sistema omogeneo. È unaffascinante mescolanza di infinite realtà diverse, in cui ognuno può trovare la propria strada personale, creare una rete a sua immagine e somiglianza». Questo è il cuore di Lumanità dellinternet, le vie della rete sono infinite, lultimo libro di Giancarlo Livraghi, che parla dellinternet per parlare di tutti noi. Ecco come, in una breve intervista.
La rete è femmina
Punto Informatico: Un capitolo del tuo libro si intitola La rete è femmina. In che modo differisce la presenza delle donne in rete e nella tecnologia rispetto a quella degli uomini? Cè un approccio diverso?
Giancarlo Livraghi: Naturalmente non si può generalizzare. Ma le donne hanno spesso un atteggiamento più concreto. Badano più alla sostanza e alla qualità delle relazioni, si lasciano meno affascinare dalle tecnologie. È anche molto importante la capacità di seguire percorsi non lineari, più intuitivi e sintetici. Una qualità che non hanno solo le donne, ma che somiglia di più a unintelligenza di tipo femminile. E poi... sai che noia sarebbe una rete di soli uomini?
PI: I neofiti di internet, i cosiddetti newbie, sono sempre più numerosi. Portano nuova umanità sulla rete ma spesso portano perlopiù inconsapevolmente anche, nei primi tempi della loro esperienza, molta confusione, disturbo delle comunità online o addirittura spam e via dicendo. Come può un newbie arrivare sullinternet rispettando la rete? E come dovrebbero rapportarsi ad un newbie gli utenti più navigati?
GL: Non mi sembra che ci sia una distinzione così netta. Conosco utenti navigati che perseverano in pessime abitudini (spamming compreso) e nuovi che imparano molto in fretta. Passami una battuta... forse i nuovi (ma anche molti vecchi) farebbero bene a leggere un libro come questo. ;-)
Comunque credo che il rispetto per gli altri e la capacità di ascoltare siano unesigenza fondamentale di qualsiasi comunità umana... comprese quelle in rete.
Gli utenti più esperti dovrebbero (come molti hanno sempre fatto, fin dalle origini) accogliere i nuovi con simpatia e aiutarli a orientarsi. Anche se qualcuno, qualche volta, merita di essere mandato a quel paese...
PI: Una delle tue tesi è che linternet si scrive senza maiuscola. La ragione è puramente ortografica o è un modo che consente di vedere la Rete, anzi la rete, in un certo modo?
GL: Non è solo una questione di ortografia. È assurdo pensare che ci sia un signor Internet o che la rete sia unentità omogenea con un proprio sistema di opinioni.
PI: Esistono le comunità online o linternet è ununica grande comunità?
GL: Esistono miriadi di comunità online e continuano a nascerne. Linternet non è ununica comunità e non lo può essere. Non è possibile dialogare con milioni di persone; e se linternet fosse una e omogenea sarebbe molto meno interessante e stimolante di ciò che è. La forza della rete è la sua infinita varietà e molteplicità.
Soli nellinternet?
PI: Linternet è uno strumento, come spieghi egregiamente nel tuo ultimo libro, che offre a ciascuno la possibilità di creare nuove e più articolate relazioni interpersonali. Quali sono gli strumenti da utilizzare? Ci sono dei rischi associati alla difficoltà di verificare lidentità di colui o colei con cui si dialoga? Si può essere soli nellinternet?
GL: Lo strumento fondamentale è le-mail, in tutte le sue forme comprese le mailing list, i forum, eccetera (anche i newsgroup, che usano una tecnologia diversa ma sono aree di dialogo online).
Non mi sembra che abbia molto senso essere soli nellinternet. Se qualcuno si limita a solitarie esplorazioni web, sta solo esplorando una banca dati o una biblioteca... non è entrato nella vita della rete, che è fatta di scambio e di dialogo.
Il problema dellidentità... è soprattutto una questione di buon senso. Se stiamo scambiando idee con qualcuno su un argomento qualsiasi, è molto più importante sapere come pensa e come ragiona (cosa che in rete si capisce bene spesso meglio che in altri tipi di incontro) che sapere chi è da un punto di vista anagrafico.
