21. In viaggio: collegamenti di "fortuna"
e telefonia cellulare

 

  Per chi viaggia spesso, ci sono soluzioni che permettono di collegarsi da qualsiasi posto.

Se si ha un computer portatile, da qualsiasi telefono ci si può collegare con il proprio provider. Se il provider ha un accesso urbano in quella zona, è tutto normale; se si deve chiamare in interurbana, meglio seguire le cautele indicate sopra (cioè fare collegamenti brevi).

Se si è senza computer, si può sempre usare il computer di un amico (se ha un modem). Se il nostro provider ha un accesso in zona, la cosa è semplice. Se no, si può usare telnet. Il nostro amico si collega al suo provider locale; quando con telnet si passa sul nostro provider, si entra con la nostra id e la nostra password, e il gioco è fatto.

Alcuni suggerimenti:

  • Può essere utile dotare il computer portatile di un modem PCMCIA. La scheda non occupa spazio e non ha bisogno di essere collegata a una presa elettrica, perché si alimenta con la corrente del computer.
  • Se ci si collega da un albergo, non sempre è facile trovare un filo cui collegarsi. Questo può accadere anche in una casa privata se ci sono telefoni di vecchio tipo, con il filo direttamente inserito nell’apparecchio invece che con un innesto staccabile. È prudente perciò quando si viaggia portare con sé non solo un filo di connessione, ma anche una "spina" telefonica, preferibilmente del tipo "passante" (presa e spina). Alcuni arrivano addirittura a portare con sé un filo con i morsetti, e smontare i telefoni... una procedura efficace ma poco consigliabile a chi non ha pratica di apparecchiature telefoniche.
  • Negli alberghi e negli uffici ci può essere il problema di passare attraverso il centralino. Con alcuni centralini elettronici questo è quasi impossibile; non resta che andare con il computer al centralino o in un ufficio dell’albergo e collegarsi con una linea diretta (come, per esempio, quella del fax). Invece con i centralini, per fortuna diffusi, che hanno un prefisso numerico (di solito 0) con un po’ di pazienza si riesce quasi sempre a collegarsi dalla propria stanza. Occorre premettere al numero uno 0 seguito da segni di intervallo (come virgole o trattini) per produrre una "pausa". Di solito questi centralini sono a "impulsi" e non a "toni": quindi se il nostro modem è predisposto per una centrale a "toni" occorre cambiare il prefisso da ATDT (tone) a ATDP (pulse): cosa sempre possibile con tutti i programmi di connessione.

Se si viaggia all’estero, e non si ha un ufficio o un amico "in loco" che possa offrirci un collegamento in telnet, da molte città è possibile collegarsi con Sprint o con Tymnet, sempre che il nostro provider sia accessibile con questi servizi. Se ci si trova spesso negli Stati Uniti o in grandi città europee, può essere utile abbonarsi a un servizio, come per esempio Compuserve o America Online, che ha collegamenti urbani in molte località, e così collegarci in telnet con il nostro provider abituale.

Ci si può collegare anche con un telefono cellulare. Con i cellulari tradizionali occorre avere, oltre al modem, una "interfaccia dati" che si acquista dallo stesso fornitore che produce il telefono. In questo caso non conviene tentare collegamenti a velocità elevata, perché i disturbi nelle trasmissioni "via etere" possono creare difficoltà; meglio "frenare" la connessione a non più di 4800 bps. Con questo sistema, chi scrive queste righe riesce a collegarsi abitualmente da una barca a vela in navigazione, talvolta anche a 50 miglia dalla costa.

La situazione cambia con le nuove tecnologie "digitali", come quella usata dai portatili GSM. In questo caso non si usa il modem, ma una data card digitale PCMCIA. I collegamenti sono più stabili: ci si collega normalmente a 9600 bps e questo, probabilmente, è solo l’inizio.

Naturalmente con i "cellulari" ci si collega sempre in tariffa interurbana, quindi è più che mai consigliabile lavorare off-line e fare collegamenti brevi.

Nel futuro, probabilmente, con l’uso di trasmissioni digitali e con nuovi sistemi di satelliti la trasmissione di dati "senza filo" (wireless), cioè "via etere", diventerà molto più comune, e sarà possibile collegarsi anche in zone remote o in mezzo all’oceano. Cose già oggi possibili per chi dispone di accessi satellitari privilegiati o di altre connessioni particolari. Ma questi servizi non sono ancora disponibili ai "comuni mortali": per ora dobbiamo limitarci a usare quei collegamenti che possiamo trovare attraverso i cavi telefonici o con l’uso dei telefoni cellulari nelle aree "coperte".

 

   
 
Giancarlo Livraghi

 

 
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