L’umanità dell’internet
(le vie della rete sono infinite)

omini

di Giancarlo Livraghi
gian@gandalf.it



Recensione e intervista su La Voce di Mantova – 27 luglio 2001



Un libro imperdibile e disponibile perfino on-line
Come trovare un senso all’uso dell’internet?


La rete è fatta sì di computer, server, siti, file e bit ma è soprattutto fatta di persone; persone simili o diverse tra loro, vicine o lontane, che si incontrano o che si lasciano, che stanno cercando o che hanno trovato ma che, in ogni caso, rimangono sempre persone. L’internet è viva, respira, è quindi l’intuizione che sta alla base di L’umanità dell’internet, libro recentemente edito dalla Hops Libri e scritto da Giancarlo Livraghi.

Quest’ultimo infatti, da sempre attento agli aspetti più “culturali” della comunicazione, è uno dei veterani dell’internet nonché cofondatore e primo presidente dell’ALCEI

Lungo le 380 pagine che compongono questo volume gli argomenti si rincorrono e si passa dai virus alle chat, dall’e-mail ai domini, dallo spam alla globalizzazione; l’occhio esperto e la pungente ironia dell’autore riescono però a presentare tutti i vari aspetti dell’internet sotto nuovi, inaspettati punti di vista – ma ciò che forse colpisce di più sfogliando questo libro è però il continuo invito, da parte dello stesso Livraghi, a cercare “la propria internet” tenendo sempre a mente che «l’importante è avere la voglia e la pazienza di provare, esplorare, scoprire...».




Siamo riusciti inoltre a contattare l’autore e gli abbiamo posto un paio di domande per completare questa recensione.

Questo è un libro sui generis, tanto bello quanto particolare e diverso senza dubbio dai tanti manuali tecnici che si trovano tradizionalmente sugli scaffali delle librerie: come e quando è nata l’idea di scriverlo?

In questo libro ci sono otto anni di lavoro e di esperienza della rete. Più molti altri, se penso al tempo che ho dedicato nella mia vita a cercare di capire la comunicazione e il comportamento umano.

Avevo in mente di scriverlo cinque o sei anni fa. Mi ero accorto che c’erano manuali tecnici e libri su ipotesi più o meno fantascientifiche – ma nessuno che parlasse della realtà dell’internet dal punto di vista delle persone.

Negli anni successivi sono usciti molti altri libri, ma di nuovo erano tecnici – oppure sul “business”, cioè sulle attività d’impresa online. Trovai un editore che voleva un mio libro dal punto di vista aziendale – e così nell’aprile 2000 uscì La coltivazione dell’internet. In cui (come è necessario per inquadrare il tema) c’erano anche considerazioni sugli aspetti umani, culturali e sociali della rete.

Finalmente nel 2000 ho trovato un editore disposto a pubblicare un libro dedicato agli aspetti umani. Così mi sono messo a scriverlo; e alla fine di aprile 2001 è uscito “L’umanità dell’internet”.

È ancora presto per sapere che esito avrà; ma mi fa molto piacere constatare che chi l’ha letto (e in un modo o nell’altro ne ha scritto o parlato) lo trova stimolante, interessante, utile. Anche “di facile lettura” e – per fortuna – divertente.


Il libro è completamente e liberamente disponibile on-line; può spiegare questa scelta decisamente“controcorrente”?

Ci sono vari motivi per cui questo libro è interamente disponibile online. Il primo è che sono favorevole a tutto ciò che è “open source” (in senso culturale oltre che tecnico) e mi sembra giusto “razzolare come predico”. Il secondo è che per fortuna ho trovato un editore disposto a “correre il rischio”.

C’è anche il fatto che questo libro potrebbe interessare a qualcuno che abita in qualche posto lontano e non ha facilità a procurarsi il libro stampato (è vero che si può ordinare online ma non è facile, ed è costoso, farselo spedire in Patagonia). O che è in tali ristrettezze economiche da non potersi permettere di spendere 36.000 lire. E anche per chi ne ha una copia stampata può essere interessante che ci siano cose online che può citare o segnalare a qualcun altro.

Soprattutto, mi sembra una buona idea permettere alle persone di “assaggiare” il libro. Se il sapore non è buono, non merita di essere comprato. Se l’assaggio piace... è molto scomodo leggere 380 pagine su uno schermo (nonché pasticciato e costoso metterle “su carta” con una stampante). Insomma la scommessa che stiamo facendo, l’editore e io, è che con il testo online si possa vendere qualche copia in più, non in meno. Saranno i fatti a dire se sarà vero o se avremo sbagliato. E forse l’esperimento che stiamo facendo usando noi come “cavie” sarà un’esperienza utile anche per altri.

Emanuele Goldoni






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