le imprese e l'internet



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Il problema delle tecnologie

Sui mali che affliggono le tecnologie elettroniche c’è una letteratura infinita.

Il problema non sta nei sistemi su cui si basa l’internet – semplici, robusti, compatibili, trasparenti e sostanzialmente affidabili. I mali che ci affliggono vengono dalla proliferazione di software quasi sempre troppo complessi, mal funzionanti, soggetti a continui quanto inutili “aggiornamenti”, come sa chiunque abbia un po’ di pratica nell’uso di un computer. Tutti problemi evitabili, con alcuni accorgimenti brevemente riassunti alla fine di questo capitolo. Ma non si può ignorare il fatto che le tecnologie più diffuse sono scadenti e stanno continuamente peggiorando; e che molte delle soluzioni standardizzate proposte come soluzioni miracolose e panacee universali non sono adatte alle reali esigenze delle imprese.

Dal punto di vista delle imprese, la deduzione è duplice. Da un lato, non è il caso di avventurarsi in troppi “avanzamenti” tecnologici che spesso creano più problemi di quanti ne risolvono. Dall’altro, non è il caso di “aiutare” i nostri interlocutori in rete con soluzioni complesse che si traducono quasi sempre in un danno – o come minimo in una perdita di tempo. Anche chi non ha fretta perché deve prendere un aereo non ama perdere tempo quando usa un computer. Già la macchina è lenta... (un mio amico, molto esperto in tecnologia, dice «che cosa penseresti di una radio o di una lampadina che ci mettesse alcuni minuti per accendersi?»). Già la rete non brilla per velocità (perfino in America, dove hanno collegamenti migliori dei nostri, la chiamano world wide wait; ed è illusorio pensare che la disponibilità di connessioni più veloci possa essere una “panacea” che risolva tutti questi problemi). Anche pochi secondi di attesa con gli occhi fissi su un monitor sono un tempo molto lungo. La semplicità è uno dei fattori vincenti nella comunicazione in rete.

In questo breve documento non si parla di applicazioni tecniche; perché il tema è un altro e perché non basterebbero 500 pagine. Per chi la vuole, c’è una vastissima letteratura sull’argomento. Ma ciò che conta, dal punto di vista dell’impresa, è guidare le scelte tecniche secondo gli obiettivi. Cioè usare il minimo indispensabile di tecnologie ; aggiornarle solo quando è utile; evitare i “colli di bottiglia”, i vicoli ciechi e i percorsi senza ritorno; mantenere vera flessibilità; investire in modo “scalare” secondo la crescita graduale delle esigenze; impostare un’architettura aperta, compatibile e facilmente accessibile (tutti i sistemi promettono diesserlo, ma pochi lo sono davvero).



Alcune considerazioni pratiche

Senza entrare nei dettagli di un tema complesso, può essere utile riassumere alcuni criteri generali. Non dal punto di vista di chi vende, acquista o applica tecnologie, ma di chi gestisce l’impresa – o un settore strategico della sua attività – e deve assicurarsi che le applicazioni tecniche corrispondano ai suoi obiettivi.


  • Non essere “subordinati” alle tecnologie

Georges Clemenceau diceva: «La guerra è una cosa troppo seria per lasciarla fare ai generali». Oggi forse direbbe: «La rete è una cosa troppo interessante per lasciarla gestire solo ai tecnici EDP». La qualità delle soluzioni tecniche è importante, e necessaria per un buon risultato; ma non è bene che sia affidata agli specialisti di information technology la gestione del progetto.


  • Non credere nelle panacee

Le imprese sono assediate da infinite proposte “chiavi in mano” che promettono di risolvere automaticamente tutti i problemi del “commercio elettronico”. Questo non è mai vero, e non lo può essere. La qualità delle tecnologie o delle soluzioni offerte possono essere più o meno valide secondo le specifiche esigenze. Ma nessuna può essere universalmente adatta a tutti; nessuna può fare miracoli o sostituire l’impegno diretto dell’impresa.


  • Mantenere la flessibilità

Non è bene “imprigionarsi” in alcuna tecnologia, né rendersi dipendenti da alcun fornitore. È sempre meglio mantenere “architetture aperte” in cui tutte le tecnologie siano sostituibili senza eccessive difficoltà.


