Il potere della stupidità
Kali
Capitolo 14


La stupidità e la paura


Le persone più audaci e coraggiose del mondo ci insegnano che è giusto e utile avere paura. Chi crede che nulla sia mai temibile non è coraggioso – è stupido. La paura, intesa come coscienza dei pericoli e dei rischi, è una forma di intelligenza. Non è quel genere di “sana paura” l’insidiosa alleata e complice della stupidità umana.

Ma ci sono forme, piuttosto diffuse, di paura che nulla hanno a che fare con un’accorta attenzione ai rischi o pericoli reali. Paura di essere, paura di capire, paura di sapere (che è una forma perniciosa di ignoranza).

Paura di pensare – o di avere un’opinione che non sia quella imposta dalle convenzioni e dalle abitudini. Paura di fantasmi o fantasie, di problemi immaginari. Paura di esprimere i propri sentimenti (da non confondere con la timidezza, che spesso è una caratteristica di persone sensibili e intelligenti).

Sono casi rari, patologici, esagerati? Proviamo a guardarci intorno e a guardarci dentro. Scopriremo che la paura insensata, ingiustificata, immotivata è molto più diffusa di quanto possa sembrare. E che nessuno ne è completamente indenne.

Accade abbastanza spesso che per fuggire da qualcosa che non ha alcun motivo di farci paura si cada in qualche vera trappola di cui non ci eravamo accorti.

Esistere e vivere vuol dire governare la paura. Saper tenere i nervi calmi, l’attenzione viva e la mente lucida quando c’è un pericolo reale. E toglierci di dosso le paure immaginarie.

Nel suo bel libro Totò il buono, per spiegare ai bambini come non aver paura del buio, Cesare Zavattini diceva: «nel buio c’è quello che c’è alla luce, solamente un po’ più grande». È giusto muoversi con più cautela al buio, ma non ha senso averne paura. E quante volte il buio è solo un’area oscura della nostra mente, qualcosa che non abbiamo ben capito e che perciò ci fa paura?

C’è anche la paura di decidere, di scegliere, di pensare con la propria testa, di avere o accettare responsabilità. È una forma, intenzionale o inconsapevole, di viltà. Si accetta o si subisce il potere altrui, ci si adegua alle opinioni dominanti o più diffuse, così se qualcosa non funziona possiamo addossarne la “colpa” a qualcun altro. In questa, come in altre situazioni, è evidente la parentela con l’abitudine e con la stupidità.

Può sembrare strano, ma c’è anche la paura di sapere. Più spesso di quanto si possa immaginare c’è un desiderio, cosciente o rimosso, di non sapere ciò che può farci nascere un dubbio o una perplessità. Di non conoscere ciò che temiamo di non capire. Di non uscire dal cerchio chiuso, ma confortante, dei pregiudizi e dei luoghi comuni.

Uno dei modi per mantenere le persone nell’obbedienza è suscitare la paura dell’ignoto o far sembrare spaventoso ciò che non conviene al potere. La minaccia dei cattivi educatori «guarda che chiamo il babau» è una forma perversa di esercizio dell’autorità – di cui spesso sono vittima anche gli adulti.

Può essere difficile renderci conto di quanto siamo abituati a questo genere di falsificazioni – talvolta intenzionalmente costruite e coltivate da chi vuole toglierci libertà di pensiero e di comportamento, ma anche passivamente nutrite da una congerie di “luoghi comuni” e di abitudini collettive.

L’intelligenza sta anche nel trovare un equilibrio, non sempre facile, fra due rischi contrapposti. Da un lato la paura di “non essere capaci” e la rinuncia a fare ciò che possiamo. Dall’altro l’illusione di poter fare ciò che è al di sopra delle nostre capacità – o che, nelle circostanze in cui ci troviamo, non è possibile.

È nocivo a sé e agli altri, cioè stupido, chi si arrende troppo facilmente – o chi, al contrario, ha la pretesa di “saper fare” quando non ne è in grado. Così come è stupido chi crede di non esserlo mai, ed è ignorante chi crede di sapere tutto, non è coraggioso, né consapevole, chi immagina di non avere mai paura.

Anche la persona più serena e ragionevole porta dentro di sé qualche ingiustificato timore. Anche la persona più sicura di sé ha qualche area di insicurezza – tanto più pericolosa quanto meno si è disposti ad ammetterla. Ed è interessate scoprire come persone piene di paure possano rivelare, in condizioni di reale pericolo o quando devono soccorrere qualcun altro, un imprevisto e straordinario coraggio.

Eliminare del tutto la paura è impossibile. Ma è possibile conoscerla, governarla, ridurne i danni. Capire le nostre paure (e quelle degli altri) è uno dei modi per essere meno stupidi. L’importante è non aver paura della paura. Spesso è meno difficile di quanto possa sembrare.

La paura, l’ignoranza, l’abitudine e la stupidità si nutrono a vicenda. Ridurre gli effetti di una delle “sorelle” vuol dire controllare meglio anche le altre.





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