Risorse di informazione e comunicazione
nelle famiglie italiane
In base a un rapporto del Censis luglio 2001
Giancarlo Livraghi gian@gandalf.it
Nel luglio 2001 il Censis ha diffuso un ponderoso documento intitolato Primo rapporto annuale sulla comunicazione in Italia (offerta di informazione e uso dei media nelle famiglie italiane). Si tratta di un appuntamento annuale e altri studi sono stati pubblicati negli anni successivi. È online una ulteriore e diversa analisi basata sul secondo rapporto del Censis pubblicato nel marzo 2003. E inoltre un approfondimento storicosui sistemi di informazione
e di comunicazione pubblicato nel marzo 2004.Un aggiornamento al 2005 è riassunto in una sintesi dei dati finora disponibili in un nuovo studio che confronta le situazioni a quattro anni di distanza (dal 2001 al 2005).
Le analisi e le osservazioni che seguono sono basate sul primo rapporto pubblicato nel 2001.
Naturalmente tutte le ricerche demoscopiche sono imprecise e discutibili. Ma lautorevolezza della fonte, e il fatto che si tratta della a prima analisi estesa e comparativa dei vari strumenti di comunicazione e di informazione nelle famiglie italiane, costituiscono un punto di riferimento non trascurabile che merita qualche analisi e commento.
Il Censis promette di pubblicare un ulteriore documento in cui i dati «saranno scorporati sulla base di diverse categorie analitiche (età, sesso, condizione socio-culturale, ecc.)». Ma intanto alcune osservazioni interessanti si possono già ricavare anche da dati più generali (e alcune analisi per categorie demografiche sono già disponibili in questo rapporto).
Questo studio non riguarda specificamente linternet e i nuovi sistemi di comunicazione. Ma è utile per collocarli nella prospettiva delle risorse di cui dispongono le famiglie italiane.
Una delle deduzioni più rilevanti è la constatazione di una distinzione culturale e di comportamento che divide la popolazione italiana in due metà quasi uguali: quella che usa una varietà di fonti di informazione e comunicazione e quella che è quasi totalmente asservita alla televisione. Non ripeto qui ciò che ho già scritto a questo proposito nellarticolo La divisione è culturale (non digitale). Ma la sostanza è che non esiste in Italia (né in altri paesi di paragonabile evoluzione economica e culturale) quel fenomeno chiamato digital divide di cui troppo si favoleggia e che non aiuta a capire la realtà della situazione.
Abbondanza di risorse. Ma sono usate?
Nella nota introduttiva al rapporto il Censis osserva:
Prima di tutto abbiamo potuto constatare, non senza una punta di sorpresa, che nelle case degli italiani è presente una vera e propria abbondanza di strumenti di comunicazione. Le abitazioni, infatti, non sono solo piene di televisori (quasi tutti attrezzati per la ricezione del teletext) e apparecchi radio come era ampiamente prevedibile ma anche arricchite dalla disponibilità di libri, giornali e riviste, oltre che di telefoni cellulari, computer e videoregistratori, mentre la crescente e non più trascurabile attivazione di impianti per la tv satellitare, di consolle per i videogame e di collegamenti allinternet contribuisce a configurare le case degli italiani come dei complessi terminali multimediali, autentiche porte aperte alla comunicazione con il mondo esterno.
I problemi, però, cominciano a manifestarsi quando si passa a verificare qual è il grado effettivo di utilizzo di questi strumenti. Se si esclude la televisione, lunico strumento con cui praticamente tutti hanno un contatto quotidiano, per il resto i dati che presenteremo in dettaglio nelle pagine seguenti ci dicono che non più di una metà degli italiani sa fare un uso consapevole di unampia gamma di mezzi, impiegandoli per quello che possono dare, mostrando di aver capito anche come e quando è conveniente usarli. Gli altri utenti appaiono invece come disorientati dalla molteplicità di tecnologie, mezzi, linguaggi che tendono sempre più ad assediarli, fin dentro la propria casa.
Inoltre anche il divario che in molti casi si profila tra quanti hanno un rapporto stabile con i diversi mezzi e quelli che ne fanno un uso saltuario accentua ulteriormente questa impressione, contribuendo a disegnare il quadro di un paese in cui una metà dei cittadini possiede gli strumenti (culturali prima ancora che tecnologici) per approfittare delle opportunità offerte dalla società dellinformazione, mentre laltra metà accusa dei gravi handicap che non sono determinati dalla carenza di beni materiali, bensì da un deficit di competenze linguistiche, abitudini cognitive, motivazioni comportamentali.
