I nodi della rete |
Le malefatte
della
bandalarga
e altri pasticci
delle tecnologie
Il 28 marzo 2005, al ritorno dalle vacanze pasquali, chi vive e lavora a Milano ha trovato una sgradita sorpresa. Per più di mezza giornata tutte le linee ADSL della città erano staccate. Chi aveva qualche soluzione di riserva, come un modem funzionante su una normale linea telefonica, poteva arrangiarsi. Se no, era completamente isolato. Non è un fatto insolito. Accade abbastanza spesso, anche se non sempre su scala così ampia e per periodi così lunghi.
Non ci sono blackout così frequenti con le linee telefoniche tradizionali né con altri vecchi sistemi (per esempio ISDN). Non è facile capire il motivo delle disfunzioni, ma una cosa è chiara. Tutte le linee (anche se gestite da altri operatori) sono costrette ad appoggiarsi sulla rete Telecom, che spesso si inceppa e non sempre viene rimessa in funzione con la desiderabile tempestività. Il danno sarebbe evitabile se un investimento adeguato (piccolo rispetto alle enormi spese promozionali) fosse dedicato a migliorare la qualità del servizio. Ma, come dimostrano anche altri esempi, non è quello lorientamento delle imprese telefoniche.
Il motivo per cui viene proposta così aggressivamente la banda larga è uno solo: lenorme guadagno che ne ricavano i fornitori di connettività. Lutilità esiste, per chi ha bisogno di mandare e ricevere grandi quantità di cose ingombranti. Ma i miracoli promessi sono favole e il concetto di alta velocità è in parte falso. Molti servizi rimangono lenti, per loro complicazioni o inefficienze strutturali che non si risolvono con la velocità di connessione. Accade, spesso, il contrario: cioè che diventino più lenti. Uno dei motivi è che si illudono di poter accumulare ingombri e arzigogoli contando sulla diffusione di connessioni veloci che non sono in grado di gestire il sovraccarico.
Ci sono anche problemi che linformazione agiografica sullargomento nasconde o trascura. Come il fatto che il sistema è asimmetrico ed è pensato in funzione di usi broadcasting, simili alla televisione: cioè riceve più velocemente di come manda con conseguenze che possono essere sgradevoli, se non pericolose. Ma cè di peggio. Con linee a banda larga sono favorite le invasività (compresi i meccanismi che catturano mailbox, così moltiplicando lo spam, o si impadroniscono di altre informazioni con conseguenze ancora meno desiderabili).
Il fatto curioso è che, per chi usa frequentemente la rete, una connessione flat, cioè a tariffa fissa, può costare meno degli scatti, o tariffe a tempo, sulle linee tradizionali. Le tariffe sono tutte, comunque, enormemente esagerate. Ma è così alto il profitto sulle linee adsl che le società telefoniche possono permettersi di offrirle a un prezzo conveniente rispetto alle altre e, anche così facendo, guadagnare di più.
Uno dei problemi, naturalmente, è che quel tipo di tariffe induce a rimanere collegati a lungo, se non sempre e questo apre ulteriori spazi a invasività e inconvenienti di varia specie.
Insomma la tecnologia, in sé, funziona. Ma non fa le meraviglie che i venditori promettono e può produrre vari problemi di cui le persone e le imprese non sono adeguatamente informate. A parte il fatto che il prezzo è molto più alto di come sarebbe se ci fosse un vero mercato. E che sono imperdonabili le disfunzioni prodotte da una manutenzione distratta e inefficiente.
(Che il sistema adsl sia analogico, non digitale, è solo un dettaglio tecnico. Ma dimostra quanto sia confusa, e male informata, la diffusa retorica sul cosiddetto digitale. Ed è unennesima conferma del fatto che serve la tecnologia più adatta a una specifica funzione, non quella definita da una terminologia di moda).
Non è questo lunico inconveniente nella sconsiderata rincorsa di nuove tecnologie. Sta accadendo di tutto. Per esempio parecchi sistemi di posta elettronica, che per anni hanno funzionato senza problemi, si stanno inceppando senza comprensibile motivo.
Unimportante impresa è stata incapace, per qualche settimana, di spedire un fax e il sistema è così stupido che non se nè accorta fino a quando i suoi corrispondenti hanno segnalato di non aver ricevuto ciò che aspettavano.
Unaltra organizzazione, professionalmente seria e tecnicamente preparata, ha integrato tutti i suoi sistemi: il risultato è che non funziona più nulla. I messaggi e-mail non arrivano, la gestione del sito web si inceppa, i telefoni fanno i capricci, il fax che funzionava a 14800 bps ora va a 2400 e talvolta si blocca.... eccetera eccetera. Dovrà smontare tutto il (costoso) impianto per sostituirlo con qualcosa di più semplice affrontando nuove spese e nuove difficoltà.
Quando il (neonato) editore del mio nuovo libro ha iniziato questa sua attività, si è dotato di un complesso (e costoso) software di impaginazione. Le conseguenze sono state tragicomiche. Lo stupido software cerca di imporre i suoi (discutibili) criteri e rende molto difficile adottare soluzioni migliori. Con conseguenti macchinose complicazioni e fastidiose perdite di tempo. Quante soluzioni che si propongono come avanzate sono altrettanto ingestibili e inefficienti?
Questi non sono casi isolati, né eccezioni o anomalie. Sono solo alcuni fra infiniti esempi possibili. Sembra che la situazione si stia continuamente aggravando. Invece di rincorrere una discutibile innovazione, esasperata quanto esasperante, diventa sempre più necessario fare un passo indietro e migliorare la funzionalità delle risorse esistenti.
A questo proposito vedi anche:
Linsopportabile lentezza delle tecnologie