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La coltivazione dell’internet


Capitolo 2
Le vie della rete sono infinite

Spesso mi diverto a cercar di capire come le persone trovano cose (o altre persone) in rete. E scopro che le vie sono più svariate e diverse di quanto la più sfrenata fantasia possa immaginare. Ci sono maggiori probabilità di arrivare alla scoperta di qualcosa per un percorso imprevisto e "laterale" che con una ricerca ordinata e mirata.

Accade spesso, nella vita e nel lavoro. Ma ne siamo meno sorpresi. Perché, pensiamo, "così è la vita". Nell’internet, con tanto sfoggio di tecnologie e di (presunta) organizzazione, ci aspettiamo percorsi precisi e lineari. Ma non è così. La rete, come sa chi la conosce bene, somiglia più a un sistema biologico, a qualcosa che cresce disordinatamente per l’intrico di tante piante diverse, che a qualcosa di schematico e programmato.

Ricevo un messaggio da una persona che vive in Messico, ha letto un mio testo sulla stupidità umana e mi propone di tradurlo in spagnolo (cosa che poi ha fatto, in modo eccellente). Come l’ha trovato? In una mailing list dove un israeliano ha citato un testo che sta su un sito nel Colorado. Un altro mi scrive dalla California, su qualcosa di mio che ha letto in rete. Come l’ha trovato? Facendo una ricerca genealogica... in un testo, online su un sito in Spagna, citavo un libro del suo bisnonno. Non so come abbia trovato il mio indirizzo uno studente australiano, né perché abbia scritto proprio a me per chiedermi consiglio su un’esercitazione. Ricevo un messaggio, intelligente e stimolante, da un giovane che ha letto un mio testo di due anni fa. Come mai l’ha trovato ora? Perché studia legge e ha visto una citazione in un sito giuridico; dove l’avevano messa perché l’avevano trovata in un libro pubblicato l’anno precedente.

Molte delle cose più interessanti che ho trovato in rete (e molte delle persone più simpatiche che ho conosciuto) sono quelle che ho scoperto in un modo inaspettato, quando credevo di fare tutt’altro.

Anche nell’uso dei "motori di ricerca" capita spesso di imbattersi in qualcosa di interessante con un percorso che non è il più ovvio. Un esempio fra mille... proprio mentre sto lavorando su questo capitolo, ricevo un messaggio da una persona che non conoscevo. Si chiama Stefano Casertano e mi ha gentilmente permesso di pubblicarlo.

I mefistofelici strumenti di selezione di un motore di ricerca, prendendo spunto dalla voce "bilancio+ospedali" mi hanno portato a conoscenza del tuo pamphlet. Alla quarta ora di infruttuosa navigazione, ormai assuefatto alle terrificanti e accattivanti proposte che ammiccavano da ogni finestrella telematica, ho abbandonato la ricerca universitaria e mi sono gettato a capofitto nella lettura. È stato molto interessante...

Il fatto è che le parole "bilancio" e "ospedali" non compaiono insieme in alcun documento sul mio sito. Il testo che Stefano ha trovato interessante parla di tutt’altro. Né il mio nuovo "amico di penna" né io abbiamo un’idea precisa di come quel search engine abbia trovato il percorso.

Non sto dicendo, intendiamoci, che il modo migliore di usare la rete sia una "navigazione" a casaccio e senza bussola. In quel modo si trova poco o nulla – e di solito ci si stanca presto. Ma credo che sia importante (nella rete come nella vita) il "pensiero laterale"; che la curiosità e la capacità di cogliere nessi non sempre ovvi possano portare alle scoperte più interessanti.

Questa capacità di sorprendere, di offrire l’inaspettato, è una delle caratteristiche più interessanti della rete. Ma ci vuole lo spirito giusto... l’attenzione ai dettagli... l’intuito per cambiare percorso quando si coglie un segnale stimolante. Certo, si trovano vicoli ciechi... ma quelli ci sono comunque; e non è difficile capire quali strade portano verso una piccola scintilla di inaspettato e quali invece ritornano nel solco dell’ovvio.

Lo studio del pensiero scientifico dimostra che tutte le grandi innovazioni sono nate da una sintesi intuitiva, da un "pensiero laterale". Ma anche senza essere Archimede, Newton o Einstein ognuno di noi può fare scoperte molto interessanti con un pizzico di curiosità e di fantasia.

Tutto questo, naturalmente, è vero da sempre, anche senza i sistemi di comunicazione elettronica di cui disponiamo oggi. Ma nulla offre così tante possibilità, così a portata di mano, come può fare la rete per chi ha la curiosità e l’istinto della scoperta.

Questo, per le imprese, è un problema se ci si aspetta qualcosa di più omogeneo e lineare. Ma è una risorsa se si impara a usare la rete secondo la sua natura mutevole e – apparentemente – illogica. Trovare, con percorsi non troppo ovvi, informazioni, contatti e occasioni che ad altri sfuggono. Assecondare l’imprevisto. Come dice Kevin Kelly: «Spesso le informazioni più interessanti sono oggetti in rapido movimento che volano sotto il livello del radar».

Anche indipendentemente dalle risorse che ci offrono le nuove tecnologie, il cuore dell’innovazione e del successo sta spesso nella capacità di cogliere una tendenza nascente, una possibilità non ancora percepita da tutti; e verificare concretamente la possibilità di trarne vantaggio. Questo è uno dei motivi principali per cui "se non ci fosse l’internet, bisognerebbe inventarla".







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