La cosa più grave, però, è che non si può attribuire la responsabilità di questa situazione ad un recente, e per certi versi comprensibile, internet divide, perché non è sulle nuove tecnologie che si registra la frattura. È la metà degli italiani che legge libri e giornali e che ha confidenza con la radio, il teletext e il videoregistratore che si trova più facilmente a suo agio con i computer e internet. Gli altri possono avere anche la casa piena di media, vecchi e nuovi, però non li usano, continuando ad avere come principale se non unico punto di riferimento la televisione.
E conclude così:
È un po come se, con la nostra ricerca, avessimo colto gli italiani nel momento in cui si trovano a fare acquisti in un virtuale ipermercato dei media. Alla cassa tutti i carrelli si presentano carichi di merci, però guardando con più attenzione tra i clienti che si affollano tra gli scaffali potremmo chiaramente distinguere quelli che hanno la loro lista della spesa tra le mani e scelgono ciò che effettivamente gli serve e sanno usare, da quelli che percorrono gli interminabili corridoi riempiendo ansiosamente il loro carrello di una grande quantità merci di cui, una volta a casa, non sapranno cosa fare. La spesa alla fine lhanno fatta tutti, ma la soddisfazione che gli uni e gli altri potranno ricavare dai loro acquisti è nettamente diversa.
Questa è una constatazione che ognuno di noi può fare osservando un po il comportamento delle persone. Ma è importante la verifica (e la quantificazione) che ci offre unanalisi sistematica.
Cè quasi unansia del possedere, unesigenza imitativa di adeguarsi dotandosi di ciò che i modelli di una società affluente fanno apparire necessario. Ma cè poi una profonda diversità nella capacità di usare gli strumenti e nel modo in cui ciascuno se ne serve.
Un fatto molto rilevante (come nota anche il Censis) è che le differenze di comportamento non sono una conseguenza delle nuove tecnologie. Al contrario, luso dei nuovi strumenti si colloca in un sistema preesistente, e consolidato nel tempo, di abitudini, atteggiamenti e relazioni.
Dotazione e uso degli strumenti
di informazione e comunicazionePer cominciare, questi sono tre grafici che si trovano anche in un altro documento su questo sito (insieme a informazioni da altre fonti sulluso dellinternet in Italia).
Risorse di informazione e comunicazione
disponibili nelle famiglie
Percentuali su totale popolazionePrevedibile (come nota anche il Censis) la diffusione della televisione e della radio (nonché del teletext perché è una dotazione che ormai da anni si trova in tutti i televisori, indipendentemente dal fatto che chi li acquista voglia usufruire di quel servizio).
La sorpresa sta nellampia disponibilità della carta stampata e in particolare dei libri in contrasto con la diffusa opinione che gli italiani non leggono. Vedremo più avanti come ci sia una grande varietà di abitudini di lettura e come i comportamenti ci riportino, purtroppo, vicini allabituale percezione degli italiani che leggono poco.
Anche la presenza di computer, benché nettamente più bassa rispetto agli strumenti tradizionali, è tuttaltro che trascurabile. Fino a qualche anno fa era uno strumento usato soprattutto sul luogo di lavoro; oggi ha una penetrazione notevole (42 %) anche nelle case.
Ma il quadro comincia a cambiare se osserviamo il secondo grafico, che ci dice quante sono le persone che usano, sia pure occasionalmente gli strumenti disponibili.
Risorse di informazione e comunicazione
uso individuale
Percentuali su totale popolazioneVediamo che la gerarchia è molto cambiata. Prevedibile che il telefono cellulare salga al secondo posto e che scendano un po i libri. Se il computer è presente nel 43 % delle case, è usato solo dal 31 % delle persone. La diminuzione è ancora più forte nel caso dellinternet: la possibilità di accesso è nel 30 % delle case, ma solo 20 % delle persone se ne serve. Ma questo quadro è ancora troppo generico, perché non ci dà alcuna indicazione sulla frequenza duso.
