Offline Riflessioni a modem spento


Previsioni
per il 2002

febbraio 2002

also available in English



  Giancarlo Livraghi

gian@gandalf.it
 
Per altre osservazioni vedi
il mercante in rete
e altre rubriche online
e due libri:
  La coltivazione dell’internet  
e L’umanità dell’internet
 
 

 



Non mi azzardo a fare previsioni. Ma c’è chi ha deciso di correre il rischio. Ed è uno dei più attenti e intelligenti osservatori della rete e dei suoi sviluppi. Gerry McGovern ne ha fatte dieci in un articolo del 2 gennaio, Predictions for 2002. Eccole, con qualche breve commento.


1.   Benché il peggio sia passato, non ci sarà una grande ripresa nel 2002. Le cose si stabilizzeranno nella prima metà dell’anno, con modesti progressi da lì in poi.

Mi sembra un’ipotesi credibile – anche se è difficile avere “certezze”. Ma il fatto più importante, secondo me, è un altro. C’è una fase di esitazione e di incertezza di cui dovrebbe approfittare chi ha progetti più seri e meno frettolosi. L’occasione è buona ora per chi si sa impegnare con metodo e ha obiettivi “di medio o lungo periodo”.


2.   Sarà l’anno dei virus. La sicurezza sarà una preoccupazione crescente.

Mi sembra discutibile. C’è già abbondanza di virus – dovuta soprattutto ai “buchi” dei software alla debolezza delle difese. Ma “non è mai troppo tardi” per imparare a stare più attenti e prevenire meglio (e anche evitare di diffondere falsi allarmi).


3.  Ci sarà un aumento di legislazione e regolamentazione.

Temo che sia vero. E viste le esperienze finora (specialmente in Italia) c’è il serio rischio che molte leggi e norme siano sbagliate, tortuose, macchinose e repressive.

Uno dei pericolosi “effetti collaterali” del terrorismo è che può essere un pretesto per repressioni della libertà e della privacy – del tutto inutili per la prevenzione del crimine, ma desiderate per tutt’altri motivi da vari centri di potere, pubblici e privati.


4.   Lo spam rimarrà un grosso problema.

Anche questo, purtroppo, è molto credibile. Di quel fastidioso malanno non ci libereremo in tempi brevi.


5.   Fallimenti, fusioni e concentrazioni continueranno.

Sembra probabile. Anche se le fusioni e le concentrazioni producono più danni che vantaggi. Continueranno anche le spinte a “concentrare” l’internet nelle mani di pochi operatori dominanti. E avranno, in parte, successo – anche se sono il contrario di ciò che davvero serve in rete (e molto nocive per chi, come noi, deve trovare uno spazio di sopravvivenza nell’inevitabile predominio americano su tutto ciò che sarà “concentrato”).


6.   Continuerà la crisi dei PC. Chi non ce l’ha non lo vuole avere e chi ce l’ha non ha motivo di sostituirlo troppo spesso.

La tendenza è già evidente e dobbiamo sperare che continui – non solo per il hardware ma anche per i troppi inutili “aggiornamenti” del software.


7.   Continuerà la crisi delle telecomunicazioni e del wireless.

Finora non si è vista la vera crisi che dovrà venire (non so quando) in tutti quei paesi, come l’Italia, in cui il mercato è “saturo” e non sarà possibile continuare a produrre una crescita “artificiale” con complicazioni inutili e inutilmente costose.

Vedi   La congestione tecnologica
e  Percorsi possibili di un mercato “maturo”.


8.   Ci saranno due percorsi: l’internet for free (gratis) e for fee (a pagamento).

Questo è un tema complesso – e finora non bene approfondito. Che alcune cose siano gratis e altre a pagamento è ragionevole. Ma è tutt’altro che semplice decidere quali, come e perché.


9.   L’architettura dell’informazione diventerà la disciplina fondamentale nella progettazione dei siti web.

Presto o tardi dovrà succedere – ma per ora sembra ancora imperversante il gioco delle apparenze e degli “effetti” cosmetici a scapito dei contenuti.


10.   Amazon farà un profitto.

Pare che sia vero. Ma il fatto importante è un altro. Da sette anni Amazon è un serio e duraturo successo. Un esempio fondamentale di come dare vero servizio e avere clienti che ritornano. La verità è che molti hanno paura di ciò che Amazon rappresenta – perché non sanno, o non vogliono, impegnarsi seriamente nel servizio e nel tanto proclamato, ma mal praticato, customer care.

Può essere una buona occasione per rileggere una intervista a Jeff Bezos che avevo pubblicato due anni fa. Ma forse non sempre Amazon razzola come predica. Se resterà fedele alle promesse, avrà anche nei prossimi anni il successo che merita. Se invece, ingolosita dala crescita, cominciasse a mancare ai suoi princìpi... avremmo un altro esempio di come il “trionfo” possa dare alla testa e coincidere con qualche sintomo di difficoltà. Vedi il prossimo numero di questa rubrica.


*   *   *


Diamoci appuntamento fra un anno. Non tanto per vedere se queste previsioni si saranno avverate, quanto per capire se il mercato avrà avuto finalmente un’evoluzione più seria e costruttiva.

 



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