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Il Mercante in Rete
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Numero 31 20 febbraio 1999 |
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1. Editoriale: Che cosa c'è di nuovo? |
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Questo numero del "mercante
in rete" è dedicato all'analisi dei dati "quantitativi" derivanti dalla nuova analisi semestrale (dati di fine 1998) pubblicata il 15 febbraio. Molte persone che hanno la pazienza di leggere questa rubrica pensano che i "grandi numeri" contino poco e che siano molto più importanti le valutazioni qualitative. Credo che abbiano ragione. Inoltre, per quanto veloce e turbolento possa essere lo sviluppo della rete, non possiamo aspettarci grandi novità in un semestre o in un anno. Ma dall'analisi delle tendenze emergono alcune osservazioni interessanti.
Su scala globale la rete è cresciuta del 46 per cento in un anno, è quasi raddoppiata rispetto a due anni fa, triplicata rispetto al 1996. Si conferma una crescita vigorosa (anche se non ha nulla di "esponenziale") ma con discontinuità e squilibri caratteristici di un fenomeno ancora nuovo e in turbolenta evoluzione.
La diffusione della rete rimane disordinata e limitata a una piccola parte del mondo. La concentrazione non diminuisce, anzi aumenta; il predominio americano è ancora maggiore che in passato. L'Europa cresce un po' meno velocemente degli Stati Uniti, un po' più del resto del mondo. (Per un'analisi della situazione europea, vedi il numero 30 di questa rubrica).
Il 73 per cento della rete è nel Nord America; il 17 per cento in Europa; il 10 per cento nel resto del mondo.
Si continuano a notare forti differenze fra i diversi paesi. Alcuni crescono in modo molto dinamico, altri sono quasi statici. C'è una crescita vivace in parte dell'America Latina, anche se naturalmente è ancora lontana dai livelli degli Stati Uniti o dell'Europa. Nel resto del mondo la mappa della rete rimane un sistema di punti isolati un mondo di bassissima penetrazione, anche se si notano qua e là segni di sviluppo in Asia e qualche timido, ma non irrilevante, segnale di attività in Africa.
Per quanto importante possa
essere ciò che è accaduto finora, il potenziale della rete rimane ancora in gran parte inespresso. Per quanto poco credibili e non confrontabili possano essere le stime del numero di "utenti" internet, una cosa è chiara: il 98 per cento dell'umanità è ancora escluso da questo nuovo strumento di comunicazione.
L'evoluzione della rete è appena cominciata. Intanto da un'analisi dei dati si rilevano alcune tendenze che mi sembrano degne di osservazione.
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2. Numeri nel mondo |
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Il rapporto semestrale di Network Wizards è stato pubblicato il 15 febbraio.
I dati generali di hostcount sono:
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Numero di host |
% di crescita |
semestrale |
annuale |
Gennaio 1995 * |
5.846.000 |
51,1 |
118,9 |
Luglio 1995 * |
8.200.000 |
40,3 |
106,8 |
Luglio 1996 * |
16.729.000 |
16,6 |
104,0 |
Gennaio 1997 * |
21.819.000 |
30,4 |
52,0 |
Luglio 1997 * |
26.053.000 |
19,4 |
55,7 |
Gennaio 1998 |
29.670.000 |
13,9 |
36,0 |
Luglio 1998 |
36.739.000 |
23,8 |
41,0 |
Gennaio 1999 |
43.230.000 |
17,7 |
45,7 |
* Nota: il metodo di analisi è cambiato a partire dal gennaio 1998. I dati per gli anni
1995-1997 sono "ponderati" per adeguare la vecchia metodologia alla nuova.
Le percentuali del 1995 riferite al 1994 sono basate sulla "vecchia" serie di dati. |
Si conferma che la crescita
è molto veloce, ma discontinua (e non "esponenziale"). Finora non si è rivelata alcuna tendenza riconducibile a una "curva logica"; la crescita ha un andamento quasi lineare ed è il risultato di molte diverse e oscillanti tendenze. Questo può contribuire a spiegare perché nessuna delle proiezioni o previsioni di sviluppo della rete si è mai avverata. Man mano che la quantità totale aumenta, le percentuali di crescita tendono a diminuire.