Nel prossimo grafico vediamo i dati riguardanti quelle persone che il Censis definisce individui che hanno un rapporto di utenza costante con i vari strumenti di informazione e comunicazione. (In questo studio si definisce uso costante una frequenza dichiarata di almeno tre volte alla settimana e, nel caso dei libri, almeno uno nellultimo mese). Sappiamo che in questo genere di ricerche cè una notevole differenza fra il dire e il fare cioè la frequenza dichiarata è quasi sempre al di sopra di quella reale. Ma se i dati sono probabilmente sbagliati per eccesso in cifra assoluta dovrebbero essere ragionevolmente comparabili fra loro.
Risorse di informazione e comunicazione
uso abituale
Percentuali su totale popolazioneQui vediamo consolidarsi la sorpresa per quanto riguarda la lettura. Non solo la radio si porta al di sopra del telefono cellulare, ma anche i libri; e i quotidiani sono quasi allo stesso livello. Scende ancora notevolmente il computer (solo due persone su tre che lo usano lo fanno in modo costante) e ancor più linternet (le persone che lo usano abitualmente sono poco più della metà). Non è sorprendente constatare che le dotazioni meno usate, rispetto alla loro diffusione, siano il teletext e il videoregistratore. Diverso è il caso, per esempio, del decoder: dei pochi che lo usano il 90 % lo fa spesso. Non così i videogiochi; solo il 40 % di chi ci gioca lo fa in modo abituale.
Vedremo più avanti qualche annotazione specifica per ciascuna delle risorse. Ma intanto vediamo quali sono, secondo questo studio, le motivazioni duso.
Motivi duso
È dobbligo qui ripetere una cautela: le motivazioni dichiarate sono ciò che le persone dicono e pensano non necessariamente i motivi reali. Tuttavia è interessante notare come, anche a livello di motivo dichiarato, ci siano forti differenze.
Televisione
PercentualiIn questo grafico, come in quelli che seguono,
la somma delle percentuali è superiore a 100 perché
gli intervistati potevano indicare più di una risposta
La televisione è il mezzo con lindice più; alto di abitudine. Il valore interesse è abbastanza elevato ma è meno della metà della somma svago + abitudine.
(Viene dato scarso peso al motivo noia per tutte le risorse. Forse proprio perché cè abbondanza di strumenti ed è raro che uno venga scelto perché non si sa che cosaltro fare).
Radio
PercentualiNon è sorprendente che la radio abbia il valore più alto di compagnia. Suscita un po più passione della televisione, ma meno di altre risorse. Basso il valore di interesse: benché sia veloce e aggiornata, la radio sembra sottovalutata come mezzo di informazione. È tipicamente ascoltata mentre si sta facendo qualcosaltro (come vedremo più avanti). Unaltra ovvia differenza è che lascolto della radio è prevalentemente individuale, mentre la televisione è spesso unesperienza collettiva.
Libri
PercentualiLa lettura, specialmente dei libri, sembra percepita come unesperienza di una certa intensità. Ha il valore più alto di passione. La componente svago è rilevante (per la larga diffusione di narrativa facile) ma è poco più della metà della somma interesse + passione. Un valore basso del fattore necessità sembra indicare una scarsa, o poco attenta, lettura dei libri per approfondimento e aggiornamento professionale.
Quotidiani
PercentualiIl profilo dei quotidiani è prevedibile e coerente. Hanno il tasso più elevato di interesse perché, ovviamente, sono considerati soprattutto un mezzo di informazione.
Settimanali e mensili
PercentualiAnche qui non ci sono sorprese. I periodici si leggono per svago ma anche per interesse. Il basso valore di necessità sembra indicare una debolezza dei periodici tecnici e professionali.
Telefono cellulare
PercentualiSembra prevalere una visione utilitaristica. Naturalmente il concetto di necessità può essere molto soggettivo: ciò che una persona considera necessario, per unaltra può essere superfluo, inutile o fastidioso. Ma non cè passione, né emozione, né entusiasmo per la telefonia mobile. Un aggeggio che si usa quando serve, e nulla più.
Computer e internet
PercentualiIl rapporto Censis qui raggruppa due comportamenti non del tutto omogenei: luso del computer e quello dellinternet. Tuttavia emergono alcune considerazioni interessanti. Questa è lunica risorsa per cui è prevalente il valore necessità. Cè una componente non irrilevante di svago, ma è metà della somma necessità + interesse. È al secondo posto, dopo i libri, per passione.
