L’umanità dell’internet
(le vie della rete sono infinite)

omini
di Giancarlo Livraghi
gian@gandalf.it



Capitolo 24
Televisori, cellulari
e altre amenità


Ci sono in giro proposte abbastanza confuse su come collegarsi all’internet. Qualcuno dice che è meglio farlo con un televisore, o con un telefono cellulare o con una consolle da gioco. Qualcun altro parla di lavatrici, frigoriferi e vari elettrodomestici collegati alla rete. Infinite ipotesi sono “tecnicamente possibili”. Quali saranno davvero utili... si capirà con il tempo e con l’esperienza. Ma intanto lo strumento più adatto è il più ovvio: un personal computer.

In un articolo del 4 ottobre 1999, The limits of convergence, Gerry McGovern diceva:

Avete sentito parlare della nuova TarmaAquaAir della General Motors? Un’automobile che diventa un aeroplano che diventa una barca. No? Neanch’io. Tutti usiamo mezzi di trasporto sulla strada, sull’acqua e nell’aria, ma non ha senso creare un veicolo che faccia tutte e tre le cose.

Mi fanno continuamente domande sulla convergenza. In particolare mi chiedono quanto tempo ci vorrà perché convergano l’internet e la televisione. La mia risposta è che ci vorrà tanto tempo quanto occorre perché la GM lanci la TarmaAquaAir.

Che cos’è la televisione? Che cos’è l’internet? Secondo me non importa che cosa sono, ma che cosa fanno.

Con la maturazione dell’era digitale, la struttura tecnica e anche il nome di un oggetto possono cambiare, ma la funzione originale e primaria dell’internet e della televisione resteranno uguali fino a quando le persone vorranno entertainment e vorranno informazione ed educazione. Si, potranno esserci convergenze marginali ma le funzioni fondamentali dell’entertainment e dell’educazione resteranno separate. Proviamo a immaginare il futuro. Fra cinque o dieci anni molte case saranno dotate di network digitali. Ci sarà un server centrale dove comunicazioni elettroniche e informazioni entreranno nella casa. In quasi ogni stanza ci sarà un monitor e una tastiera-telecomando. In qualche stanza, per esempio nel soggiorno, ci sarà un grande schermo appeso alla parete; in altre, come nello studio, uno schermo più piccolo collocato su una scrivania.

(Non so quanto ci sia di vero nelle diffuse “profezie” sulle reti casalinghe e i sistemi domestici centralizzati. Fra dieci anni, forse, sapremo se davvero si diffonderà questo tipo di applicazioni. Ma in ogni caso ciò che conta non è la tecnologia su cui si basa una macchina o un servizio, è il modo in cui ce ne serviamo – n.d.t.).

Quando accenderete la televisione nel 2005 probabilmente sarete nel soggiorno, in cerca di rilassamento dopo una dura giornata di lavoro. Vorrete, come oggi, ricevere broadcasting. Non avrete voglia di interagire se non accade qualcosa di molto insolito. Perché quasi tutti noi guardiamo la televisione per divertirci, per dare riposo alla nostra mente, non per affaticarci il cervello con l’interattività. Il mondo è pieno di persone che amano essere spettatori, che avrebbero una reazione allergica se sentissero dire che devono “interagire” con sconosciuti attraverso il televisore.

Torniamo al 2005. Quando vorrete lavorare, andrete nello studio, aprirete un word processor, o andrete alla ricerca di informazioni... eccetera. Potete chiamarlo “usare il computer” o “accedere all’internet”, perché siamo abituati a dire così. Ma non dobbiamo confondere lo strumento (televisione, computer, internet) con la funzione (broadcasting di entertainment e notizie, lavorare, accedere a informazioni). Non conta come lo chiamiamo. Ciò che conta è come e perché lo usiamo.

Cioè... l’internet non è la televisione. E anche un telefono cellulare non è lo strumento migliore per collegarsi. (Vedi il capitolo 20 a proposito di “convergenza”). Ci sono funzioni di rete adatte alla telefonia cellulare, che “nei limiti del ragionevole” possono essere utili. Ma è scomodo e poco pratico leggere o scrivere, come utilizzare le varie funzioni dell’internet, con una tastiera minuscola e uno schermo di minime dimensioni. Anche un “computer tascabile” è un oggetto poco funzionale se non in condizioni di emergenza – cioè quando si è in movimento e non si ha la possibilità di mettere le mani e gli occhi su uno strumento più pratico.

Inoltre, un computer ha altre funzioni, oltre all’accesso alla rete; ed è molto utile poterle abbinare. Si può prelevare un testo, conservarlo, modificarlo, riutilizzarlo, rispedirlo. La combinazione delle risorse di rete con le capacità di elaborazione del computer è molto pratica e funzionale.

Un fatto interessante è che in Italia, benché la diffusione della rete sia molto aumentata, due famiglie su tre che hanno in casa un personal computer non sono collegate all’internet. Se questo dipende dal fatto che non sono interessate all’uso della rete, non è un problema; si collegheranno e quando ci sarà un servizio online interessante per loro – o scopriranno l’utilità anche “domestica” di quelle che già c’è, a cominciare dalla posta elettronica. Ma in molti casi può dipendere dalla diffusa, quanto sbagliata, opinione che per collegarsi all’internet occorra avere un computer particolarmente potente e costoso. Non è vero. Per ciò che serve al 99 per cento delle persone va bene qualsiasi macchina, anche di tre o quattro anni fa.

(Fra gli “addetti ai lavori” circola la storiella della signora che va in un negozio e dice «voglio fare un regalo a mio figlio, mi dia un computer con dentro l’internet». Questo genere di barzellette tende a dire che le persone sono ignoranti e non capiscono come funziono l’internet – o che cosa sia un computer. La verità è un’altra: le informazioni diffuse sulla rete (e sull’informatica) sono così bizzarre e imprecise che confondono le idee alla gente.

E se qualcuno non ha un computer, e vuole collegarsi all’internet? Meglio comprare un computer (che serve anche per altre utili cose) che provare e collegarsi con strumenti meno adatti. Se non si vuole spendere troppo, la soluzione più economica è comprare un buon usato: uno dei tanti che qualcuno scarta per un’inutile rincorsa del nuovo e dell’ultrapotente. Si possono trovare macchine adeguate per meno di trecentomila lire. Se poi, dopo mesi o anni, si scoprirà di aver davvero bisogno di risorse superiori... quelli che oggi sono considerati i più avanzati saranno diventati “vecchi” e costeranno meno. Naturalmente una macchina meno potente funziona meglio con software più leggeri, meno complicati e meno ingombranti. Ma ci sono; e sono quasi sempre molto più efficienti di quelli mostruosamente complessi e stracarichi di funzioni inutili.






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