Lumanità dellinternet
(le vie della rete sono infinite)
di Giancarlo Livraghi
gian@gandalf.it
Recensione su Stradanove 3 marzo 2004
Un dialogo sui massimi sistemi
e
sui piccoli abitanti
del mondo telematico
Scorrevole, ben argomentato, anche con informazioni non banali, e in grado di interessare sia il neofita che lutente più esperto, Lumanità dellinternet, edito da Tecniche Nuove nella collana di Hops Libri, è un genere di volume piuttosto singolare.
A prima vista, soprattutto della copertina, potrebbe apparire come uno studio sociologico dellinternet e del vasto mondo che vi gira intorno. Dallindice dei capitoli si può essere portati a concepire il volume come un manuale. In realtà assomiglia molto più a una lunga e gradevole conversazione con cui lautore, Giancarlo Livraghi, giornalista, pubblicitario, informatico e libero pensatore, intrattiene il suo pubblico toccando molte, ci azzarderemmo a scrivere tutte, delle mille sfaccettature della comunicazioni attraverso la rete.
O meglio dellinternet, che Livraghi batte volutamente con la lettera minuscola e considera uno strumento di comunicazione al pari del telefono o della più tradizionale lettera su carta.
Riguardo allortografia, il sottoscritto è di parere del tutto contrario essendo lInternet, sulla quale, per intenderci, sono pubblicate le pagine di Stradanove, il nome proprio di una rete secondo specifiche tecniche di una rete internet. La si sarebbe potuta chiamare anche Masternet o Ultranet.
Eppure, nonostante la già esposta differenza di opinioni, il discorso è assolutamente brillante, trovando un solido punto di forza nella formazione stessa dellautore. Il quale più che un tecnico è un tecnofilo, uno dei rari umanisti in grado di interpretare con lucidità limpatto fra la rete e i suoi utenti.
E difatti, salvo qualche breve parentesi, limitata a capitoli di poche pagine, del resto indispensabile per la fruizione del libro da parte del neofita, non nociva per lesperto, ma comunque saltabile a piè pari seguendo il consiglio del Manzoni, si parla soprattutto dei grandi e piccoli temi che preoccupano, o meglio coinvolgono, gli stessi fruitori della rete.
Temi piuttosto pratici come la ricerca di informazioni, la netiquette e lo spamming, altri non disdegnabili dalle pedanti dissertazioni dei sociologi, come la globalizzazione e larretratezza culturale italiana, altri ancora assolutamente inediti o comunque poco trattati.
I più interessanti, sia per afferrare il pensiero di Livraghi, sia perché impongono la riflessione su aspetti solitamente ignorati. O affrontati da visuali ormai stereotipate. Soprattutto se si parla di interattività, ma una piccola perla è anche la critica rivolta ai sostenitori dellalfabetizzazione forzata delle masse ignoranti, sotto il profilo informatico. Effettivamente, giusta o sbagliata che sia la posizione dellautore, una delle poche voci che sul tema non riprende i toni della rivoluzione culturale di maoista memoria.
Se il testo ha però immediatamente suscitato la simpatia del sottoscritto, è dovuto a tre aspetti che forse altri trascurerebbero. Innanzitutto una bella vignetta di Boscarol, dallo stile di quelle che accompagnano i volumi sulla legge di Murphy, sulle aspettative di chi cerca lanima gemella online. Ve ne sono altre, non tutte altrettanto riuscite, comunque ben disegnate, fra una parte e laltra del volume.
In secundis lautocritica di Livraghi per linserimento di continue citazioni. A tal proposito si può sostenere che solo un suo fedele lettore potrà riconoscerle, e questi, in quanto tale, non se ne lamenterà di certo. Per chiunque altro laspetto è del tutto ininfluente.
Infine le note in appendice, sovente link ad articoli dellautore citati solo in parte del testo, verso i quali si può mostrare una certa curiosità.
Matteo F. M. Sommaruga
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