sito che funziona



6
Molto oltre il briefing

Un progetto web presenta sempre un impatto sull’organizzazione aziendale. Diversamente da altre azioni di comunicazione aziendale, non è sufficiente convocare l’agenzia (in questo caso la web agency) dare un briefing dettagliato e aspettarsi delle proposte da discutere, anche se a lungo e a fondo. Occorre fare molto di più.

Un sito web non si può semplicemente dare in outsourcing. Anche se si tratta di un semplice sito informativo, è necessario che ci siano persone in azienda che raccolgono le informazioni, le filtrano, le contestualizzano, prima di passarle alla web agency. Inoltre, poiché un sito non è mai finito, è necessario che sia fatto un costante monitoraggio per verificare che tutto sia sempre aggiornato, che non vi siano informazioni superate e obsolete, che non manchino – al contrario – gli aggiornamenti e le novità. Niente di più dequalificante di un sito meno aggiornato di altri materiali di comunicazione (eppure succede, anche nelle migliori famiglie).

Inoltre è presumibile che non ci si voglia limitare a dare informazioni, ma si vogliano offrire anche servizi. Ebbene, anche inserire semplicemente un indirizzo di e-mail per il contatto con l’azienda, richiede di organizzarsi per rispondere in modo accurato, competente, tempestivo.

Se poi, come ormai è d’uso, si offrono all’utente altre possibilità di interagire con l’azienda, bisogna sapere che non ci si può limitare a chiedere alla web agency di progettare e realizzare un’interazione usabile e “smart“,

ma si deve, come prima cosa, studiare l’impatto che questo avrà in azienda, risolvere tutti i problemi organizzativi, e solo allora – sulla base di quanto emerso e deciso – trovare, insieme con la web agency le modalità con cui il servizio si presenta ed è usato su web sia dall’utente, sia su “intranet“ dalle risorse interne.

Più il servizio che si offre è cruciale (perché ha impatto sulla realtà, come un acquisto, una verifica del proprio conto o dei propri consumi, oppure altro ancora) più è necessario predisporre tutta una serie di aiuti, compreso un help desk che possa rispondere non solo per e-mail ma anche al telefono.

Un sito che funziona richiede all’azienda un notevole impegno, sia in termini di risorse interne, sia in termini di disponibilità a modificare la propria organizzazione per adeguarla a questo nuovo canale (di vendita, di comunicazione, di contatto con l’utente).

Se l’azienda non è convinta e decisa a intraprendere questa strada, è meglio ridimensionare gli obiettivi del sito. È preferibile dare solo informazione, ma di qualità, che offrire molti servizi, mal supportati in azienda, che hanno il solo risultato di far arrabbiare il malcapitato utente che provi a utilizzarli.

Si possono fare scelte molto diverse, possono esserci prodotti in cui l’aspetto informativo non è di grande rilevanza, ma in ogni caso l’importante è sapere che un sito non si può delegare completamente, riservandosi solo la funzione di controllo.




Una nota sulle tecnologie

Prima di entrare in alcuni dettagli sulle soluzioni tecniche,
può essere opportuno ribadire un concetto generale.
Non è bene “innamorarsi“ delle tecnologie.

Le soluzioni tecniche sono tanto più rischiose,
costose e inefficienti quanto più sono complesse.
Non è detto che le migliori soluzioni web
siano sempre le più “spartane“,
ma quelle complesse hanno ragione di essere
solo se sono funzionali e se offrono una reale utilità.

In base a questo fondamentale criterio risultano inutili,
anzi nocive, nove su dieci delle complicazioni tecniche
e degli “effetti“ usati oggi nella maggior parte dei siti web.




ritorno
ritorno all’inizio

precedente indietro                                       avanti successivo



 
 
Questo è il capitolo 29 (di 32)
del libro Le imprese e l’internet
di Giancarlo Livraghi e Sofia Postai
L’indice si trova su
http://gandalf.it/upa/
 


indice
indice

Homepage Gandalf
home