Giancarlo Livraghi gian@gandalf.it
marzo 2003
La stampa
Sembra che ci sia una soglia nella diffusione della stampa in Italia. Sono stati superati solo in parte i tradizionali vincoli distributivi e, nonostante un miglioramento graduale dei livelli scolastici, la propensione alla lettura non dà segni di grande crescita. Poco più di metà degli italiani (56 %) dice di leggere un quotidiano e solo il 43 % in modo abituale (che non significa tutti i giorni, ma almeno tre volte alla settimana). Più bassi i dati della stampa periodica (per i settimanali 43 %, di cui solo il 16,6 % abituali e ancora meno per i mensili). La lettura è più concentrata, naturalmente, fra le persone che hanno un menu più esteso. Questo è lutilizzo di altri strumenti da parte dei lettori di quotidiani.
Uso abituale Libri Settimanali Cellulare Radio Computer Internet Quotidiani si 43 21 55 63 35 25 Quotidiani no 19 13 42 52 24 13 Totale popolazione 29 17 48 57 29 19 I lettori di quotidiani leggono molti più libri dei non lettori (+ 126 %) ma la propensione non è altrettanto forte per i settimanali (+ 62 %). Sono minori le differenze nellascolto della radio (+ 21 %) e nelluso del cellulare (+ 31 %). Il divario è rilevante nel caso dellinternet (il doppio) più che del computer (+ 46 %).
La prospettiva è diversa dal punto di vista dei lettori di settimanali che hanno un menu più povero. Hanno una propensione superiore alla media alla lettura di quotidiani e di libri; per il resto la loro gamma di strumenti non ha differenze significative rispetto alla media della popolazione.
Anche se, ovviamente, molti lettori di quotidiani, e specialmente di periodici, ne leggono più di uno, rimane un curioso (e tradizionale) contrasto fra la moltiplicazione delle testate e il numero relativamente basso di lettori specialmente in confronto ad altri paesi paragonabili allItalia per evoluzione economica e culturale. (Vedi lappendice).>
Sono comunque smentite (in Italia come in tutto il mondo) le lugubri previsioni di chi parlava di morte della carta stampata. È difficile sapere se un giorno ci sarà davvero qualcosa che possa sostituire la carta. Ma allo stato dellarte il consumo di carta è in aumento: perché si continuano a stampare libri, giornali e riviste e perché si moltiplicano gli usi della carta dovuti alla diffusione delle fotocopiatrici e delle stampanti per computer.
Inoltre il mondo della parola scritta si è molto allargato per luso dellelettronica e dellinternet. E perfino nella telefonia cellulare si sono diffusi, al di là di ogni previsione, i messaggini sms. In totale è evidente che si legge, e si scrive, molto più di quanto accadeva qualche anno fa.
È soprattutto un problema di contenuti, e di formule editoriali, il fatto che in questo contesto non ci sia una crescita più marcata nella lettura di quotidiani e periodici. Anche se laffollamento e la molteplicità di risorse disponibili sono un problema per tutte le forme di comunicazione. La tendenza nel lungo periodo dovrebbe essere verso una maggiore differenziazione dei ruoli e specializzazione di contenuti. Ma la forza dellabitudine (nei produttori di informazione come in chi la riceve) e lostacolo più difficilmente superabile.
I libri
Questo è il più antico fra tutti gli strumenti considerati nel rapporto. Naturalmente i libri (codici o manoscritti) esistevano anche prima dellinvenzione della stampa. Ma un cambiamento sostanziale nella riproducibilità dei testi è nato cinquecento anni fa. Una vera industrializzazione dei libri (e dei giornali) si è verificata nel diciannovesimo secolo, con metodi più meccanizzati di stampa (in particolare con linvenzione della linotype nel 1886). Unulteriore semplificazione dei processi è arrivata nella seconda metà del ventesimo secolo, prima con la fotocomposizione e poi con lelettronica.
Ma non sempre il progresso tecnico porta a un miglioramento della qualità. Produrre libri costa molto meno. Il risultato è che sta andando in estinzione leditoria come impresa culturale. Oggi un libro può andare in pareggio se vende millecinquecento copie. La tiratura media, secondo lAie, è scesa da 8.500 copie negli anni 80 a 4.800 nella situazione attuale. Gli editori sono diventati librifici di serie. Si pubblicano troppi libri, badando più alla quantità che alla qualità.
