Il potere della stupidità
Kali

Un libro che stimola il pensiero
 
Recensione su Il Castellano – settembre 2007



Cesare Pavese ha scritto: «La lettura è una difesa contro le offese della vita» e mai frase si è meglio adattata a questo libro di Livraghi. È indiscutibile che la stupidità sia una grande offesa alla vita, ma è un’offesa che, purtroppo, il più delle volte rischia di passare inosservata, un po’ perché è troppo comune, un po’ perché, diciamocelo, fa comodo e un po’ perché, in fondo, non ci pensiamo più di tanto.

Comincio dalla fine. Cito le parole dell’autore nell’epilogo del suo libro “Il potere della stupidità”: «L’argomento che ho cercato di riassumere in questo libro è infinitamente complesso. Ed è inesauribile, perché ogni giorno scopriamo qualche maligno modo di manifestarsi della onnipresente stupidità umana».

Ognuno dei 25 capitoli del libro meriterebbe qualche osservazione, qualche riflessione ed anche un piccolo commento, ma lo spazio su queste pagine è limitato e un riassunto toglierebbe il piacere della lettura, quindi, il mio consiglio è di correre a comprarlo e in contemporanea di accendere il computer digitando gandalf.it immergendosi (perché qui non si tratta più di navigare) nella smisurata quantità di argomenti che Livraghi propone nel suo sito. Si parla del “fenomeno internet” sotto tutti i suoi aspetti di media della comunicazione, così come si parla della comunicazione in campo, sì, pubblicitario, ma anche riferendosi a quello “strano” rapporto tra esseri umani che, al giorno d’oggi, invece di migliorare le cose tende sempre più a complicarle. (Curiosità non da poco, Livraghi è stato uno di quelli che ha fatto i primi “Caroselli”, che dopo ... “tutti a nanna”).

[Alcune osservazioni sulla “sindrome di Carosello”
si trovano in gandalf.it/m/carosell.htm – n.d.r.]

Vi lascio navigare e torno al libro.

Ciò che più mi ha colpito e che poi dovrebbe essere la caratteristica di tutti i libri degni di questo nome è la possibilità che Livraghi ci ha dato per riflettere su un argomento, la stupidità, che ci circonda, della quale siamo pienamente consapevoli e che, a volte, sentiamo anche dentro di noi, ma che comunque non riusciamo, o non vogliamo, prendere in considerazione.

È un libro che stimola il pensiero e che, pagina dopo pagina, ci fa dire la frase tradizionale “È ovvio, come ho fatto a non pensarci prima?”. È un libro che ci parla, come se fosse lo stesso autore a essere lì davanti a noi, non sono pagine asettiche provenienti dall’alto di una torre d’avorio, perché (altra citazione): «Un libro è vivo solo quando il lettore lo fa vivere».

Livraghi osserva che il potere della stupidità è enorme e lo stupido che ha potere può essere molto pericoloso, ma, d’altro canto, non ci nasconde il fatto che molto (troppo) spesso viene considerato stupido colui che ha idee diverse dagli altri, ma non ha potere. Proseguendo nella lettura Livraghi ci fa capire come e perché la stupidità, nostra e degli altri, ci imbarazza mettendoci a disagio quando ci troviamo di fronte ad idee scomode o a pregiudizi al punto tale da considerare stupidi gli altri per evitare la fatica di un dialogo costruttivo seppur faticoso.

La fretta, l’abitudine, la paura, tre sorelle della stupidità: stupide singolarmente, ma devastanti se riunite in un corpo unico. La tecnologia, che sembra averci salvato dalle più terribili disgrazie dei nostri ultimi anni, funziona bene solo se sposata alla semplicità che, come dice Livraghi, «è una conquista ... non solo una soddisfazione intellettuale ... è un piacere estetico».

L’autore, comunque, ci mette in guardia sul fatto che, per quanto sia stato scritto moltissimo sull’intelligenza, pochissimo è stato fatto riguardo alla stupidità e, molto onestamente, tiene a precisare che questo suo libro, ben lungi dall’essere un trattato sulla stupidità, vuole limitarsi ad una serie di osservazioni sull’argomento, sui rischi connessi alla stupidità e sul modo di capirla, riuscendo così a ridurre, alla fine, la maggior parte di danni.

Per concludere tutto il discorso vorrei rivolgere un ringraziamento particolare alla Casa Editrice “M&A” di Pescara che ha curato la pubblicazione di questo libro, me l’ha gentilmente spedito insieme a tutte le informazioni che potevano essermi necessarie, che mi ha messo in diretto contatto con Giancarlo Livraghi e che mi ha spiegato quanto la loro linea editoriale sia quella di «Pubblicare libri che facciano pensare ... che muovano le idee ...». E questo non è certamente cosa da poco.

Insisto ancora su due siti da visitare:
gandalf.it   per tutto ciò che riguarda Giancarlo Livraghi e il suo lavoro
www.meaed.it   per le pubblicazioni di questa “piccola”, ma “grande” casa editrice.

Paolo Bassi





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