Il potere della stupidità
Kali

Questo libro avrei voluto
averlo scritto io

 
“Lettera aperta” all’autore – febbraio 2005



Ho letto Il potere della stupidità. Non l’ho acquistato, me lo hanno regalato. Ma l’ho fatto acquistare a qualche amico che stimo.

Prima di esprimerle un parere sul testo, vorrei con lei scorrere l’Indice analitico, che conclude il libro. Sono elencate le pagine in cui lei scrive di uno stesso argomento. Vediamo: 10 volte lei cita l’Abitudine. 8 i Banditi. 7 la Burocrazia. 10 Carlo Cipolla. Circolo vizioso, 6. 13 volte l’Esperienza. 9 la Fretta. (Generosità e Genio/Genialità soltanto 3 volte). 7 volte l’Ignoranza. 5 l’Ironia. 7 la Libertà. 10 le Organizzazioni. 12 il Potere. La Semplicità 11 volte. Tecnologie e Televisione, 7 volte. Umorismo, 9 volte.

Se avessi iniziato a leggere il suo libro da lì, come mi capita spesso: sommario, risvolto, l’autore, mi sarei fatta questa idea.

Alcuni Banditi che frequentano Organizzazioni e Potere, attraverso sistemi Burocratici e malverse Tecnologie, attentano alla Libertà di chi con poca Genialità ma supposti sforzi di Semplicità e di Umorismo cerca di mantenere buone Abitudini, in un Frettoloso Circolo vizioso di Ignoranza. Per fortuna in molti hanno letto Cipolla e quindi ci fanno una bella risata (sta per Ironia).


* * *

Questo è uno scherzo; il suo libro, no. È una formidabile lezione per tutti. Una specie di risveglio dal torpore dell’abitudine e dell’acquiescenza che ci fanno accettare le cose più stupide, come se fossero normali. Credo che al di là di molte pagine godibilissime, a volte ironiche e persino divertenti, sempre puntuali e informate, la vera lezione sia questa: riconoscere la stupidità (e lei ce ne dà un panorama completo e istruttivo) e imparare a stupirsene. Sono convinta che (come dice anche Cipolla) si debba avere minor timore di un bandito che di uno stupito: dal bandito ci hanno insegnato a difenderci, dallo stupido, no. È imprevedibile, quindi pericoloso. Tutti siamo stati vittime, nel poco e nel molto, della stupidità. Quella che non dimentichiamo è la nostra stupidità e gli errori che ci ha costretto a commettere; a quella degli altri diamo sempre una giustificazione, perché ci trova stupidi due volte.

Scrivendo del suo libro a Umberto Eco, che lei cita, e a Dario Fo, ho concluso chiedendo se la stupidità, secondo loro, è contagiosa. Quando e se mi risponderanno, le farò sapere il loro punto di vista. Le interessa anche il mio? Sì, non ho alcun dubbio: se continui a frequentare stupidi, prima o poi ti ritrovi come loro. Per questo bisogna cacciarli dal paradiso terrestre e chiudere i cancelli.

Infine, per salutarla: questo libro avrei voluto averlo scritto io. E lo metterei d’obbligo nelle scuole e nelle università: per crescere uomini, politici, tecnologi, pensatori, contadini o burocrati, al di sopra di ogni dubbio di stupidità.

Complimenti.

Elda Lanza





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