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labirinto
Il filo di Arianna


marzo 2002


Giancarlo Livraghi     gian@gandalf.it


I mille rivoli
dell’opensource

Da due o tre anni il tema della trasparenza e della compatibilità nel software e nella comunicazione online non è più un argomento di cui si occupano solo gli “addetti ai lavori” o poche persone particolarmente impegnate sui temi della qualità e della libertà di dialogo e di informazione. Rimane ancora “marginale” rispetto al gran fracasso su cose assai meno importanti, ma se ne parla occasionalmente anche nei mass media.

È altrettanto recente, ma continua a svilupparsi, un altro fenomeno interessante: il crescente interesse per le soluzioni opensource da parte delle imprese – compresi grandi protagonisti “storici” come l’Ibm e altri grossi operatori dell’informatica come la recente fusione di Compaq e Hewlett-Packard. C’è anche un ancora sommesso, ma crescente, impegno da parte di governie pubbliche amministrazioni in mezzo mondo (mentre le “autorità” e le grandi imprese italiane continuano a insistere con cieca ostinazione nella direzione sbagliata).

Non si tratta di un “duello” fra due singole soluzioni, né di uno scontro frontale fra due schieramenti omogenei e contrapposti. Non è neppure la rivoluzione di un “nuovo” (le soluzioni aperte e in particolare Linux) contro un “vecchio regime” (i sistemi chiusi e in particolare il monopolio Microsoft). Non è un’insurrezione di romantici sognatori, ma un sistema concreto di soluzioni pratiche e funzionali.

La situazione è intricata e complessa. Con un’infinità di fatti ed evoluzioni che, almeno finora, non danno luogo a un quadro organizzato o coerente. Più che una guerra sembra una guerriglia, in cui il corpaccione degenerato e infetto dei sistemi purtroppo più diffusi è attaccato e intaccato su mille fronti da una varietà di soluzioni e situazioni diverse, più o meno “piccole” ma accomunate da una maggiore apertura, trasparenza e compatibilità – e dalla loro capacità biologica di “co-evolvere”, di verificarsi e migliorarsi a vicenda.

Accade spesso, nella storia delle cose umane, che l’evoluzione e l’innovazione avvengano in questo modo. Senza un disegno ordinato e programmato, ma per una più o meno spontanea, darwiniana evoluzione di un’infinità di fenomeni apparentemente diversi – in cui cose nuove si mescolano ad altre che nuove non sono, ma sembravano spente o dimenticate.

Queste evoluzioni ci sono, per fortuna, anche in Italia. Ma ancor più che altrove sono disperse in un’infinità di iniziative – spesso solide ed efficienti, ma trascurate e ignorate, anzi spesso ostacolate, dalla “cultura dominante” (politica, amministrativa, delle grandi imprese, dell’informazione e della formazione). Invece la libertà, l’apertura e la compatibilità dovrebbero essere coltivate e incoraggiate con particolare attenzione proprio da noi. Sul fronte delle grandi concentrazioni e dei sistemi chiusi la partita è persa – non abbiamo alcuna possibilità di competere. In un quadro più libero, aperto e molteplice la prepotenza della “massa d’urto” è meno efficace, c’è molto più spazio per l’ingegno, la fantasia, la flessibilità. Dove c’è vera libertà e apertura di comunicazione le occasioni sono straordinariamente più ricche per l’Europa – e in particolare per l’Italia.

L’importante è capire che il concetto di compatibilità e di soluzioni aperte non riguarda solo la disponibilità del “codice sorgente” nel software (cioè open source) ma più estesamente ogni sorta di applicazioni e risorse, compresi i “protocolli” su cui si basa l’internet e i “linguaggi” con cui si organizza la comunicazione online. Queste soluzioni, fin dalle origini, sono nate “aperte” e sostanzialmente lo sono ancora oggi. Solo con una piena compatibilità e apertura è possibile un buon funzionamento dell’internet. Ogni tentativo di rinchiuderla, costringerla o deformare i sistemi rendendoli meno compatibili va contro la natura intrinseca della rete. Presto o tardi finisce col ritorcersi contro chi adotta quelle impostazioni sbagliate.

La libertà e l’apertura non sono solo esigenze fondamentali della cultura umana e della società civile. Sono anche un vantaggio per il business. Le soluzioni aperte non sono soltanto più gestibili e meno costose. Sono anche molto più affidabili ed efficienti.

Chi si chiude, o si lascia rinchiudere, in sistemi o linguaggi condizionati e incompatibili alla fine si troverà a parlare solo con se stesso – e a soffocare nei miasmi di un ambiente privo di scambio, d’aria e di respiro. Le ingombranti e onanistiche “decorazioni” di cui ha riempito le sue isolate proprietà non avranno più valore dei graffiti sui muri di una prigione.




Alcuni altri testi su questo argomento.

Per una definizione generale del problema
Sistemi aperti. compatibilità, opensource.

Sulle iniziative pubbliche in favore del software libero
Libertà di software: un movimento mondiale?

Sull’ impegno che ci vorrebbe ma ancora manca
Libertà, trasparenza e compatibilità:
non è solo un problema di software

Sui problemi specifici dell’usabilità e compatibilità
nel caso dei “siti web” Un sito che funziona
nella seconda parte di Le imprese e l’internet.

Sull’inutilità e pericolosità di soluzioni “cosmetiche”
L’internet: così uguale e così diversa

Sull’evoluzione dei sistemi di comunicazione
e delle tecnologie dell’informazione la “cronologia
in appendice a L’umanità dell’internet.



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