Vediamo un aggiornamento del grafico che confronta la crescita in Europa con quella su scala mondiale:
Indice di crescita del numero di host internet
gennaio 1995 = 100
Dati semestrali (gennaio e luglio di ciascun anno)
Analisi su dati Network Wizards e RIPE (Réseaux IP Européens)
La proporzione Europa-mondo
rimane sostanzialmente invariata. La crescita degli Stati Uniti è più veloce di quella europea; il "resto del mondo" (con alcune interessanti eccezioni, come vedremo) ha uno sviluppo più lento.
Questi sono i dati per i 33 paesi (su 240 analizzati da Network Wizards) con più di 50.000 host internet:
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fine 1997 |
fine 1998 |
Variazione % |
% su totale |
Stati Uniti |
20.623.323 |
30.488.565 |
+ 47,8 |
70,5 |
Giappone |
1.168.956 |
1.687.534 |
+ 44,4 |
3,9 |
Gran Bretagna |
987.774 |
1.423.844 |
+ 44,2 |
3,3 |
Germania |
994.296 |
1.316.893 |
+ 32,4 |
3,1 |
Canada |
839.141 |
1.119.172 |
+ 33,4 |
2,6 |
Australia |
665.403 |
792.351 |
+ 19,1 |
1,8 |
Olanda |
381.172 |
564.129 |
+ 48,0 |
1,3 |
Finlandia |
450.044 |
546.244 |
+ 21,4 |
1,3 |
Francia |
333.306 |
488.043 |
+ 46,4 |
1,1 |
Svezia |
319.065 |
431.809 |
+ 35,5 |
1,0 |
Italia |
243.250 |
338.822 |
+ 39,3 |
0,8 |
Norvegia |
286.338 |
318.631 |
+ 11,3 |
0,7 |
Taiwan |
176.836 |
308.676 |
+ 74,6 |
0,7 |
Danimarca |
159.358 |
279.790 |
+ 75,6 |
0,6 |
Spagna |
168.913 |
264.245 |
+ 56,4 |
0,6 |
Svizzera |
114.816 |
224.350 |
+ 95,4 |
0,5 |
Brasile |
117.200 |
215.086 |
+ 83,5 |
0,5 |
Corea |
121.932 |
186.414 |
+ 52,9 |
0,4 |
Russia |
114.164 |
166.827 |
+ 46,1 |
0,4 |
Belgio |
87.938 |
165.873 |
+ 88,6 |
0,4 |
Sudafrica |
159.358 |
144.445 |
- 9,4 |
0,3 |
Austria |
109.154 |
143.153 |
+ 31,2 |
0,3 |
Nuova Zelanda |
169.246 |
137.247 |
- 18,9 |
0,3 |
Messico |
41.659 |
112.620 |
+ 170,3 |
0.3 |
Polonia |
77.594 |
108.588 |
+ 39,9 |
0,3 |
Israele |
64.233 |
97.765 |
+ 52,2 |
0,2 |
Ungheria |
46.082 |
83.530 |
+ 81,3 |
0,2 |
Hong Kong |
66.617 |
82.773 |
+ 24,3 |
0,2 |
Repubblica Ceca |
52.498 |
73.770 |
+ 40,5 |
0,2 |
Singapore |
57.605 |
67.060 |
+ 16,4 |
0,2 |
Argentina |
19.982 |
66.454 |
+ 232,6 |
0,2 |
Irlanda |
38.406 |
54.872 |
+ 42,9 |
0,1 |
Grecia |
26.917 |
51.541 |
+ 91,5 |
0,1 |
Totale mondo |
29.669.611 |
43.229.694 |
+ 45,7 |
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Si conferma un fenomeno che va contro tutte le previsioni e le speranze: per ora il "resto del mondo" (+ 41 %) cresce più lentamente degli Stati Uniti (+ 48 %). Il predominio americano rimane enorme: con meno del 5% della popolazione mondiale gli USA hanno il 70 % della rete. Si conferma anche una fortissima concentrazione in pochi paesi. I primi 10 paesi hanno l'11 per cento della popolazione del mondo e quasi il 90 per cento della rete. Presto o tardi la tendenza si dovrà invertire; ma per ora questa situazione non cambia, anzi gli squilibri tendono ad aggravarsi.
