L’umanità dell’internet
(le vie della rete sono infinite)

omini

di Giancarlo Livraghi
gian@gandalf.it



Recensione su “DESK – cultura e ricerca della comunicazione”
(Unione Cattolica Stampa Italiana) – marzo 2002



Un libro inusuale, coinvolgente
che coglie in profondità
che cosa è davvero l’internet
e soprattutto come funziona


«La rete non è fatta di macchine, connessioni e tecnologie. La rete è fatta di persone. L’internet non è un’unica rete, né un sistema omogeneo. È un’affascinante mescolanza di infinite realtà diverse, in cui ognuno può trovare la propria strada personale, creare una rete a sua immagine e somiglianza». Questo dice Giancarlo Livraghi – e racconta questo mondo sconosciuto ai più svelandone “le bellezze più nascoste”.

«Che cosa troviamo, se esploriamo la rete? O una persona, o l’opera di una persona che ha scritto qualcosa e ce lo offre. La qualità, il valore, il senso dei dei contenuti e degli scambi è determinata dalle persone».

«Immaginiamo che per qualche misterioso motivo l’internet, come la conosciamo oggi, scompaia improvvisamente. Quanto tempo occorrerà perché qualcuno metta a disposizione un altro strumento per riaprire i contatti interrotti, cui persone e organizzazioni non intendono rinunciare?»

Alle aziende Livraghi fornisce un “decalogo” per avere successo in rete.  1 – Rispettate l’intelligenza dei vostri interlocutori. Il modo più rapido per farsi nemici gli utenti della rete è trattarli da stupidi.  2 – Se non avete un’idea precisa su come la rete si adatta alle vostre esigenze, non affacciatevi con proposte generiche. Aprite un oservatorio per imparare.  3 – Non pensate mai alla rete come un sistema di macchine, tecnologie e protocolli. Consideratela sempre e solo come una comunità umana.  4 – Non fidatevi mai delle tecnologie. Scegliete sempre le soluzioni più semplici e impostate ogni progetto in modo che non sia dipendente dalle soluzioni tecniche.  5 – Non fate spamming (invio di messaggi non rischiesti, via e-mail, a grandi quantità di utilizzatortri della rete per scopi pubblicitari). Qualsiasi risultato che possiate ottenere in quel modo è una vittoria di Pirro.  6 – Imparate la cultura della rete e la netiquette: prima di muoversi in un ambiente è meglio conoscerne glu usi e i costumi.  7 – Prima di pensare alla cosa più ovvia, un sito web, analizzate con attenzione tutte le altre possibilità che la rete vi offre.  8 – Non mettete una pagina nella rete se non avere un’idea chiara di chi è la persona che dovrebbe leggerla e di che cosa quella persona considera interessante.  9 – Non riempite le vostre pagine di orpelli, fronzoli, giochi, aggettivi effetti, suggestioni; né di complessità tecniche e strutturali che fanno perdere tempo e possono provocare problemi. Chi viene a cercarvi in rete vuole informazioni chiare e precise – e non ha tempo da perdere.  10 – Se dovete (o volete) avere un vostro sito, tenetelo vivo. Se non siete in grado di aggiornarlo e rinnovarlo continuamene, non aprileto; o almeno non abbiate troppa fretta di farlo conoscere a mezzo mondo.

È un libro inusuale, coinvolgente, nel quale l’autore condivide con il lettore esperienze, trucchi del mestiere, prospettive filosofiche. Insomma gli fornisce un vero e proprio “arsenale culturale”, una “mappa di navigazione” per non smarrirsi nello sconfinato oceano del web.

Livraghi, che ha pubblicato più di duecento studi, articoli e saggi sulla comunicazione, sul marketing, sulla cultura dell’internet e sulla network economy, ci ricorda in questo libro, di piacevole lettura, che l’internet non è solo un luogo in cui si fanno soldi finti (e fatica vera) ma anche un posto dove ci si icontra, si fa amicizia, ci si innamora, si litiga... insomma “si vive”. Una guida pratica per scoprire che cosa ciascuno di noi puì trovare di interessante e utile nell’internet. Un libro senza parole difficili, senza computerese, che coglie in profondità che cosa è davvero l’internet e soprattutto come funziona.

Rosa Maria Serrao




È curioso che l’autrice di questa bella e interessante
recensione abbia citato un “decalogo” per le imprese
che non è in L’umanità dell’internet ma in un altro libro,
La coltivazione dell’internet.
 :
Questo non è un problema – è piuttosto una stimolante
indicazione di come i due libri siano “complementari”
e riflettano lo stesso modo di pensare.




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