Nnello studio di tutte le tendenze una sola cosa è
certa: sono difficilmente prevedibili. Non hanno quasi mai un
andamento lineare e non sempre sono riconducibili a una
curva logica coerente. Se questo è vero
di ogni evoluzione, lo è particolarmente nel caso delle
tecnologie, che hanno, per loro natura, uno sviluppo
turbolento con fasi discontinue e spesso
sorprendenti. Fra uninvenzione e la sua applicazione il
percorso è bizzarro. Talvolta è breve e
sorprendentemente veloce. Più spesso è
tortuoso e relativamente lento.
Per citare un solo esempio, fra mille possibili... un
sistema a schede perforate fu usato per la prima volta in una
macchina da calcolo nel 1890 mentre le applicazioni
industriali (come i telai Jacquard) esistevano dal 1803. Non
si capisce perché un passaggio, che col senno di
poi sembra ovvio, sia rimasto incompiuto per 87 anni.
Molti altri esempi di evoluzione discontinua e complessa si
trovano nella cronologia
in appendice alledizione online di Lumanità
dellinternet).
Se questo è stato vero in tutta la storia
dellevoluzione umana, lo è ancora di più oggi.
La moltiplicazione delle risorse tecnologiche è
sconcertante. La mortalità è darwiniana.
Migliaia di innovazioni svolazzano in un turbine
confuso. Poche attecchiscono, pochissime sopravvivono a una
breve moda per poi estinguersi come un mutante sterile o
essere soppiantate dal sopraggiungere di qualche altra
applicazione, la cui sopravvivenza può essere
altrettanto labile.
Il paradosso della
tecnologia è che ce nè
troppa e cambia troppo spesso. Il rimedio è concettualmente
semplice. Si tratta di stabilire un severo ordine di priorità.
Le tecnologie al servizio di processi coerenti ed efficaci
e le une e gli altri al servizio delle esigenze umane. Sembra
elementare, ma in pratica non è facile, come dimostra
il fatto che si segue spesso (con risultati più o meno
disastrosi) il cammino contrario.
In questo turbolento pullulare di vere o false
innovazioni cè qualcosa che sta dimostrando una
robusta continuità. Il protocollo TCP/IP,
cioè linternet, da venticinque anni continua a fare
solidamente il suo lavoro, gestendo una quantità di
comunicazione milioni di volte più grande di quanto si
potesse immaginare allepoca in cui era stato concepito.
Sappiamo che erano solo mitologia le immaginarie
crescite esponenziali di cui si favoleggiava
qualche anno fa. Ma il fatto è che lo sviluppo della
rete continua, con variazioni e discontinuità nel
tempo, con un ritmo talvolta meno veloce, ma che rispetto ad
altri andamenti economici e strutturali non si può mai
definire lento.
Lanalisi dellevoluzione in Italia mostra andamenti
discordanti, di cui non è facile dare
uninterpretazione. Cominciamo con due grafici
paralleli che mostrano due diverse tendenze nello
stesso periodo (dal 1991 al 2002).
Host internet in Italia 1991-2002
Numeri in migliaia
Persone online in Italia 1991-2002
Numeri in migliaia
Il primo grafico riguarda il numero di host internet
cioè è un indice di attività online.
Il secondo rappresenta il numero di persone che si
collegano alla rete. Vediamo due andamenti sostanzialmente
diversi. Tutti e due dimostrano che lItalia non è
più la cenerentola della rete. Ma, mentre
le presenze online (siti web o altre) hanno avuto
una crescita accelerata nel 2000-2002, lafflusso di persone
in rete è cresciuto velocemente fra il 1998 e il 2000
e poi è rallentato (una situazione quasi
statica continua anche nel 2003). Per analisi
più dettagliate sullevoluzione dellinternet in
Italia, in Europa e nel mondo vedi la sezione dati.
Prima di tentare qualche deduzione, vediamo alcuni piccoli
approfondimenti sulluna e sullaltra tendenza.
Italia % del mondo 1992-2002
(host internet)
Italia % dellEuropa 1992-2002
(host internet)
Per molto tempo lItalia è rimasta in una
posizione arretrata rispetto allo sviluppo della
rete nel mondo e in Europa. Ma da tre o quattro anni la
tendenza è cambiata. Alcuni dati di crescita sono da
considerare cum granu salis. Non si può (almeno
per ora) affermare con ragionevole certezza che
lItalia sia fra i primi cinque paesi del mondo per
attività online. Ma sembra accertato che sia almeno
fra i primi dieci e questo è un grosso cambiamento
rispetto a un non lontano passato.
Per quanto riguarda il numero di persone online... i dati
a questo proposito sono sempre imprecisi e spesso esagerati.
Ma ci sono basi credibili per definire una progressione come questa.
Computer e uso dellinternet
da casa in Italia 1998-2003
migliaia di persone
Mentre la diffusione dei personal computer nelle
case ha una progressione quasi lineare, cè
unevoluzione diversa nelluso delle rete (più veloce
qualche anno fa, ora più lenta). Le persone che usano
linternet con un minimo di frequenza (almeno una volta
alla settimana) sono il 22 % di quelle che hanno un
computer in casa e il 39 % di quelle che hanno un
collegamento alla rete.
Questo è uno di tanti indicatori da cui si deduce
che un uso limitato dellinternet non deriva dalla mancanza
di risorse tecniche, ma da fatti culturali come diffidenza,
delusione o scarsità di motivi per collegarsi. E
certamente non hanno giovato le tante confuse notizie su
uninesistente crisi dellinternet e su rischi in
gran parte immaginari nonché i preoccupanti problemi
veri, come limperversare di invasività,
spamming e truffe.
Vediamo in modo un po più dettagliato landamento
del numero di persone online in Italia dal 1997 al 2003.
Si nota un forte sviluppo fra il 1998 e il 2000, con un
rallentamento negli anni successivi. E un
sorpasso alla fine del 1999, con una crescita
delluso domestico, mentre in tutto il periodo
precedente prevalevano in Italia i collegamenti dal luogo di
lavoro.
Molti elementi di valutazione (compresi i confronti con
altri paesi) dimostrano che siamo molto lontani da una
soglia di saturazione. Una precisa verifica dei
fatti conferma che non si tratta di risorse tecniche (per esempio
la diffusione della banda larga
non ha dato alcun contributo allaumento del numero di persone
online). Lo sviluppo della rete dipende soprattutto da fatti
culturali e dalla qualità dei servizi e delle risorse
offerte online in rapporto alle esigenze e ai desideri delle
persone.
(Vedi La divisione è
culturale, non digitale).
Capire la situazione, e gestire efficacemente
lattività online, non è così difficile
come può sembrare. Ma richiede un rovesciamento
radicale delle abitudini prevalenti negli anni scorsi (con
risultati talvolta modesti, più spesso disastrosi).
Meno orpelli e più sostanza, meno apparenze e
più servizio. Non seguire le mode, non sovraccaricare
i sistemi con artifici inutili e spesso dannosi, ma procedere
secondo una logica molto più semplice e concreta.
Partire dagli obiettivi e dalle esigenze umane. E
sperimentare per gradi, con continue verifiche, per trovare
gradualmente le soluzioni più efficaci, gradevoli ed
efficienti. Come in queste pagine si sta dicendo da anni
ma in pratica si fa ancora troppo poco.