Non migliora la posizione dell'Italia, che ha una crescita inferiore alla media. Il nostro paese ha quasi il 4 % dell'economia mondiale ma solo lo 0,8 % della rete.
Si notano (come sempre) differenze fra questa analisi e quella europea, che abbiamo visto nel numero 30. Sono probabilmente dovute a diversità di fase e a differenze nei metodi di rilevazione e verifica. Ma la sostanza del quadro non è significativamente diversa.
Per "grandi aree geografiche" la situazione è questa:
Grandi aree
geografiche
Analisi su dati Network Wizards 15 febbraio 1999
Anche all'interno di ciascuna delle grandi zone geografiche ci sono forti concentrazioni. Il 96 % della rete nel Nord America è negli Stati Uniti. Quasi tutta la rete in Oceania è concentrata in due paesi: Australia e Nuova Zelanda. Il 68 % dell'internet dell'Asia è in Giappone, il 93 % dell'Africa in Sudafrica, il 75 % dell'America centro-meridionale in Brasile e Argentina. Solo in Europa nessun paese ha più del 20 % del totale, ma anche nel nostro continente, come abbiamo visto, ci sono forti squilibri.
Nel mondo rimane dominante la posizione degli Stati Uniti, come è evidente nel grafico che segue.
10 paesi
Paesi con più di 400.000 host internet Analisi su dati Network Wizards 15 febbraio 1999
Nota: in questo
grafico, come nel seguente, la "fetta" della Francia è accresciuta per tener conto del fattore minitel
Nel "lungo periodo" la
concentrazione dovrà probabilmente diminuire; non per una "saturazione" nei paesi più evoluti (che è ancora lontana) ma per una più veloce crescita nel resto del mondo. Ma in questa fase lo squilibrio si sta accentuando. La quota degli Stati Uniti è salita al 70 per cento del totale; è anche cresciuta la quota dei "primi 10 paesi" rispetto al resto del mondo.
Se per una lettura più
chiara togliamo gli Stati Uniti dalla "torta", questa è la presenza in rete degli altri 16 paesi con più di 200.000 host internet.
16 paesi
Paesi con più di 200.000 host internet (esclusi Stati Uniti) Analisi su dati Network Wizards 15 febbraio 1999
Ci sono differenze rilevanti nella velocità di crescita dei vari paesi, che sono evidenti nel prossimo grafico.
Host
internet in 24 paesi
Paesi (esclusi gli Stati Uniti) con più di 100.000 host internet Analisi su dati Network Wizards
La parte verde delle barre indica la crescita alla fine del 1998 rispetto alla fine del 1997. La parte gialla della barra riguardante la Francia è una stima approssimata del fattore minitel.
Le differenze, come risulta anche dalla tabella all'inizio, sono notevoli; in alcuni paesi la rete è più che raddoppiata in un anno, mentre in altri ha avuto uno sviluppo molto minore, o addirittura risulta diminuita.
Sono più significative le differenze di densità rispetto alla popolazione, che vediamo nel prossimo grafico.
Host
Internet per 1000 abitanti in 27 paesi
Paesi con più di 50.000 host e densità superiore a 4 - Elaborazione su dati Network Wizards
Come nel grafico precedente, la parte verde delle barre indica la crescita in un anno. La parte gialla della barra riguardante la Francia è una stima approssimata del fattore minitel.
Si conferma che la Finlandia ha
perso il suo tradizionale primato: ora la più forte presenza della rete, anche come densità rispetto alla popolazione, è negli Stati Uniti. Anche questa analisi ci mostra una forte crescita della densità in alcuni paesi europei. La Danimarca ha superato due paesi tradizionalmente forti in rete, come l'Australia la Nuova Zelanda; se l'Olanda continuasse con l'attuale ritmo di crescita potrebbe salire ancora in questa "classifica". Fra i paesi extraeuropei cresce Taiwan, che ha superato il Giappone e Hong Kong.
