L’umanità dell’internet
(le vie della rete sono infinite)

omini
di Giancarlo Livraghi
gian@gandalf.it



Capitolo 19
Come funziona un “ipertesto”


Gran parte del gergo o linguaggio approssimativo che circonda la rete serve solo a confonderci le idee, come si è visto nel capitolo 16. Ma ci sono alcuni “neologismi” che hanno un significato preciso e importante. Uno di questi è la parola ipertesto (che suona un po’ comica ma descrive una cosa seria). Questo concetto esiste indipendentemente dall’internet. Intrinsecamente l’ipertesto non è una tecnologia, ma un modo di organizzare l’informazione. Il termine hypertext è stato definito nel 1965, quando stavano cominciando i primi studi che hanno portato alla nascita dell’internet. Ma ha trovato nuove applicazioni e una più ampia diffusione a partire dal 1990, con una nuova tecnologia su cui si basa la world wide web (come vedremo nel capitolo 25).

Sembra che molti pensino a una struttura “ipertestuale” come a un modo per associare testo, immagini, suoni e (volendo) anche animazioni. Infatti può fare anche queste cose. Ma è un’altra la sua qualità più importante: l’organizzazione delle informazioni. Prima della nascita di questi sistemi, l’informazione poteva essere organizzata solo in modo lineare. Indici e cataloghi analitici permettevano, in parte, di proporre percorsi trasversali all’organizzazione dei contenuti in un libro, nelle annate di un periodico o in un’intera biblioteca; ma con un’efficienza infinitamente inferiore a quella che ci permette oggi il sistema di connessioni fra tutte le informazioni che sono “archiviate” in forma elettronica. Questo è uno dei migliori esempi di come una tecnologia, se usata bene, può essere molto utile e adatta alle esigenze umane. Osserva Gerry McGovern: «L’ipertesto riflette meglio il nostro modo di pensare e il modo in cui funziona il nostro cervello. Perciò è un modo più naturale e umano di raccogliere ed esplorare le informazioni».

L’ipertesto è uno strumento importante anche quando funziona in un sistema chiuso: come le informazioni raccolte in un computer (o in una rete all’interno di una singola organizzazione) o su un supporto fisico, come un cd-rom. Ma assume una potenza infinitamente superiore quando è applicato all’internet, perché non solo può organizzare i contenuti all’interno di un sito online, ma può anche collegare documenti che si trovano in qualsiasi altra parte della rete.

Qual è il punto fondamentale? È la struttura dell’informazione; quella che spesso viene chiamata – e mi sembra giusto – l’architettura di un sito online. Una struttura “ipertestuale” permette un’ampiezza “potenzialmente infinita” di informazione e documentazione, che deve risultare raggiungibile dal lettore in modo semplice e diretto. Inoltre i link permettono di collegare trasversalmente i contenuti, passando da un settore all’altro dove ci sono nessi o analogie rilevanti. Un sito in rete, come qualsiasi altro sistema “ipertestuale”, è tanto più utile quanto più è complesso (cioè ricco di informazioni a vari livelli di approfondimento) e quanto meno appare complesso e difficile al lettore.

Inoltre... su un supporto statico i percorsi sono limitati a ciò che quell’oggetto contiene; la complessità dell’architettura è più o meno limitata e determinata da criteri specifici a quella particolare “base dati”. In rete, le connessioni possono andare direttamente a qualsiasi cosa che sia contenuta in una di tante risorse disponibili.

Il problema della “congestione informativa” esisteva anche prima dell’internet; ma la rete la rende più immediatamente tangibile. Lo spazio di esplorazione “tende all’infinito” e si allarga ogni giorno (uno dei problemi, infatti, è l’aggiornamento). La magia di un sistema ipertestuale ben organizzato è proprio quella di offrire un filo di Arianna nell’infinita complessità del labirinto; che non è un singolo filo unidimensionale, ma una rete di connessioni che offre una molteplicità di percorsi, con la segnaletica necessaria perché ognuno possa scegliere la strada che preferisce – e soprattutto arrivare, con la minima fatica possibile, alla destinazione che sceglie.

Con un po’ di esperienza nella rete impariamo presto a distinguere le risorse che hanno una struttura “ipertestuale” ben fatta da quelle (purtroppo la maggioranza) che sono organizzate in modo farraginoso e non ci aiutano a trovare ciò che cerchiamo. O (peggio ancora) cercano di “depistarci” dal nostro obiettivo e portarci altrove, secondo le logiche interne o le intenzioni commerciali di chi organizza il sito.

Conciliare le due esigenze (ricchezza di contenuto e facilità di accesso) è tutt’altro che facile. Ma se chi imposta il progetto “ipertestuale” fa bene il suo lavoro ciò che troviamo è un sistema semplice, chiaro, accessibile che ci semplifica la ricerca e l’esplorazione.

Il criterio fondamentale è quello che governa tutti i buoni sistemi di comunicazione: non solo la qualità dei contenuti, ma anche il modo in cui sono organizzati e proposti deve essere pensato, realizzato e organizzato dal punto di vista di chi legge.






indice
Indice dei capitoli online


gente
Ritorno alla pagina
di presentazione del libro



Homepage Gandalf
home