(Un fenomeno analogo, naturalmente, accade nella stampa e specialmente nei periodici. Con una moltiplicazione di testate in cui limpegno redazionale è ridotto al minimo e i contenuti sono rifritture di fondi di magazzino o scopiazzature di ciò che capita, quando non sono riproduzione di veline o di note stampa di varia provenienza).
Perfino un bibliofilo inguaribile come lautore di queste righe oggi si trova in grave difficoltà quando entra in una libreria e cerca di orientarsi negli scaffali affollati di novità che non meritavano di essere pubblicate. Ed è ormai raro che si possa chiedere unopinione al libraio, perché è più disorientato dei suoi clienti.
Il mondo affollato e confuso dei libri è una risorsa e un problema per una parte relativamente ristretta del nostro paese. Sono meno di metà della popolazione gli italiani che leggono libri e meno di un terzo almeno tre nellultimo anno. Anche le persone abituate a leggere usano poco i libri (per esempio, come abbiamo visto, sono il 43 % fra i lettori abituali di quotidiani).
Sarà vero, come dicono malinconicamente gli editori, che i lettori sono sempre gli stessi e che cè solo una più aspra e disordinata concorrenza? Forse. Ma vuol dire che non si è trovato un modo efficace per allargare linteresse alla lettura.
Secondo lAie «Il principale (e strutturale) ostacolo allallargamento del mercato della lettura deriva dalle scadenti competenze alfabetiche degli italiani acquisite nel percorso scolastico. Un insufficiente possesso collettivo di strumenti che consentano autonome capacità di lettura-comprensione-interpretazione di un testo di complessità appena superiore a quella consentita da una scolarizzazione di base». Ma lassociazione degli editori rileva che «Le imprese editori e canali commerciali non sono state in grado di trasformare i potenziali clienti delle case editrici e delle librerie in lettori e clienti abituali, o un po meno occasionali». Insomma la scarsa lettura, di libri e giornali, rimane un problema serio della cultura italiana di cui non si è ancora trovata una soluzione.
Non è vero (come è un po troppo facile affermare) che sia tutta colpa della televisione. I bambini che crescono con la televisione imparano a leggere più presto dei bambini daltri tempi. Il problema è capire come le persone di ogni età possano essere indotte a passare meno tempo davanti a un televisore (o attaccate a un cellulare) e un po più di tempo a leggere o comunque ad allargare la loro gamma di risorse cognitive.
In questo quadro piuttosto confuso, i lettori di libri hanno un profilo relativamente ricco per quanto riguarda gli altri strumenti di comunicazione e di informazione.
Uso abituale Quotidiani Settimanali Cellulare Radio Computer Internet Libri si 63 20 58 64 45 32 Libri no 37 15 43 53 23 12 Totale popolazione 43 17 48 57 29 19 I lettori di libri usano gli altri strumenti di comunicazione molto più dei non lettori. Non si tratta solo della carta stampata (+ 81 % per i quotidiani, + 33 % per i settimanali), ma anche del telefono cellulare (+ 35 %) e della radio (+ 21 %). Quasi il doppio nel caso del computer e ancora di più linternet.
Il più classico degli strumenti di conoscenza e approfondimento rimane lelemento più caratterizzante delle persone abbienti di informazione e comunicazione e coincide con una gamma di risorse notevolmente più ricca della media.
Non merita un approfondimento la cosiddetta editoria elettronica, che (almeno finora) rimane un dettaglio di scarso rilievo. Non ha avuto quelleffetto rivoluzionario che alcuni, assurdamente, si aspettavano anche perché la qualità dei prodotti offerti finora è carica di apparenze e scarsa di valori reali di contenuto e utilità. Una struttura ipertestuale può essere utile, talvolta, per alcune categorie di prodotti editoriali (testi di consultazione). Ma i libri su supporti elettronici fissi hanno uno spazio molto limitato fra due fenomeni di assai maggiore rilevo: da un lato linsostituibile libro stampato, dallaltro le più ricche ed efficaci (e meglio aggiornate) risorse disponibili online.