Sono bassi i valori di abitudine e compagnia. Unennesima conferma del fatto che luso del computer e della rete è molto più ragionevole e funzionale di come lo dipinge una vasta letteratura dellimmaginario. Non si vede traccia di quei comportamenti su cui tanti dissertano a vanvera: fuga dalla realtà, tendenze a rifugiarsi in un immaginario mondo virtuale, eccetera.
Sono relativamente poche le persone che usano abitualmente un computer (20 %) o linternet (11 %) ma sembra che abbiano idee abbastanza chiare su perché lo fanno. Come abbiamo visto allinizio, sono in prevalenza persone che già hanno labitudine di servirsi di una varietà di strumenti di informazione e comunicazione e continuano a farlo.
I cambiamenti per effetto di nuove risorse
Un capitolo del rapporto Censis è dedicato a I cambiamenti (nelluso dei media) per effetto dei new media. Secondo me il termine media (e in particolare new media) è, almeno in parte, improprio. Ma al di là di ogni questione lessicale... vediamo quale situazione emerge dallo studio del Censis.
Se è vero che la nascita di un nuovo mezzo non determina meccanicamente la scomparsa dei precedenti, è altrettanto certo che il tempo che ciascuno di noi può dedicare a ciascuno di essi non si può espandere allinfinito, per cui laumento dellofferta finisce inevitabilmente per incidere sul loro uso. Abbiamo registrato le variazioni nei consumi prodotte dalla diffusione dei nuovi media, in modo da monitorarne lincidenza. Premesso che i dati si riferiscono a un numero ancora relativamente esiguo di utenti e che luso minore non significa necessariamente abbandono, anche solo parziale, la tendenza appare comunque netta.
La televisione è il mezzo che risente maggiormente dellavvento dei nuovi media. Il fatto non stupisce perché essendo il più diffuso è anche quello su cui si riversa con più evidenza ogni variazione. È interessante però notare che il videoregistratore (più maturo) gli sottrae il 33,4% dattenzione, mentre gli impianti a decoder (più recenti) arrivano al 51,2%. Sembra che la tv col tempo riesca a recuperare il colpo subito per effetto della novità, cosa che spiegherebbe perché, nonostante tutto, la televisione non appare ancora veramente minacciata dai nuovi media.
Come incidono i nuovi strumenti sulluso di quelli precedenti? Lanalisi del Censis si può riassumere in questo grafico.
Da quando usano un computer usano meno
PercentualiNaturalmente usare meno non significa non usare più e questo studio non ci dice quanto del tempo dedicato alluso del computer sia sottratto ad altre attività. Ma si conferma lopinione, abbastanza diffusa, che si dedichi meno tempo soprattutto al mezzo più neutro e abitudinario la televisione. Va anche osservato che una delle funzioni del computer è la gestione dellinformazione, perciò il tempo sottratto a libri, giornali e riviste è in buona parte dedicato ad attività analoghe con uno strumento diverso.
Da quando usano linternet usano meno
PercentualiAnche in questo caso il tempo è sottratto principalmente alla televisione. Va ricordato che gli utenti dellinternet sono in prevalenza persone che dedicano più tempo alla lettura, per cui il loro consumo di libri, giornali e riviste rimane comunque superiore alla media. Occorre anche tener conto del fatto che una parte rilevante dellattività in rete consiste nel leggere qualcosa; perciò il tempo complessivamente dedicato alla lettura con luso dellinternet aumenta, non diminuisce. (Come non diminuisce il consumo di carta. Alla produzione di libri, giornali e riviste che non è in diminuzione si aggiunge un uso crescente di stampanti e fotocopiatrici).
Il Censis conclude largomento osservando che «i nuovi media si disturbano anche tra di loro». Per esempio il decoder sottrae tempo soprattutto alla televisione generalista (51 %) al cinema (34 %) e alle frequentazione degli stadi (15 %) ma anche, in misura marginale, alluso del computer (5,8 %) e dellinternet (3,5 %). Con la fondamentale deduzione che «anche la crescita dei nuovi media non è affatto lineare e ineluttabile come a prima vista, ad alcuni, può sembrare». Come è confermato anche da altre analisi che si trovano su questo sito.
