labirinto
Il filo di Arianna


luglio 2002


Giancarlo Livraghi     gian@gandalf.it


Come trovare
il tempo giusto

Siamo ossessionati dalla fretta. Sembra che tutto sia in perenne accelerazione. Che, come diceva la malvagia regina di Alice in Wonderland, si debba correre sempre più in fretta per rimanere nello stesso posto. Ma non è vero. Molte cose si evolvono con esasperante lentezza – o comunque con un ritmo molto diverso da quello previsto.

Dieci anni fa il direttore dell’Economist diceva: «Se proprio volete fare previsioni, potete forse azzardarvi a dire cosa o quando. Ma mai tutt’e due». Nel numero dell’8 giugno 2002 la stessa rivista, in un interessante articolo sulla perdita di credibilità di Wall Street, si chiede perché siano passati 27 mesi dallo sgonfiamento della “bolla speculativa” prima di arrivare a una crisi di sfiducia che oggi è, almeno in parte, esagerata.

Molte cose che dieci (o trenta) anni fa sembravano imminenti si stanno perdendo in un futuro lontano e nebbioso. Altre, che nessuno aveva previsto, hanno avuto uno sviluppo improvviso (ma non necessariamente duraturo). Insomma, come diceva Lorenzo il Magnifico, “del doman non v’è certezza”.

Come ho scritto infinite volte... la fretta imperversante è stupida, deviante, continuamente fonte di errori e fallimenti (o di azzardate speculazioni in cui pochi guadagnano a scapito di molti). Ma è vero anche il contrario. In questo mondo affannosamente frettoloso molti sviluppi utili e importanti soffrono di una sconfortante e perniciosa lentezza.

Nei “massimi sistemi”, nella situazione generale, risolvere questa grave contraddizione è molto difficile. Nella gestione pratica di una singola impresa il percorso fra il problema e la soluzione è più breve, diretto e gestibile.

Non esiste un “tempo assoluto”. Ogni cosa, ogni evoluzione ha un suo specifico ritmo. La crescita di una pianta è influenzata dal clima e dall’ambiente, ma è regolata dal suo “orologio interno”. Può evolversi in molti anni, ma ha fasi veloci che si concludono in pochi giorni. Lo stesso “ritmo naturale” governa i mercati e le imprese – con la fondamentale differenza che è meno prevedibile.

Che cosa cambia, con lo sviluppo turbolento delle tecnologie di comunicazione? In sostanza, nulla. Perché l’evoluzione è governata dalle esigenze e dai comportamenti umani molto più che dall’innovazione tecnica. Ma c’è un “rumore” esagerato e confuso che produce incertezza, perplessità, disorientamento – e moltiplica le possibilità di errore.

Uno dei modi per uscire dal marasma è saper “indovinare” il ritmo, che per ogni impresa, per ogni iniziativa, è sostanzialmente diverso da quello di ogni altra situazione. La più importante risorsa dei sistemi interattivi è la loro flessibilità e la possibilità di continua sperimentazione e verifica. La logica più fertile è quella delle “piccole e medie imprese” (o di quelle strutture, all’interno delle “grandi”, che sanno muoversi in modo duttile e fluido). Questo è uno dei motivi per cui “se non ci fosse l’internet bisognerebbe inventarla”.

L’importante è buttare dalla finestra le formule, gli schemi, le terminologie “di moda” che non solo sono prive di senso, ma servono a confondere le idee. Non badare a profezie o ipotesi di tendenza che spesso sono sbagliate – per direzione, per tempo o per tutt’e due. Concentrarsi sull’ascolto attento delle esperienze dirette, sui dettagli apparentemente piccoli che possono dare segnali importanti, sulle risorse di conoscenza, esperienza e sperimentazione che si trovano nei sistemi interattivi.

Accogliere l’imprevisto non come una minaccia, ma come un’occasione. Affrontare la “globalità” non come un oceano tempestoso e inesplorato, ma come un sistema di risorse che si possono gestire “a misura umana”. Non perdersi nello spazio in espansione delle reti, ma farsi una rete su misura e farla crescere nel modo che le è naturale, con quel misto di lunga pazienza e di veloce attenzione che è l’arte del giardiniere (vedi La coltivazione dell’internet). Non solo questo metodo può dare grandi soddisfazioni concrete, ma è anche piacevole – e spesso divertente.




A questo proposito vedi anche 
È un momento favorevole per usare bene la rete
.



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