Le onde dei pensieri
Quando le cuciture
saranno invisibili...
Le soluzioni wireless continuano a moltiplicarsi. Ora si parla di comunicazioni sottomarine. I sonar e gli ecoscandagli non sono una novità; ma si stanno sviluppando nuove tecnologie per la trasmissione dati sottacqua. Si tratta di trasformare un segnale digitale in onde sonore, e poi di riconvertirlo. Come accade con la tradizionale modulazione sulle linee telefoniche analogiche (quella che usa uno strumento chiamato modem, cioè un modulatore e de-modulatore). Questi nuovi sistemi, ovviamente, non hanno solo unutilità militare ma possono servire anche nelloceanografia e in diverse altre applicazioni scientifiche e civili.
La comunicazione senza fili è un sistema complesso fatto di tante diverse tecnologie. E non è una novità. Se facciamo un passo indietro nella storia, vediamo che la comunicazione a distanza è sempre stata wireless. Tamburi, trombe, campane, torri, obelishi, minareti, bandiere, segnali di fumo, fari, fanali, piccioni... Ai tempi dellantica Roma cera un telegrafo senza fili, una rete di segnali di fuoco sulle alture durante la notte, che permetteva a Giulio Cesare di comunicare con la capitale dal più remoto accampamento nelle Gallie. E Archimede con gli specchi non solo mandava segnali, ma incendiava le navi nemiche...
La comunicazione wired, cioè via filo o cavo, è molto più recente. È nata nel 1844 con il telegrafo (trentanni più tardi il telefono). E poi... in poco più di mezzo secolo (un batter docchio nella storia dellumanità) si è arrivati al telegrafo senza fili. Con la sostanziale differenza, rispetto ai sistemi wireless di duemila o diecimila anni fa, che è possibile comunicare quasi istantaneamente in tutto il pianeta (e in pochi minuti con un impianto operante su Marte). Oggi le soluzioni via etere si moltiplicano con una tale complessità che è difficile capire che cosa stia succedendo e ancor più dove stiamo andando. Intanto sono tuttaltro che superate le soluzioni via cavo, tanto è vero che si continuano a installare fibre ottiche e a sviluppare tecnologie per utilizzare più efficacemente i vecchi fili delle reti preesistenti.
Lo sviluppo delle tecnologie è, inevitabilmente, turbolento. Nel 1982 John Naisbitt scriveva in Megatrends: «The gee-whiz futurists are always wrong because they believe technological innovation travels in a straight line. It doesnt. It weaves and bobs and lurches and sputters». Che, pressa poco, significa «I futurologi del sensazionale sbagliano sempre, perché credono che linnovazione tecnologica proceda in linea retta. Non lo fa. Oscilla, rimbalza, sbanda e traballa». La molteplicità e la confusione delle soluzioni tecniche che imperversano oggi è ancora superiore a quanto si potesse prevedere ventanni fa. Ed è quasi impossibile capire quali sono mode passeggere e quali avranno applicazioni più durature.
Molte delle tecnologie di oggi sono più irritanti che utili. Molti cosiddetti progressi sono in realtà passi indietro, perché invece di migliorarci la vita la peggiorano, invece di semplificare i processi li complicano, invece di darci un servizio migliore ci fanno perdere tempo e pazienza. Molte cosiddette innovazioni non hanno altra utilità che mettere in disuso sistemi e apparecchi perfettamente funzionanti e costringere tutti a inutili quanto costosi aggiornamenti. Da questo marasma, presto o tardi, bisognerà uscire. Ma non è facile capire come.
Senza avventurarmi in impossibili profezie... credo che il punto di arrivo sia un sistema seamless. Cioè, come dicono gli americani, senza cuciture. O, più precisamente, con cuciture così ben fatte che lutilizzatore non se ne accorge.
Una sola tariffa (enormemente più bassa di tutte quelle che paghiamo oggi) per qualsiasi tipo di comunicazione (voce o dati) a qualsiasi distanza. Un solo numero (o indirizzo alfanumerico) che rimane lo stesso dovunque si vada (comè già oggi con linternet). Uninfinità di reti e di sistemi. Con grandi e piccole reti chiuse (come oggi un centralino telefonico per le comunicazioni interne; ma con applicazioni molto più ampie e senza limiti geografici). Ma con un sistema generale interconnesso e totalmente compatibile, trasparente e aperto a tutti. La possibilità di accedere con qualsiasi strumento: un telefono portatile, un telefono fisso dovunque sia (ovviamente senza monete, gettoni o schede di pagamento), un apparecchio installato su un aeroplano, su una nave, su una barca a vela in mezzo alloceano, su un cammello in mezzo al deserto, in fondo al mare, in cima allEverest o su una navicella nello spazio.
Quanto la struttura del sistema sia basata su cavi, cellule, ponti radio, satelliti eccetera... è un problema che riguarda chi gestisce le infrastrutture. Per chi lo usa devessere semplice, unico, globale, seamless, senza complicazioni, con soluzioni stabili, affidabili e durevoli nel tempo. Tutto questo è possibile con tecnologie oggi esistenti (o in fase di sviluppo, come nel caso delle trasmissioni acustiche sottacqua). Come in tante altre cose, il problema non sta nelle soluzioni tecniche; ma nelle capacità organizzative e nella volontà strategica di mettere le tecnologie al servizio delle esigenze umane. Il che significa, nello sviluppo dellinformatica e delle telecomunicazioni, una radicale inversione di rotta.