  • Scegliere le soluzioni più semplici

Un’analisi condotta da Nua nel 1998 dimostra che nessuno dei grandi successi online è dipendente dalle tecnologie. L’incessante offerta di “novità” propone quasi sempre soluzioni non necessarie – e spesso mal collaudate. Le più acclamate operazioni di e-commerce sarebbero state realizzabili con tecnologie di tre o quattro anni più vecchie del momento in cui sono nate. La soluzione migliore è quasi sempre la più semplice (che nella maggior parte dei casi non è la più recente). Costa meno, si guasta meno, ha una manutenzione più facile – e soprattutto funziona meglio.


  • Esigere trasparenza e compatibilità

L’internet (e poi la world wide web) sono state concepite con tecnologie trasparenti e compatibili. Si è poi sviluppata una tendenza alla complicazione che in parte ha ridotto la compatibilità e ha creato molte inutili complicazioni. L’impresa deve imporre rigorosamente che tutte le tecnologie adottate siano pienamente compatibili e accessibili a tutti. Questo riguarda non solo i software, ma ogni sorta di applicazioni tecniche. L’importante è sapere che è sempre possibile adottare soluzioni semplici e compatibili senza alcuna perdita di qualità.


  • Preferire soluzioni “leggere”

Tutto ciò che crea ingombro in rete è dannoso. Non solo perché il “carico di banda” produce fastidiosi rallentamenti, ma perché ogni complicazione o pesantezza può provocare difficoltà e disagi. Ci sono infinite soluzioni che permettono risultati, anche estetici, di ottimo livello senza appesantire più del necessario.


  • Preferire soluzioni “aperte”

Ci sono risorse opensource (o, più in generale, aperte e compatibili) per quasi tutte le soluzioni. Sono da preferire non solo perché costano molto meno ma soprattutto perché sono più affidabili e possono essere adattate e modificate senza ostacoli tecnici né problemi legali.


  • Facilitare l’accesso e il “download”

Tutto ciò che offriamo online dev’essere facilmente leggibile, e altrettanto facilmente prelevabile, qualunque sia il sistema usato dai nostri interlocutori. In generale è meglio se tutto ciò che offriamo può essere letto direttamente in rete; ma (specialmente per testi lunghi o file complessi) può essere utile offrire anche la possibilità di prelevare il documento nella sua interezza; nel formato più semplice, più accessibile, più compatibile e meno ingombrante. Ricordiamo anche che molti stampano prima di leggere; occorre quindi verificare anche che le nostre pagine siano facilmente “stampabili” (non tutte le stampanti sono uguali e anche in questo caso ci possono essere problemi di compatibilità).


  • Verificare “dall’esterno”

La cosa più importante, anche in questo caso, è “mettersi dal punto di vista del lettore”. Verificare “dall’esterno” tutto ciò che proponiamo in rete. Cercare di osservarlo come se non l’avessimo mai visto prima, metterci nei panni di chi sta cercando qualcosa e verificare se i percorsi sono agevoli e interessanti. Può essere utile che queste verifiche siano fatte da persone, anche all’interno dell’impresa, che non hanno partecipato alla realizzazione del progetto. Ma non basta. Ciò che appare facilmente accessibile e gestibile dall’interno di un sistema aziendale può assumere un aspetto diverso per chi viene dall’esterno. È bene verificare da luoghi diversi, con diversi accessi e sistemi operativi, con diversi browser e sistemi di posta. Tutto questo si può fare anche prima che qualcosa vada online. Una pratica semplice ed efficace è far mettere i materiali online su un indirizzo “nascosto” e verificarli prima di renderli “pubblici”.




Difendersi dai problemi delle tecnologie non è molto difficile se si imposta il sistema fin dall’inizio con le giuste soluzioni, se si evitano le complicazioni inutili e (soprattutto) se si verifica continuamente che tutto funzioni secondo le nostre intenzioni e non crei problemi per i nostri interlocutori.




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Questo è il capitolo 13 (di 32)
del libro Le imprese e l’internet
di Giancarlo Livraghi e Sofia Postai
L’indice si trova su
http://gandalf.it/upa/
 


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