Radio e televisione
mentre si fa qualcosaltroÈ evidente che la radio è spesso un mezzo di compagnia e la si ascolta (di solito musica) mentre si sta facendo qualcosaltro. Ma è interessante rilevare quanto queste abitudini siano diffuse e come sia usata in quel modo anche la televisione.
spostamenti
*faccende
domestichelavoro computer
e internetlettura studio Radio 54,9 50,0 25,0 17,0 11,7 9,4 Televisione 38,0 6,9 5,9 10,7 5,0 * Il Censis definisce spostamenti come automobile e mezzi pubblici ma cè anche il walkman.
Un fenomeno diffuso, anche se raramente rilevato dagli studi su questi argomenti, è che in molte situazioni la televisione si ascolta senza guardarla in continuazione. Cioè quasi come la radio.
Abitudini di lettura
Nel rapporto Censis cè unanalisi specifica sui generi di libri e su chi li legge.
totale giovani * donne capi
famigliabasso livello
scolastico **Narrativa contemporanea 35,8 30,8 41,3 31,7 18,0 Avventura/gialli/fantascienza 35,5 44,1 31,9 34,1 28,1 Classici della letteratura 25,8 29,4 29,0 21,1 19,5 Narrativa rosa 13,6 10,4 23,1 5,8 25,8 Storia/sociologia/politica 12,9 8,7 8,3 19,3 10,2 Biografie 9,6 12,5 12,0 7,5 8,6 Umoristici/satirici 8,8 13,6 6,3 9,6 8,6 Hobby/manuali 8,7 5,2 5,4 12,3 13,3 Scienza/tecnica 6,0 4,1 1,8 8,8 2,3 Viaggi 4,6 5,4 3,5 4,6 2,3 Poesia/teatro 2,9 4,4 2,9 2,8 0,8 Arte/musica 2,9 3,3 2,5 2,5 0,8 * Persone con meno di 25 anni.
** Persone con nessun titolo di studio o licenza elementare.
(Queste note valgono anche per i grafici seguenti).
In parte questa analisi riflette opinioni già diffuse, come la maggiore propensione delle donne alla narrativa (ma non solo, né in prevalenza, alla narrativa rosa). Scarso linteresse dei giovani (e delle donne) per storia, sociologia e politica. Debole in tutte le categorie lattenzione per la scienza e la tecnica e ancora meno per poesia, teatro, musica e arte.
Questa è la situazione per quanto riguarda la frequenza di lettura.
Libri letti nellultimo anno
totale giovani donne capi
famigliabasso livello
scolasticoNessuno 46,0 31,6 42,1 53,5 79,7 Uno 6,2 7,3 6,1 6,2 4,6 Due 5,9 4,9 6,4 5,5 3,9 Tre 7,1 9,8 7,4 6,4 2,8 Quattro 4,3 7,3 5,1 3,1 2,3 Cinque 4,7 6,1 5,0 3,8 0,4 Sei - dieci 14,1 18,8 15,7 11,0 3,5 Più di dieci 11,6 14,1 12,1 10,5 2,8 La bassa frequenza, anche fra quelle persone che dicono di leggere libri, è inpressionante. Un fatto relativamente consolante è che labitudine alla lettura sembra essere un po più frequente fra i giovani.
Nel caso dei quotidiani, questi sono gli argomenti preferiti.
totale giovani donne capi
famigliabasso livello
scolasticoCronaca nazionale 49,9 29,6 52,9 52,4 52,5 Cronaca locale 45,8 28,5 52,0 45,9 57,8 Sport 33,5 51,1 10,0 40,7 25,5 Politica 30,6 12,6 17,1 44,4 26,5 Economia/lavoro 20,9 10,4 12,9 27,0 7,4 Cultura 15,6 19,3 21,6 11,3 6,9 Questioni sociali/civili 15,6 15,2 21,2 13,2 7,4 Cronaca nera 15,3 17,8 19,9 13,2 25,0 Spettacoli 12,3 20,4 18,8 6,7 10,3 Costume 8,5 10,7 14,1 5,7 4,4 Ambiente 5,7 7,0 6,7 4,7 3,9 Esteri 3,4 4,1 2,7 4,0 2,0
È interessante rilevare che le donne hanno (o dicono di avere) un maggiore interesse per la cultura e per le questioni sociali e civili. Anche se dobbiamo sempre tener conto della differenza fra il dire e il fare, questi valori sono più alti nella loro scala di preferenze che i temi di costume.
Appare preoccupante lo scarso interesse, da parte di tutti, per gli argomenti esteri. Non è solo un fenomeno italiano, ma nonostante tutte le chiacchiere sulla globalizzazione lattenzione rimane concentrata sui fatti locali.