Ci sono paesi con meno di 50.000
host e densità elevata. In particolare l'Islanda (che secondo questa analisi non sembra aver superato la Finlandia, come invece risulta dai più aggiornati dati europei; ma comunque con 81 host per 1000 abitanti ha una delle più forti presenze in rete). Fra gli esempi di densità relativamente alta ci sono l'Estonia (che con un indice 14,7 è al di sopra di molti paesi dell'Europa occidentale) e la piccola isola di Bermuda (19,4). La Slovenia (9,3) ha una densità superiore a quella dell'Ungheria e della Repubblica Ceca – e dell'Italia. Alcuni paesi del medio oriente, come gli Emirati Arabi (7,8), Cipro (5,2) e il Kuwait (3,7) sono molto al di sopra della media nella loro regione. Come vedremo più avanti, l'Uruguay ha una densità (4,8) notevolmente superiore a quella degli altri paesi dell'America Latina.
La densità media nel mondo rimane molto bassa: meno di 0,8 host internet per 1000 abitanti.
Vediamo ora una sintesi che mi sembra molto significativa: il rapporto fra internet e reddito.
Host
Internet in rapporto al reddito (PIL) in 33 paesi
Paesi con più di 50.000 host internet – Elaborazione su dati Network Wizards
Come nei grafici precedenti, la parte verde delle barre indica la crescita in un anno. La parte gialla della barra riguardante la Francia è una stima approssimata del fattore minitel.
Questa analisi rivela alcuni fatti interessanti. Per esempio la debolezza, in rapporto alla loro economia, di paesi come il Giappone e la Germania. Risulta sempre più preoccupante la situazione dell'Italia, che l'anno scorso è stata superata dal Messico e dal Brasile e se non accelera l'andatura sarà probabilmente sorpassata anche dall'Argentina.
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Ci sono paesi molto importanti
che non compaiono in questi grafici perché hanno una scarsa presenza nella rete. Rispetto a un anno fa la Cina sembra essere cresciuta solo del 6 per cento; molto più dinamica l'India, che è cresciuta dell'85 per cento. Ma si tratta sempre di numeri molto bassi: c'è più attività in rete nella piccola Islanda che nei due più grandi paesi del mondo.
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3. I grandi paesi a bassa densità |
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Può essere interessante vedere come si è evoluta la situazione di quei diciassette paesi che hanno più di 50 milioni di abitanti ma una densità molto bassa nell'uso dell'internet. Dodici di questi hanno più di 1000 host
internet:
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fine 1997 |
fine 1998 |
Variazione % |
Brasile |
117.200 |
215.086 |
+ 83,5 |
Russia |
114.164 |
166.827 |
+ 46,1 |
Messico |
41.659 |
112.620 |
+ 170,3 |
Turchia |
24.786 |
32.495 |
+ 31,1 |
Tailandia |
14.378 |
20.572 |
+ 43,1 |
Cina (senza Hong Kong) |
16.322 |
17.255 |
+ 5,7 |
Ucraina |
9.179 |
15.652 |
+ 70,5 |
Indonesia |
9.603 |
15.448 |
+ 60,9 |
India |
7.175 |
13.253 |
+ 84,7 |
Filippine |
4.313 |
9.204 |
+ 113,4 |
Pakistan |
1.219 |
3.096 |
+ 154,0 |
Egitto |
2.013 |
1.908 |
- 5,2 |
La significatività dei dati è abbastanza labile su numeri piccoli. Ma un fatto è rilevante: anche dove la diffusione della rete è a livelli molto bassi si notano forti differenze e squilibri; la velocità di crescita è alta in alcuni paesi, debole in altri. Se estendessimo la verifica a paesi con popolazione inferiore ai 50 milioni di abitanti troveremmo altrettanto marcati squilibri, sia nella densità, sia nella velocità di sviluppo.
Come avevamo fatto l'anno scorso, per l'analisi della densità li suddividiamo in tre gruppi: sette paesi con un indice compreso fra 0,1 e 1,4 host
per mille abitanti, cinque con un indice fra 0,01 e 0,08 e cinque al limite estremo dell'isolamento (naturalmente questi sono solo esempi di situazioni che coinvolgono un gran numero di paesi; ci sono molte nazioni, con popolazione al di sotto dei 50 milioni ma non per questo poco importanti, che si trovano in situazioni analoghe).
