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Giancarlo Livraghi gian@gandalf.it
marzo 2003




Il telefono (cellulare o non)

Non è facile capire perché la telefonia cellulare abbia avuto una singolare (e imprevista) diffusione in Italia. In parte il fenomeno è dovuto a una forte spinta promozionale delle compagnie telefoniche, perché la concorrenza si è aperta sulla telefonia mobile prima che su quella fissa e perché l’uso del cellulare è molto più costoso per gli utenti e “profittevole” per gli operatori. Ma nessuna di quelle iniziative avrebbe avuto risultati così rilevanti se non ci fosse stata una tendenza “spontanea” che in una prima fase sembrava una moda ma poi è diventata un’abitudine diffusa.

Se oggi percepiamo una differenza abbastanza netta fra telefonia mobile e fissa, è molto probabile che il sistema tenda verso l’integrazione – con freni e lentezze che non dipendono dalle tecnologie ma da problemi organizzativi, economici e strutturali. Intanto le differenze fra l’Italia e altri paesi tendono a diminuire, perché mentre da noi si è arrivati alla “saturazione” nella telefonia cellulare gli altri si stanno avvicinando al nostro livello.

Data l’estesa diffusione di questo strumento, l’uso di “altri sistemi” fra gli “utenti abituali” di telefonia mobile non si scosta molto dalla media complessiva. Tuttavia ci sono differenze significative.

Uso “abituale”     Libri    Quotidiani   Radio   Computer  Internet 
Cellulare si 36 50 68 44 29
Cellulare no 24 37 47 18  9
Totale popolazione 29 43 57 29 19

Si conferma, anche in questo caso, la generale tendenza per cui i più “forti utenti” di uno strumento hanno anche maggiore familiarità con le altre risorse di informazione e di comunicazione.

Le differenze sono rilevanti nella lettura di libri (+ 50 %) e di quotidiani (+ 35 %) come nell’ascolto della radio (+ 45 %) e molto più forti nel caso del computer (+ 175 %) e dell’internet (più del triplo).

L’analisi dei comportamenti dimostra che il cellulare è prevalentemente usato per essere ciò che è: un telefono. È in atto una forte spinta da parte dei fornitori di telefonia mobile per cercare di trasformarla in uno strumento “universale” che invada i territori di altri mezzi e sistemi. Per motivi, ovviamente, interessati: risvegliare con nuove proposte un mercato “saturo” e cercare nuove occasioni di guadagno. Quale esito potranno avere è difficilmente prevedibile. Ma è molto probabile che ci riescano solo in parte – forse aprendo la strada a una “segmentazione” di usi secondo le esigenze e le tendenze personali di ciascuno.

Vedremo molte tecnologie nascere e morire, molti progetti sorgere e tramontare, prima che si arrivi a un assetto duraturo nel mondo complesso e nell’evoluzione turbolenta della telefonia e della “trasmissione dati”.



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