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Non solo nei gruppi Usenet ma in tutte le aree di
incontro e scambio telematico, e anche nella corrispondenza privata, ci sono comportamenti
che è meglio seguire. Non esistono regole fisse, imposte da qualcuno, se non quelle che
ciascun sistema può stabilire al suo interno; ma ci sono "usi e costumi"
abituali nella rete, e dettati dallesperienza, che è meglio rispettare, per non
dare fastidio agli altri e per evitare spiacevoli conseguenze (come le flame).
Queste usanze sono definite scherzosamente Netiquette, letichetta della Net
(rete).Vedi le Netiquette Guidelines del Network Working Group
Fra le edizioni italiane, è simpatica la "seria e semiseria" di Aspide
Ecco alcuni dei concetti fondamentali:
- Ascoltare prima di parlare
Cercare di capire le abitudini di ogni gruppo o area di discussione, il
"filo" degli argomenti in corso, prima di intervenire. Ci vogliono parecchi
giorni, anche settimane, per capire: meglio aspettare un po più a lungo che entrare
a sproposito.
- Non usare un eccesso di quoting
Limitare la citazione del messaggio cui si risponde al minimo indispensabile. Ci sono
persone che riportano per intero un lungo messaggio per aggiungere solo una riga che dice
"sono daccordo" o "non sono daccordo". Questa è pessima netiquette.
Le persone che frequentano abitualmente la rete ricevono una grande quantità di
messaggi, liste, newsgroup eccetera, e non amano un ingombro eccessivo. Inoltre è
faticoso leggere sullo schermo testi molto lunghi. In generale un testo che occupa più di
due schermate sul monitor è da considerare "troppo lungo". Spesso si può dire
molto in poche righe.
- Non fare citazioni lunghe
Quando si consiglia la lettura di un testo, è meglio non citarlo per esteso, ma
indicare dove lo si può trovare oppure proporre "chi vuole me lo dica e glie lo
mando come messaggio personale" (in questo caso sarà accettabile, anzi gradito, un
messaggio "multiplo" mandato alle persone che lo chiederanno).
Se si commette un errore, meglio non insistere, ma semplicemente chiedere scusa,
soprattutto se è un errore "ingombrante" (come un messaggio troppo lungo, o
inserito nel posto sbagliato). Però non vale la pena di scusarsi per una piccola svista,
come un errore di ortografia. Errori di questo genere sono accettati quasi sempre senza
problemi. È anche opportuno evitare di essere "pedanti", di correggere gli
altri per dettagli secondari.
Meglio evitare le flame e meglio non portare mai in unarea pubblica un
dibattito privato, specialmente se polemico. Se proprio si considera necessaria una
"rissa", meglio tenerla in uno scambio di messaggi personali.
Può capitarci di leggere qualcosa che ci dà fastidio: ma prima di reagire è meglio
pensarci bene. Siamo sicuri che è unaggressione? È una vera polemica o è uno
scherzo? È intenzionale o è un banale errore? Abbiamo capito bene le abitudini, le
usanze, il linguaggio del "luogo"? Ci conviene rispondere subito o aspettare un
poco per vedere se interviene qualcun altro? La migliore risposta può essere il silenzio,
o un messaggio privato? Molte flame si scatenano per un malinteso; e una volta che
la "fiamma" della polemica è accesa diventa difficile spegnerla. Meglio
pensarci prima.
Prima di diffondere lo stesso testo in diversi "siti", o mandarlo a diverse
persone, meglio pensarci due volte. Siamo proprio sicuri che interessa a tutti? Una delle
cose meno apprezzate nella rete è trovarsi la mailbox ingombra di messaggi
"non richiesti".
Ogni tanto uno scherzo o un argomento "futile" può essere piacevole,
soprattutto se è detto in modo divertente. Ma non è il caso di esagerare, specialmente
in "luoghi pubblici", con il racconto di fatti personali o con ciò che a noi
sembra divertente ma agli altri magari no. Se una cosa interessa solo a noi o a due o tre
amici, meglio scambiarcela in messaggi privati che annoiare tutti gli altri. Accade,
purtroppo, spesso che due o tre persone, che si "dilettano" fra loro con
argomenti poco interessanti, svuotino uno spazio di dialogo, perché gli altri, annoiati,
presto o tardi se ne vanno.
- Non essere "grafomani"
: non ripetersi, non dilungarsi, non scrivere troppo
spesso. È una tentazione diffusa quella di ripetere lo stesso concetto, o mandare
"raffiche" di messaggi. Prima di "inondare" una mailbox o
unarea di discussione, meglio sempre chiedersi: "ma davvero gli altri
troveranno interessante quello che dico"?
Molti malintesi nella comunicazione in rete derivano dalla mancanza della presenza
"fisica", delle espressioni e del tono di voce con cui diamo un senso e una
tonalità alle nostre parole; e anche della possibilità di correggerci subito se
unaltra persona non ci capisce. Per questo sono state inventate le
"faccine" :-) e per questo, come abbiamo visto,
è sempre meglio scrivere offline. È utile rileggere ciò che si è scritto, prima
di spedirlo, e chiedersi: si capisce bene in che tono mi esprimo, se dico sul serio o
scherzo, se sono in polemica o sto semplicemente ragionando? Chi non mi conosce, capirà
le mie intenzioni?
- Non usare il "tutto maiuscolo"
Scrivere una parola, o (peggio) una frase IN LETTERE MAIUSCOLE
è considerato lequivalente di "urlare": quindi una villania. Se si vuole
mettere in evidenza una parola è meglio farla precedere e seguire da una sottolineatura _
o un asterisco * come per esempio _evidenza_ o *evidenza*. Luso del "tutto maiuscolo" è da
evitare nei titoli come nei testi.