La parte verde delle barre nei due grafici rappresenta l'aumento in un anno (dal gennaio 1998 al gennaio 1999 – ma in realtà i dati si riferiscono alla fine dell'anno precedente).
Sette paesi a bassa densità
Host
internet per 1000 abitanti – densità fra 0,1 e 1,4 – elaborazione su dati Network Wizards
In questo gruppo vediamo alcuni cambiamenti rilevanti. Il Brasile e il Messico hanno superato la Russia. Tre paesi sono al di sopra della media mondiale, hanno "varcato la soglia" di un host per 1000 abitanti e tendono a "distaccare" gli altri.
La distanza fra questi paesi e le nazioni più avanzate nei nuovi sistemi di comunicazione è grande; ma assai maggiore è il distacco del gruppo che segue.
Cinque paesi a "bassissima" densità
Host
internet per 1000 abitanti – densità fra 0,01 e 0,08 – elaborazione su dati Network Wizards
La barra gialla rappresenta la densità che si avrebbe se si considerasse Hong Kong come parte della Cina.
La ex-colonia mantiene una sua identità separata in rete, con il codice "hk" (mentre quello della Cina è "cn").
Per confrontare questi due grafici occorre considerare che la scala del secondo è circa un ventesimo di quella del primo. Vediamo cambiamenti rilevanti. L'Indonesia ha una crescita superiore alla media mondiale; se continuasse così potrebbe collocarsi nella categoria esaminata nel grafico precedente. Nel "sub-continente indiano" si notano segni di crescita, benché ancora con una penetrazione molto bassa. Non si notano, finora, effetti significativi del pubblico impegno assunto un anno fa dal governo indiano di prendere provvedimenti per favorire la diffusione dell'internet. Tuttavia l'India potrebbe superare presto la Cina che (se non si considera l'annessione di Hong Kong) è già stata superata dal Pakistan e non dà segni di crescita. Come abbiamo già osservato altre volte, c'è una rilevante presenza di cinesi nell'internet ma si tratta di persone che vivono in altri paesi del sud-est asiatico; in Cina ci sono ancora forti limitazioni, non solo economiche ma anche e soprattutto politiche, alla diffusione della rete. Non è facile stimare la dimensione della presenza in rete dei cinesi che non vivono in Cina, ma non è irragionevole pensare che sia l'equivalente di circa 500.000 host. Piccola rispetto agli Stati Uniti o all'Europa, ma tutt'altro che irrilevante.
Gli altri cinque "grandi paesi" rimangono in una situazione di quasi totale isolamento. Ci sono 244 host internet in Iran, strettamente controllati dallo stato o da grandi organizzazioni. In Nigeria sono cresciuti da 49 a 410; benché su piccolissimi numeri (densità 0,003) questo indica un accenno di sviluppo. Ci sono solo 78 host in Etiopia, 34 in Vietnam. In questa analisi semestrale continuano a non esserci dati sul Bangladesh.
Ci sono forti squilibri e differenze anche fra i paesi a "bassa densità". Per esempio in Africa ci sono paesi con densità relativamente più alte come Namibia (1,7 host per 1000 abitanti) e Botswana (0,4) rispetto allo 0,09 nello Zimbabwe, 0,04 in Zambia o 0,02 in Kenya e Senegal (o ai molti paesi africani con densità inferiore a 0,01). Nel Nord Africa la bassa densità dell'Egitto (0,03) e del Marocco (0,02) appare relativamente alta rispetto alla Tunisia (0,007) o all'Algeria (meno di 0,001) o al quasi totale isolamento della Libia. Ci sono paesi come Sudan, Angola, Somalia, Ruanda, Ciad, Eritrea, Congo, Gabon dove le verifiche di Network Wizards non trovano alcuna presenza in rete. Se si esclude il Sudafrica, non ci sono più host internet in tutto il continente africano di quanti ne abbia la Lettonia o la Lituania; meno dello 0,03 per cento del totale nel mondo. Molte parti dell'Asia si trovano nelle stesse condizioni. La "globalità" è ancora lontana.
