Offline Riflessioni a modem spento


L’architetto
e il giardiniere

novembre 2002

also available in English



  Giancarlo Livraghi

gian@gandalf.it
 
Per altre osservazioni vedi
il mercante in rete
e altre rubriche online
e due libri:
  La coltivazione dell’internet  
e L’umanità dell’internet
 
 

 



Ho quasi sempre evitato, in questa rubrica, di entrare nel tema specifico dei siti web. Perché è molto più importante, prima di pensare a un sito, avere le idee chiare sulla strategia generale in cui si colloca quella particolare applicazione. Ma c’è un aspetto fondamentale nella costruzione di un sito (come di qualsiasi presenza online) che credo meriti qualche approfondimento.

Si parla, giustamente, di architettura. La struttura di un sito è qualcosa di simile a un edificio. Ha luoghi, percorsi e funzioni. Ho sentito dire, da persone molto preparate in questo campo, che non è compito dell’architetto definire i contenuti. Questo è giusto – se si intende dire che in mancanza di idee chiare e di contenuti precisi non è possibile progettare una buona architettura. Ma diventa un errore (purtroppo molto diffuso) quando si pensa che l’architettura possa essere sempre la stessa, indipendentemente dalla sua funzione.

L’architettura di un palazzo per uffici è diversa da quella di un supermercato. L’architettura di uno stadio non somiglia a quella di un albergo. Non ha senso costruire una stazione ferroviaria come se fosse un circo equestre.

Ogni architettura dev’essere concepita secondo la sua specifica funzione. Se Le Corbusier diceva che una casa è una “macchina per abitare”, è ancora più vero che un sito web è una macchina di servizio. Che funziona tanto meglio quanto più la sua struttura interna è complessa, ma appare semplice al lettore.

Ogni sistema “ipertestuale” è soprattutto organizzazione funzionale dei contenuti. Vedi Come funziona un “ipertesto”. C’è anche una precisa ergonomia della comunicazione online. Vedi Il letargo del’ergonomia.

Costruire una macchina davvero funzionale non è un’impresa facile. Questo è uno dei motivi per cui tanti cercano di cavarsela con un paravento di approssimative apparenze, dietro cui si nasconde un ammasso di contenuti scadenti o mal reperibili.

Molti sembrano pensare che una homepage sia una facciata o una vetrina. Quel concetto è straordinariamente stupido – e insensato da un punto di vista funzionale. Facciate e vetrine si vedono da fuori. Quando vediamo la homepage siamo già dentro. Ciò che ci serve non è un “invito a entrare” ma una guida chiara, immediata e facile per sapere da che parte dirigerci.

Una buona homepage dev’essere soprattutto funzionale – e quanto più è semplice tanto meglio funziona. Il che non vuol dire che sia brutta. Al contrario, strutture essenziali possono essere molto più belle, e piacevoli alla vista, di quelle farraginose e confuse.

I siti più efficienti sono spesso definiti “spartani”. Ma nessuno ha mai pensato che un tempio dorico fosse brutto – e ci può essere un’ottima qualità estetica in architetture moderne basate su efficienti criteri di funzionalità.

Sembra che molti siti web siano messi online solo per pavoneggiarsi. L’impresa (o chiunque altro sia il “committente”) non fa altro che vantarsi, senza spiegare perché abbia una così alta opinione di sé. Chi realizza il sito si dedica a sbandierare ogni sorta di “effetti speciali” che si realizzano molto facilmente e che servono solo a creare confusione.

C’è chi cerca intenzionalmente un effetto “Las Vegas” perché non ha alcuna intenzione di dare un vero servizio online. Ma in quel caso dovrebbe essere chiaro a tutti che è solo scenografia. Vedi L’internet: così uguale e così diversa.

Ma anche quando i contenuti ci sono, e la “macchina della conoscenza” è bene organizzata, l’architettura non basta. Una differenza importante fra la costruzione di un sito web e quella di una casa è l’evoluzione nel tempo. Ovviamente ogni cosa online può essere facilmente modificata o aggiornata. Perciò la soluzione migliore è quasi sempre partire con una struttura piccola e farla crescere gradualmente, imparando e verificando con l’esperienza. Le capacità dell’architetto si devono fondere con quelle dell’agricoltore.

Già nel 1999 in questa rubrica parlavo di coltivazione dell’internet – e poi quello è diventato il titolo di un libro.  Vedi anche L’economia connessa: biologia, agricoltura, coltivazione.

È vero anche che un sito deve evolversi continuamente e aggiornarsi spesso. Ma ciò non significa che sia bene “cambiare per il gusto di cambiare”. L’evoluzione può e deve avvenire in modo coerente – con un patrimonio di conoscenze in costante evoluzione, ma con un’identità riconoscibile che continua nel tempo.

La conoscenza delle tecnologie è necessaria, ma non è sufficiente – e non è la base portante. Per impostare e sviluppare bene un’attività online occorre soprattutto avere le capacità di due antiche e affascinanti attività umane: l’architettura e il giardinaggio. In cui si fondono inseparabilmente arte e tecnica, sensibilità e mestiere, intuito e ragione, talento e competenza.


 

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