Il potere della stupidità
Kali

Liberiamo il tempo libero
(anche dalla stupidità)


Intervista di Lidia Gualdoni a Giancarlo Livraghi
su Cuggiono informa – giugno 2008


Disponibile anche in pdf
(migliore come testo stampabile)


Accade spesso che ci sia più intelligenza nel “piccolo” che nel “grande”.
Questa intervista esce su una pubblicazione locale
diffusa solo nel comune di Cuggiono (in provincia di Milano).
Il tema, ovviamente, ha un respiro molto più ampio,
perciò mi sembra ragionevole renderla disponibile online.


Giancarlo Livraghi è laureato in filosofia all’Università degli Studi di Milano. Il suo mestiere è scrivere, ma ha raggiunto notevoli risultati nella gestione e nella comunicazione d’impresa, lavorando per molte grandi imprese italiane e internazionali e ricoprendo anche cariche istituzionali.

Fra le centinaia di studi, articoli e saggi pubblicati sulla comunicazione, sul marketing, sulla cultura dell’internet e sulle attività d’impresa online, spicca un volume dedicato al problema della stupidità umana. Quando, infatti, nel 1996 Giancarlo Livraghi scrisse un breve testo in inglese, The Power of Stupidity, pubblicato su un sito americano, non sapeva di aver “messo in moto una vicenda” che nel corso degli anni sarebbe cresciuta e si sarebbe estesa in un primo tempo sotto forma di dibattiti e dialoghi in rete, per poi diventare un libro: Il potere della stupidità.

Un problema, quello della stupidità umana che, nonostante condizioni tutti gli aspetti della nostra esistenza, anche i più banali, è sempre stato sottovalutato, poco studiato e capito.

Si tratta, invece, secondo Livraghi, della “più grande forza distruttiva in tutta l’evoluzione del genere umano”.

E poiché ragionare sulla stupidità vuol dire soprattutto valutarne le conseguenze, prevederne e, nel migliore dei casi, contenerne gli effetti, ho chiesto a Giancarlo Livraghi di rispondere a qualche domanda relativa al nostro modo di impiegare il tempo libero.




Pensa che la proliferazione della stupidità possa aver intaccato anche alcuni aspetti nelle attività umane legati al tempo libero?

La stupidità umana è sempre stata un problema diffuso. Oggi, più che una “proliferazione”, c’è una ripetizione e amplificazione dovuta alla crescita dei sistemi di comunicazione. Ovviamente l’abbondanza di risorse (quando sono usate bene) è un fatto positivo e offre anche strumenti per ridurre gli effetti della stupidità. Ma troppo spesso, specialmente nei mezzi centralizzati a grande diffusione, si ripetono con esasperante monotonia sciocchezze, manierismi, banalità e informazioni false o imprecise.

Tutto questo non riguarda solo il “tempo libero”, ma ogni genere di attività e di esistenza umana.


Si potrebbe dire che la stupidità agisca in una duplice direzione: da una parte sottrae tempo agli individui, e, dall’altra, porta l’uomo a riempire in modo poco soddisfacente il suo tempo libero?

Il “tempo libero” è una conquista recente nella lunga storia dell’umanità. Per millenni e’ stato il privilegio di pochi. Tutti gli altri avevano poco tempo di cui disporre liberamente e poche possibilità di usarlo fuori da abitudini più o meno “obbligate”, da ambiti ristretti di spazio fisico e da scarse possibilità di comunicazione.

Ora che abbiamo “tempo libero”... che cosa ne facciamo? Per quanto convinti si possa essere della necessità di leggere di più, approfondire meglio, è una pretesa esagerata e irragionevole che “tutto” il tempo libero debba essere dedicato a seri approfondimenti e arricchimenti culturali. È ragionevole, giusto e utile che ci sia spazio anche per il divertimento e lo svago. Ma è meglio evitare la monotonia. Non è solo intelligente, è anche divertente, uscire dall’ovvio e dall’abituale ed esplorare altre possibilità.

C’è anche, ed è serio, il problema del tempo che ci è sottratto da ogni sorta di “obblighi”. Dalle odiose lungaggini e ossessive complicazioni della burocrazia al tempo perso per ogni sorta di inefficienze fino alle “costrizioni sociali” dell’ambiente che ci circonda per cui ci “sentiamo obbligati” a perdere tempo con cose che in realtà non ci interessano. Può sembrare una tautologia, ma perché il “tempo libero” abbia valore occorre che sia davvero libero – e un po’ troppo spesso non lo è.


La teconologia, in particolare, dovrebbe permettere all’uomo di disporre di maggior tempo libero, eppure sembra che questo non sia sempre vero...

Le tecnologie sono strumenti. Sta a noi usarle bene. L’importante è che le tecnologie siano assoggettate, senza alcuna eccezione o permissività, alle esigenze umane – non viceversa. All’abolizione della schiavitù umana (purtroppo ancora incompleta) si deve provvedere anche con la spietata e inderogabile schiavitù delle macchine, mentre purtroppo molte tecnologie tendono (anche quando dichiarano l’intenzione contraria) a costringerci a obbedire alla loro stupidità. Ogni tolleranza verso questa inaccettabile oppressione dev’essere respinta, anche in piccoli dettagli, prima che una minuscola invasività o inefficienza si estenda a problemi più complessi.


Nell’ultimo capitolo del suo libro lei sostiene che non esiste terapia risolutiva per la stupidità: ci sarà però qualche consiglio da dare, anche solo relativamente al modo di trascorrere in modo più intelligente il tempo libero?

Non c’è alcuna terapia che possa estirpare del tutto la stupidità umana. Ma ci sono molti antidoti e rimedi che possono ridurne gli effetti. Uno di questi è la curiosità. Ognuno ha il diritto di usare il tempo libero come preferisce. Ma è meglio evitare di essere prigionieri delle abitudini. Ci sono infinite possibilità di sperimentare qualcosa di nuovo o diverso. Come ho già osservato, ma credo non sia inutile ripetere, uscire dal monotono e dall’abituale non è solo utile: è anche piacevole e divertente.






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