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4. L'area di lingua spagnola |
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Vediamo un aggiornamento della situazione, che avevamo osservato sei mesi fa,
per quanto riguarda i paesi di lingua spagnola. Un mondo interessante per il suo alto potenziale "a medio o lungo termine" e per alcuni segni di crescita che si stanno già rilevando (come vedremo, in un anno la dimensione di quest'area della rete è raddoppiata).
La penetrazione dell'internet nell'America Latina è ancora bassa rispetto ai livelli europei, ma è interessante notare che l'Uruguay (4,8), il Cile (2,1) e l'Argentina (1,9) hanno una densità superiore a quella del Brasile (1,5) e del Messico (1,2).
Questi sono i dati (19 paesi di lingua spagnola con più di 500 host internet) secondo il censimento del gennaio 1999:
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Host |
% crescita in un anno |
per 1000 abitanti |
Spagna |
264.245 |
+ 56,4 |
6,7 |
Messico |
112.620 |
+ 170,3 |
1,2 |
Argentina |
66.454 |
+ 232,6 |
1,9 |
Cile |
30.103 |
+ 68.9 |
2,1 |
Colombia |
16.200 |
+ 59,3 |
0,4 |
Uruguay |
15.394 |
+ 48,9 |
4,8 |
Venezuela |
7.912 |
+ 103,1 |
0,4 |
Rep. Dominicana |
4.825 |
- 0,3 |
0,6 |
Perù |
4.794 |
+ 40,4 |
0,2 |
Costa Rica |
3.216 |
+ 10,3 |
0,9 |
Puerto Rico |
1.571 |
+ 506,6 |
0,5 |
Ecuador |
1,548 |
+ 49,4 |
0,1 |
Paraguay |
1.147 |
+ 284,9 |
0.2 |
Guatemala |
913 |
+ 37,3 |
0,1 |
El Salvador |
815 |
+ 318,0 |
0,1 |
Panama |
742 |
- 27,2 |
0,3 |
Nicaragua |
715 |
+ 41,6 |
0,2 |
Bolivia |
626 |
+ 13,8 |
0,1 |
Andorra |
517 |
+ 5,7 |
7,3 |
Un elemento importante, ma difficilmente calcolabile, è la presenza in rete di persone di lingua spagnola che vivono negli Stati Uniti. Anche se se non consideriamo quel (rilevante) fattore, e neppure il fatto che molti fra i brasiliani e i portoghesi di più alto livello culturale conoscono lo spagnolo, è interessante constatare che già oggi la rete di lingua spagnola comprende 540.000 host internet – più del doppio di un anno fa. Se anche solo il 2 per cento dell'attività in rete negli Stati Uniti fosse il lingua spagnola, questo numero raddoppierebbe. Se considerassimo anche Brasile e Portogallo, il totale sarebbe 800.000.
La Spagna, che aveva due terzi dei host internet in quest'area, oggi ne ha la metà. Il quadro tende ad evolversi ulteriormente: otto paesi dell'America Latina hanno una crescita più veloce della Spagna.
Se (come mi sembra probabile) questa tendenza continuerà, "presto o tardi" l'attività in rete di lingua spagnola supererà quella di lingua francese e probabilmente anche quella di lingua tedesca
Questo sviluppo è abbastanza ovvio se pensiamo che nel mondo più di 700 milioni di persone sanno l'inglese, 400 milioni parlano spagnolo (meno di 200 milioni sanno il portoghese, meno di 150 milioni il giapponese, meno di 100 milioni il tedesco, il francese o l'italiano).
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(La lingua più diffusa nel mondo non è l'inglese, né lo spagnolo. È il cinese, perché i cinesi, in Cina e altrove, sono 1.300 milioni, più di un quinto dell'umanità; ma si tratta di 26 lingue diverse, che hanno in comune la scrittura ideografica; e gran parte della popolazione in Cina è isolata dal dialogo con il resto del mondo. Tuttavia la presenza dei cinesi in rete, come abbiamo visto, è già oggi una realtà tutt'altro che trascurabile).
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