6. Macchine e software

 

  Contrariamente a quanto molti pensano (o vogliono far credere) la navigazione in rete non richiede computer di grande potenza o software particolarmente sofisticati, ingombranti e complessi.

Per chi non usa la World Wide Web è possibile navigare in tutto il mondo della rete anche con un computer di dieci o quindici anni fa, che ha prestazioni "infinitesimali" rispetto alla più semplice macchina di oggi. Con la nascita della Web le esigenze sono aumentate, sia per l’abitudine di usare software più complessi, sia per la presenza di immagini, "effetti" e animazioni (spesso inutili) la cui elaborazione può essere lenta se non si ha un processore adeguato e un’adeguata riserva di memoria. Ma con alcuni semplici accorgimenti può essere più che sufficiente, anche per esplorare la Web, un personal computer di tre o cinque anni fa, che oggi si trova sul mercato dell’usato per poche centinaia di migliaia di lire – o si può "assemblare" con componenti che si trovano al "mercato delle pulci".

Qualcuno pensa che l’installazione di un modem e di un programma di comunicazione sia una cosa complicata; e qualcuno cerca di sfruttare questi timori per vendere questo o quel prodotto o servizio. In generale, è una cosa abbastanza semplice. Ma anche ci fosse qualche piccola complicazione iniziale, una volta fatta l’installazione con l’aiuto di un tecnico o di una persona esperta si può lavorare tranquillamente; non c’è alcun bisogno di macchine particolarmente "dotate", di apparecchiature costose o di software complessi e ingombranti.

La difficoltà vera è un’altra: una volta stabilito il contatto, trovare le strade giuste, scoprire e coltivare le proprie aree di interesse. Non c’è alcuna "bacchetta magica" per risolvere questo problema: occorrono tempo, pazienza e curiosità.

In sostanza: la scelta migliore non è investire troppo in macchine finché non si è constatato in pratica quali sono le proprie esigenze. Chi ha già un computer non ha motivo di cambiarlo o modificarlo: meglio prima usarlo e poi pensarci. È molto probabile che se ci saranno problemi dipenderanno dalle connessioni e non dalla macchina che usiamo.

Lo stesso ragionamento vale per il modem. Ormai quasi tutti i servizi offrono connessioni a 28.800 bps, o superiori; e sono disponibili (anche se a prezzo elevato) connessioni ISDN a oltre 60.000 bps. Ma se non si prevede un uso "pesante" della rete (come per esempio il trasferimento frequente di grossi file di software o grafica) non vale la pena di investire in un modem costoso o in collegamenti super-veloci.

La regola è semplice: la macchina "avanzata" che compriamo oggi, quando potremmo non averne bisogno, fra un anno costerà circa la metà; o potremo comprare, allo stesso prezzo, un computer molto più "potente".

E così per il software. I browser per la Web sono messi a disposizione dai provider o reperibili in rete (e gratuiti, se per uso personale). Ottimi OLR (Off-Line Reader) sono disponibili come freeware, cioè completamente gratis, o come shareware, cioè gratuitamente in prova e a prezzi ragionevoli anche quando ci si "registra".

Meglio non "lasciarsi tentare" dalle innovazioni o da versioni troppo complesse del software. Alcune delle versioni più recenti non solo sono enormemente ingombranti, con un’infinità di funzioni inutili per la maggior parte delle persone, ma proprio per la loro complessità possono complicare, anziché agevolare, l’uso della rete.

Molti provider offrono "kit" di collegamento, con programmi propri ( i cosiddetti client) per la gestione delle connessioni, della posta eccetera. Possono essere comodi, ma mi sembra preferibile non usarli. Se ci si abitua a operare con uno di questi sistemi si diventa "schiavi" di quel provider; meglio imparare a usare sistemi che possiamo gestire in autonomia, e così essere liberi di cambiare come e quando vogliamo. Per lo stesso motivo, mi sembra inopportuno (anche se apparentemente comodo) accettare passivamente i sistemi "incorporati" che collegano varie funzioni in modo automatico (come quelli che si trovano pre-installati sui nuovi computer, o incorporati in software sempre più complessi e sempre più tendenti a proporsi come "multifunzione"). Sulla loro qualità tecnica ci sono opinioni diverse e contrastanti; ma comunque non è desiderabile lasciarsi imprigionare un sistema "chiuso" troppo asservito alle scelte, spesso arbitrarie, di un unico fornitore di software.

Sappiamo che presto o tardi la telefonia digitale renderà "obsoleto" il modem (già pggi per i collegamenti ISDN e per i telefoni cellulari si usano strumenti diversi). È meno facile prevedere quali sistemi possano sostituire, in tutto o in parte, il computer come lo conosciamo oggi; o quali evoluzioni ci saranno nel software. Alcune soluzioni sono già esistenti, altre facilmente prevedibili; ma probabilmente nasceranno anche cose che oggi nessuno immagina.

Ma finché queste innovazioni non avranno una diffusione estesa non resta altra scelta che usare le macchine di cui disponiamo: un normale computer e un modem non eccessivamente costoso. Senza investire troppo in cose che potrebbero "invecchiare" rapidamente.

La strada migliore è sempre la diffidenza: usare prodotti (specialmente software) collaudati. Non inseguire novità spesso inutili e inaffidabili; non cambiare né "aggiornare" finché non se ne sente una vera necessità. Non imprigionarsi in soluzioni tecniche che oggi sembrano "sulla cresta dell’onda" ma possono rivelarsi inefficaci o essere improvvisamente superate da altre. Come dice un antico adagio, "chi lascia la via vecchia per la nuova sa quel che lascia, non quel che trova". Non è mai stato così vero come nella telematica, e in generale nell’informatica, dove la ridda delle novità può sembrare affascinante ma è scomoda e rischiosa.

 

   
 
Giancarlo Livraghi

 

 
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