Se il dialogo diventa più personale... meglio stare un po attenti. Ma questo è vero anche fuori della rete. Quante persone incontriamo di cui conosciamo laspetto, il nome, magari il mestiere... ma non la vera identità? Spesso è più facile capire il carattere, la personalità, lo stile di una persona con un dialogo in rete che con un incontro fisico (vedi Lanima e il corpo).
PI: In Lumanità dellinternet sostieni che la posta elettronica «è lelemento portante della rete». Studi recenti sembrano indicare che un numero sempre più alto di utenti, soprattutto giovani, inizia a preferire il messaging istantaneo, le chat da uno-ad-uno o da molti-a-molti. Come interpreti questi cambiamenti? Lemail rimarrà lapplicazione regina della rete?
GL: Il sistema dei messaggini è nato con la telefonia cellulare e ha una parentela molto relativa con linternet. Se qualcuno arriva allinternet partendo da quellesperienza, allinizio sarà portato a cercare di ripeterla. Ma se non è completamente stupido imparerà presto che nella posta elettronica ci sono possibilità molto più ricche di comunicazione.
Le chat sono sempre state una parte dellattività in rete e credo che siano una buona esperienza, specialmente allinizio. Possono essere molto divertenti se si incontrano persone spiritose e si crea il clima giusto. Come possono essere insopportabilmente noiose... ma il vantaggio dei dialoghi in rete è che è molto più facile andarsene, mentre in altre situazioni si è più spesso costretti a subire un ambiente che non sempre è come lo vorremmo.
Comunque... non credo che possano esserci dubbi sulla centralità delle-mail, in tutte le sue forme (da uno a uno o in comunità di dialogo).
PI: A proposito di spam, nel tuo libro spieghi come sia difficile difendersi, e lo sanno bene i lettori di Punto Informatico che spesso si occupa di questa autentica piaga per la rete. E affermi che «lunico vero vaccino contro questa infezione è lesperienza e lintelligenza delle persone. Quando nessuno risponderà più... lepidemia si esaurirà». Vedi davvero una possibile fine dello spam? E che dire delle catene di SantAntonio o delle ancora più numerose bufale che via email fanno il giro della rete intasando le mailbox di milioni di individui?
GL: Eliminare queste piaghe non è facile. Ma credo che lunica cura vera sia sviluppare gli anticorpi. Quanto meno saranno tollerati, più presto la smetteranno.
Ma non è solo nellinternet che siamo quotidianamente afflitti da qualche forma di stupidità umana, o di intenzionale o involontaria villania. Se le bufale fossero solo nellinternet... potremmo stare allegri (se uno è un po attento impara presto a distinguerle). Il problema grave è che ci sono gigantesche bufale nei grandi mezzi di informazione e che troppi le prendono sul serio. Linternet, usata bene, è un buon antidoto...
Comunque non dovremo stancarci mai di spiegare e farci capire. Per esempio cè un mio amico che è una carissima persona, è in rete da sei o sette anni ed è tuttaltro che sciocco... ma cade ripetutamente preda di hoax, catene et similia. Lo stiamo affettuosamente prendendo in giro.... un po per volta imparerà. :-)
Una rete per gli italiani?
PI: A pagina 319 del tuo libro inizia il capitolo Perché la rete è adatta agli italiani. Lo vuoi sintetizzare per i lettori di Punto Informatico?
GL: Questo è il punto su cui ho trovato più dissensi (noi italiani siamo spesso un po autolesionisti). Ma sono convinto che in rete ci vogliano fantasia, immaginazione, intuito, calore umano. Qualità che non scarseggiano fra gli italiani. Limportante è non avere complessi di inferiorità e non copiare nessuno. Non dobbiamo fare come in quella vecchia canzone di Renato Carosone, tu vuo fà lamericano. Cerchiamo di essere quello che siamo e di dare il meglio di noi. In rete cè posto per tutti.
E poi... lItalia non è più la cenerentola dellinternet. Oggi siamo fra i primi dieci paesi del mondo nelluso della rete (probabilmente fra i primi sei). Adesso che cè la quantità, vediamo di nutrirla di qualità. E soprattutto di valori umani.
Intervista a cura di Paolo De Andreis
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