Il filo di Arianna
Usabilità:
molte chiacchiere
e pochi fatti
Più ascolto e leggo i dibattiti sulla usabilità dei siti web, più mi chiedo di che cosa si stia parlando. Mi tornano alla memoria interminabili diatribe di quarantanni fa, quando si discuteva se la pubblicità fosse una tecnica o unarte... spesso noiosissime, talvolta pittoresche, sempre inconcludenti. Nel primo articolo di questa serie avevo parlato della situazione in generale, con la promessa di ritornare sul tema per quanto riguarda più specificamente linternet. Eccomi a tentare di chiarire un po questa (inutilmente) intricata faccenda della cosiddetta usabilità.
Sembra che ci siano due opposti schieramenti. Uno che crede nellimperativa necessità di applicare alcune regole e formule perché un sito web sia accessibile e percorribile, funzionale ed efficiente cioè usabile. Laltro che considera qualsiasi criterio pratico come un intollerabile limite alla creatività (parola, anche in questo caso, usata a sproposito perché non è creativo infarcire i siti di effetti speciali più o meno pirotecnici che spesso ne ostacolano lesplorazione e la lettura).
Fra i litiganti, nessuno gode. Né le persone serie (che per fortuna ci sono) cui la bagarre spesso impedisce di fare serenamente un buon lavoro. Né i committenti, disorientati e confusi, che spesso si trovano con soluzioni inadeguate e inefficienti. Godono meno di tutti le persone che dai siti online si aspettano un buon servizio, informazioni interessanti, qualche volta anche divertimento e fantasia... ma soprattutto funzionalità. E raramente la trovano.
È evidente che hanno torto gli uni e gli altri. La soluzione giusta è una sola e non è una via di mezzo fra due estremi ma un concetto diverso. Nessuna tecnica può sostituire i valori umani, comprese limmaginazione e la fantasia. Ma prima di essere creativi bisogna conoscere i ferri del mestiere. Ci sono architetture straordinarie, con soluzioni di affascinante e grandiosa originalità. Ma nessuno le chiamerebbe capolavori se i corridoi fossero impercorribili, gli ascensori non funzionassero, non si trovassero le porte e non uscisse lacqua dai rubinetti.
Non a caso si parla di architettura di un sito. Perché è una struttura che qualcuno deve poter percorrere. E se la segnaletica non è a posto, gli accessi non funzionano come le persone si aspettano, il percorso non è facile, gradevole, fluido e interessante... nessun giocherello decorativo può rimediare al disastro.
Immaginiamo, per estremo, che qualcuno voglia intenzionalmente fare un sito difficile. Una sfida allabilità e alla fantasia di chi ci entra. Insomma un labirinto dove si spera che alla fine si trovi qualcosa di simpatico e non si caschi in bocca a un minotauro. Il fatto è che quello non è un sito, è un videogioco. E perfino in quel caso bisogna pensare allusabilità, perché se il gioco non è interessante, se le chiavi di percorso non sono stimolanti... non è un gioco ben fatto e nessuno si diverte se non il suo autore.
Non si tratta di seguire regole rigide e ripetitive, soprattutto se non si sono approfonditi bene i motivi per cui una certa cosa funziona e unaltra no. Si tratta di studiare e capire molto bene come avviene la comunicazione e come si comportano le persone. Lusabilità non è solo un fatto tecnico. Richiede anche uno studio attento e una comprensione profonda del comportamento umano. Come ogni forma di comunicazione ma con alcune caratteristiche specifiche della rete che pochi, finora, hanno avuto modo di imparare a fondo.
Avventurarsi nella girandola degli effetti speciali, che è fin troppo facile realizzare, non è creatività. È pigrizia. Costruire una vera, funzionante architettura è difficile e faticoso. Ma è indispensabile. La superficiale vanagloria dellautocompiacimento estetico non può e non deve sostituire il lavoro, molto più serio e impegnativo, che occorre per costruire nellinternet comunicazione efficace, accessibile, comprensibile e interessante.
Sulluso efficace della rete
(compresi alcuni aspetti
essenziali dellusabilità)
vedi
Le imprese e linternet