Sembra scarso anche linteresse per i problemi dellambiente.
Benché le scelte dichiarate siano spesso diverse da quelle reali, un quadro come questo contrasta violentemente con lesagerata attenzione dedicata dalla stampa (anche quotidiana) ad argomenti frivoli e ai divismi nel mondo dello spettacolo.
Il quadro è evidentemente diverso quando si tratta dei periodici.
totale giovani donne capi
famigliabasso livello
scolasticoAttualità/informazione 37,3 21,1 39,7 41.1 40,9 Salute/medicina 17,0 6,4 22,5 16,1 24,4 Cucina/gastronomia 15,8 5,0 24,3 10,9 33,7 Moda 14,6 23,9 22,5 5,1 14,0 Bellezza 13,5 21,8 21,5 5,1 6,2 Cinema/spettacolo 13,5 21,1 14,9 11,0 14,0 Arredamento/architettura 13,4 5,7 19,1 8,5 5,7 Problematiche femminili 13,4 9,3 21,5 7,5 14,5 Ambiente 11,5 8,6 8,9 15,4 7,5 Sport 10,9 15,7 1,9 14,3 6,2 Questioni sociali/civili 10,4 4,3 9,8 15,5 11,9 Televisione 9,7 7,1 10,5 11,0 20,7 Scienza/tecnica 8,2 7,5 4,0 11,3 2,6 Economia/lavoro 8,0 3,6 3,1 15,1 2,1 Cultura/mostre/libri 7,6 10,4 7,8 7,5 2,6 Viaggi/vacanze 7,5 7,5 7,3 7,3 3,6 Problemartiche giovanili 7,1 17,5 8,5 3,7 4,7 Musica 7,0 23,6 6,0 3,4 2,6 Politica 6,6 4,6 1,6 12,0 5,2
In parte il quadro è prevedibile, o come abitualmente immaginato; ma non del tutto. Temi come moda, bellezza e spettacoli hanno un certo rilievo per i giovani, ma non si comprende perché abbiano un ruolo così dominante anche nei periodici di informazione generale e rivolti a un pubblico prevalentemente adulto. Molto basso, nella lettura dei periodici, linteresse per cultura, scienza e tecnica e anche per la politica, che fra i giovani e le donne sembra meno interessante dellastrologia o dellenigmistica.
La stampa periodica, nel continuo inseguimento di temi da copertina sempre più banali e superficiali, ha perso credibilità come mezzo di approfondimento su argomenti più impegnativi.
Due osservazioni sul computer e sullinternet
In un rapporto generale sugli strumenti di informazione, comunicazione e conoscenza non molto spazio è dedicato specificamente allinternet (anche perché le persone che usano un computer e si collegano alla rete sono una parte relativamente piccola del campione). Ma emergono due dati interessanti.
totale giovani donne capi
famigliabasso livello
scolasticoRisolvono problemi pratici grazie al computer 39,2 37,8 37,4 39,4 34,8 Hanno conosciuto persone nuove via internet 30,2 48,6 31,2 17,8 36,8
Laffermazione «riescono a risolvere problemi pratici grazie al PC» è sostanzialmente omogenea in tutte le categorie.
«Hanno conosciuto persone nuove via internet» è prevalente fra i giovani, ma rilevante anche fra gli adulti. (Ricordiamo che i giovani in questo studio non sono bambini o adolescenti, ma persone con meno di 25 anni). Non sembrano esserci differenze in base al livello scolastico. Che i giovani conoscano più spesso persone nuove non è un fenomeno derivante dalluso dellinternet, ma un riflesso delle situazioni e dei comportamenti in generale.
Non è sorprendente (lo può constatare chi ha esperienza della rete) che fra gli adulti le donne siano un po più spesso esploratrici e aperte a nuovi incontri. Prima che qualche sociologo da strapazzo ne ricavi qualche bizzarra teoria sullinfedeltà femminile... è bene ricordare che (contrariamente a una sciocca letteratura diffusa) molte delle nuove conoscenze che nascono dallinternet hanno poco o nulla a che fare con vicende sentimentali o sessuali. (Vedi a questo proposito Lanima e il corpo).
Vedi il documento
Dati sullinternet in Italia
per altre informazioni
e osservazioni
sullo sviluppo della rete
nel nostro paese.