Specialmente nei gruppi di discussione o liste che sono lette da molte persone, la
scelta dei titoli è importante: il titolo dovrebbe riflettere il più chiaramente
possibile il contenuto del messaggio. Spesso nella grande mole di corrispondenza si fanno
ricerche "per titolo" (che possono essere fatte "manualmente", cioè
scorrendo tutti i titoli, o "automaticamente", cioè usando una "chiave di
ricerca"). Una cattiva abitudine, purtroppo molto diffusa, è quella di seguire
distrattamente il meccanismo automatico, offerto dagli OLR, di usare come titolo quello
del messaggio cui si risponde, preceduto da "Re:".
Se questo di solito funziona per la prima risposta, quando il dibattito si allunga perde
progressivamente senso: è facile che al quarto o quinto messaggio intitolato "Re: cavoli" si stia parlando di merenda.
- Non "chiedere aiuto" inutilmente
Di solito le richieste di consiglio e aiuto tecnico vengono accolte con simpatia. Ma è
meglio evitare di fare domande inutili, come chiedere spiegazioni che è facile trovare in
un manuale (che sia un manuale "stampato" o il help contenuto in quasi
tutti i programmi) o in un "sito" che raccoglie quel tipo di informazioni.
Spesso in unarea di discussione tecnica può accadere che sia già stata data una
risposta alla domanda che vorremmo fare: meglio leggere allindietro, o usare una
delle "chiavi" di ricerca che molti programmi consentono, per scoprire se la
risposta cè già. Questo fa risparmiare tempo a noi - e soprattutto agli altri. È
importante anche capire "dove" fare una domanda. Anziché chiedere nel
"primo spazio che capita" è meglio verificare dove ci sono aree dedicate
allargomento che ci interessa (e dove, probabilmente, troviamo la risposta
belle pronta).
Non è corretto citare "in pubblico" messaggi privati senza il consenso di
chi li ha scritti. Cè ovviamente una differenza fra una legittima citazione e una
violazione della riservatezza, che non è difficile valutare in base al normale "buon
senso" e alle regole abituali della cortesia.
Non possiamo aspettarci di ricevere sempre una risposta immediata. Solo in teoria i
messaggi in rete viaggiano "alla velocità della luce". Il percorso non è
semplice, spesso è tortuoso. Un messaggio può arrivare in pochi minuti o parecchie ore.
Talvolta un "ingorgo" in nodo della rete può causare un ritardo di giorni. Non
tutti leggono frequentemente la loro mailbox. Non tutti hanno computer portatili o
sistemi di collegamento "fuori sede". Ognuno ha i suoi impegni, non sempre ha il
tempo di risponderci. Inoltre, se il destinatario del nostro messaggio ha molta
corrispondenza o è abbonato a molte liste o gruppi di discussione, la sua "cassetta
della posta" può essere molto affollata.
A proposito di netiquette, e delle "sindromi" in cui si può cadere
nelluso della e-mail, è illuminante e tuttora di attualità ciò che
scriveva Umberto Eco nella sua "Bustina di Minerva" su LEspresso del
22 marzo 1996.
... parlando faccia a faccia si fa capire con gli occhi se si sta parlando per
gioco, e di solito si scrivono lettere a persone che si conoscono bene; la le-mail
ci pone in contatto con sconosciuti, talora appartenenti a culture di cui non conosciamo
il senso dellumorismo, ed è bene andar cauti.
La distanza e la rapidità pongono altri problemi psicologici. Per esempio: si è
portati a essere invadenti, a sollecitare dieci volte la risposta, mentre con una lettera
si sarebbe stati tranquilli ad attendere. Tra gli inconvenienti della rapidità, eccone
uno che illustrerò con un caso recente, e vero. Un tale (lo chiameremo Pasquale)... viene
inviato allestero per una missione di fiducia, e si tiene in contatto con i colleghi
via e-mail (ha appena imparato a usarla). Un amico gli comunica (via e-mail) che gli è
stato fatto un torto...
Quando ci arrabbiamo per una presunta ingiustizia, nel momento dellira siamo
disposti a dire che chi ci ha fatto il torto è un imbecille, che "quelli" non
ci hanno mai capito, che ci hanno fatto passare davanti dei leccapiedi, e ci viene voglia
di mandare tutti al diavolo. Poi di solito si lascia sbollire lira, si chiede un
colloquio... si domandano spiegazioni. Se si è lontani si scrive una lettera, la si
rilegge prima di spedirla, la si corregge per rendere il tono più efficace.
Invece Pasquale ha ricevuto la notizia e immediatamente (e-mail è così comodo) ha
scritto al responsabile del presunto torto trattandolo da mascalzone, facendo insinuazioni
sulla sua correttezza professionale, accusandolo di aver concesso favori aziendali in
cambio di prestazioni sessuali da dipendenti di ambo i sessi, e quando quello ha risposto
irritato (via e-mail) chiedendogli se era matto, Pasquale ha rincarato la dose... E
siccome un messaggio e-mail può essere inviato contemporaneamente a più persone,
Pasquale ne ha inviato copia al capo dellazienda...
Ovviamente la vicenda di Pasquale si conclude non solo con una violenta flame,
ma con gravi conseguenze per la sua vita professionale. Un buon esempio di quanto possano
essere pericolose le violazioni della netiquette, e di quanto sia importante
scrivere offline e rileggere prima di spedire. Umberto Eco attribuisce questo
tragicomico episodio a una persona che "ha appena imparato a usare le-mail";
ma la verità è che errori del genere vengono commessi abbastanza spesso anche da persone
che hanno, o credono di avere, molta esperienza nella rete. |
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