La strana danza delle vacche grasse dicembre 1999 |
Giancarlo Livraghi gian@gandalf.it |
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Ormai è evidente. Dopo tante false partenze (e nonostante le miriadi di pseudo-statistiche, discutibili profezie e "notizie" mirabolanti quanto infondate che continuano a circolare) l'internet sta "decollando" davvero anche in paesi "storicamente" arretrati come il nostro. Analisi recenti confermano che la situazione in Italia sta cambiando; cominciamo ad accorciare la distanza rispetto ai paesi più avanzati, anche se la strada per arrivare "in quota" è ancora lunga. Ma (com'era facilmente prevedibile) c'è un'enorme confusione, poca chiarezza di idee e di propositi. Quando avremo finito di festeggiare il "falso millennio" e (alla luce dei fatti il 1° gennaio) cominceremo a capire un po' meglio la bizzarra vicenda del millenario scarafaggio dovremo trovare un momento di tranquillità per verificare la situazione e ridefinire le strategie. Siamo entrati nella fase delle "vacche grasse". Non si tratta solo di una momentanea crisi maniacale della borsa. Ci sono e ci saranno possibilità di trovare finanziamenti e disponibilità di "venture capital" anche in Italia. Bene per tutto il denaro che affluirà a imprese sane con progetti di lungo periodo. Meno bene per la girandola di miliardi che farà partire avventure di corto respiro e di dubbia qualità. Per chi ha un po' di preparazione specifica abbondano le offerte di lavoro; questo ovviamente è un bene, ma con risvolti preoccupanti, perché avremo un'applicazione estesa del classico principio di Peter: persone promosse al di là del loro livello di competenza. Ben vengano, le vacche grasse (anche se la loro danza non ha più grazia del balletto degli ippopotami in Fantasia di Disney). Ma stiamo attenti a non scambiarle per cavalli da corsa. Più che mai in questo momento mi sembra da ricordare l'antico e saggio principio: festina lente. Il successo sarà di chi saprà cogliere con prontezza le occasioni tattiche ma non perdere di vista le strategie di lungo periodo. Fra due anni si parlerà di quelle vacche grasse che si saranno trasformate in elefanti intelligenti, dalla lunga memoria e dal passo deciso; saranno dimenticate quelle che, nel frattempo, saranno state intossicate dalla bulimia o da un abuso di anabolizzanti o saranno finite al macello, lasciando dietro di sé alcuni speculatori ricchi e molti investitori delusi. Buon anno a tutti; e l'augurio che nella tumultuosa bagarre che ci sta davanti vincano, davvero, i migliori. Perché il futuro non si costruisce con gli arrembaggi e con le speculazioni, ma con un impegno serio e duraturo nella qualità e nel servizio. |