I nodi
della rete |
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Le false statistiche
sulla pornografia
(cè cascato perfino Umberto Eco)
È brillante e interessante la Bustina di Minerva che Umberto Eco ha pubblicato nellEspresso del 25 febbraio 2010 con il titolo Quinto Potere. Una spiritosa e giustamente crudele descrizione di come il potere sia più impegnato a trastullarsi che a fare ciò che dovrebbe per giustificare la sua ingombrante esistenza.
Ma anche i migliori sbagliano (specialmente con i numeri). In quellarticolo cè un lungo inciso che sarebbe stato meglio lasciare nella penna. Perché poco o nulla contribuisce al senso generale del ragionamento e lo complica inutilmente con alcuni grossolani errori.
Il testo, allinizio, spiega il degrado dei rapporti fra politica e sessualità scesi da Cleopatra, Madame de Pompadour o la Contessa di Castiglione a una qualsiasi escort (esperta, si presume, nel suo ruolo, ma lontana dai livelli di una grande etera). Ma poi, chissà perché, va a divagare su un tema su cui sono state pubblicate, da ventanni o forse più, montagne di stupidaggini. Linternet e la pornografia.
Che in rete ci sia di tutto non è certo una novità. E sarebbe sorprendente (visto che sono dovunque) se non ci fossero argomenti sessuali trattati in ogni genere di modo, dai più simpatici e spiritosi ai ponderosamente scientifici, da divagazioni bonariamente satiriche a mucchi di sgradevole volgarità.
Ma sulle dimensioni abbondano le sciocchezze e le esagerazioni. Questa volta si comincia con un banale errore. Si dice che con un motore di ricerca si trovano 130 milioni di siti contenenti porno. Visto che i siti web sono circa 240 milioni, se fosse vero sarebbe impressionante più di metà del totale. Ma il fatto è che non sono siti, sono pagine. Se ne contano più di dieci miliardi (nessuno sa quale sia davvero il numero). Così la dimensione si riduce a un più modesto (e più credibile) circa uno per cento.
(Un altro uso dello stesso gioco scoprirebbe che le pagine reperibili con amore sono più del doppio di quelle che si possono trovare con sesso e cosí anche in altre lingue. Le deduzioni sarebbero diverse da ciò che sembrano con criteri più deprimenti).
Chi non vuole approfondire i problemi può saltare questo paragrafo. Ma in quellarticolo ci sono altri errori che è necessario spiegare. Per quanto riguarda i siti web, due terzi non sono attivi (vedi le osservazioni e il grafico su questo argomento nellanalisi dei dati internazionali sulle dimensioni dellinternet). Perciò gli immaginari 130 milioni sono impossibili: sarebbero più del totale. Quanto alle pagine, è troppo facile lasciarsi impressionare dai numeri. Comprendono sempre molte ripetizioni delle stesse cose e molte citazioni poco attinenti. E cè dellaltro. Come un confronto fra il numero di pagine trovate con pornoe quello (più basso) che ottengono ricerche con religione o Gesù. A parte il fatto che così si trovano tutti i testi in cui le parole ricorrono (compreso larticolo di Umberto Eco e quelli che lo commentano perciò anche questa pagina) si trascura un ovvio problema. Non si può confrontare un termine uguale in molte lingue diverse con uno che esiste solo in italiano. Infatti basta verificare con parole più diffuse (comprese religion e Jesus) per ottenere numeri enormemente più grandi.
Quando si mescolano gli errori delle statistiche con i pregiudizi sullinternet il risultato è una squallida miscela che sarebbe comica se non fosse velenosa. E così, anche senza volerlo, si va a offrire nutrimento ai già troppo diffusi tentativi di censurare o addomesticare la rete. Che, per il bene di tutti, deve rimanere selvatica e ingovernabile. Sta a noi, lettori, sapere come separare i contenuti interessanti da quelli che è meglio trascurare.
Se si vuole ridurre la frequentazione della pornografia online... perché non si diffonde un po meglio la conoscenza del fatto (ben noto a chi li controlla, compresi gli agenti di polizia) che molti di quei siti sono travestimenti di trappole, imbrogli e truffe di ogni specie?
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