Allegato a
“Applicare le leggi di Asimov”


Ci sono interessanti sviluppi
nella serie di “educative” vignette
che è cominciata nel marzo 2007
e poi è continuata in aprile.


Queste sono le cinque vignette
pubblicate da J.D. Frazer (“Illiad”) dal 19 al 23 marzo 2007.

vignetta 1
vignetta 2
vignetta 3
vignetta 4
vignetta 5
 
Copyright © J.D. Frazer “Illiad” – 2007


Miranda Corneille, che è il principale personaggio femminile in questo ambiente, chiede a Mike Floyd, che è un tecnico, che cosa sta facendo. Mike le spiega che ha deciso di programmare un frigorifero in modo da poter ricevere le lattine di birra senza alzarsi dal divano (il telecomando ha una variante burst mode per una distribuzione estesa quando c’è una festa).

Constatato che il lancio delle lattine è pericoloso, Mike decide di inserire nel software la Prima Legge della Robotica.

La conseguenza è che smette di funzionare “perché la birra può far male agli umani”.

Mike modifica la regola introducendo un’eccezione “fuorché quando c’entra la birra”.

Qui la serie delle vignette, per il momento, finisce, ma è ovvio che in quel modo si ritorna al punto di partenza.

La “morale della favola” è evidente.


Più tardi, il 3 aprile 2007, “Illiad” è ritornato sull’argomento con questa vignetta.

vignetta 6
 
Copyright © J.D. Frazer “Illiad” – 2007

Dopo vari tentativi Mike è riuscito a manipolare le Leggi di Asimov nel software che controlla il frigorifero. Così la macchina lancia la lattina, in modo meno traumatico, mentre emette un avviso: «ecco la tua la birra, ma ti potrebbe uccidere». Un’ovvia metafora non solo degli “avvisi” che si trovano sui pacchetti di sigarette e su ogni sorta di prodotti, ma anche dei compromessi con cui si possono eludere o “aggirare” le leggi.

Ma la piccola saga non è finita. Una nuova serie di cinque vignette sullo stesso tema si è svolta dal 17 al 21 aprile 2007.

vignetta 7
vignetta 8
vignetta 9
vignetta 10
vignetta 11
 
Copyright © J.D. Frazer “Illiad” – 2007
 

Insieme a un altro personaggio, Sid Dabster, Mike trova in giro frammenti dispersi del frigorifero lancialattine, mentre A.J. Garrett si chiede perché sia scomparso il suo cannoncino a binario magnetico. Si scopre che è entrato in gioco un computer (si chiama Erwin ed è un’immaginaria forma spontanea di“intelligenza artificiale”).

Erwin ha deciso di “migliorare” l’invenzione – e ha costruito una macchina con il nome preoccupante di Waldo Frankenfridge (frigo Frankenstein). E poi... perché Erwin è in un bar ad aspettare che il suo amico Stef Murky voglia una birra? Quando Stef la chiede, che cosa si mette in moto? Perché c’è un tracciante laser e dove sta puntando?

A questo punto la storia si complica. Nel bar ci sono due mostruosi personaggi, Cthulhu e Hastur (anche questi ricorrenti nelle vignette di “Illiad” – derivati dalle storie horror di Howard Phillips Lovecraft) che sono ironiche incarnazioni del “male” e si preoccupano dell’ambiguità del loro ruolo. Hastur ordina una tripla birra ...  [qui la storia si interrompe]


Sembra che l’autore abbia deciso di non spiegare la situazione e di lasciarla interpretare ai lettori. Un’ipotetica “intelligenza artificiale” ha dato alla macchina un comportamento disumano? O sono in gioco intenzionali “malvagità” tecnologiche?

Se dalla fantasia ritorniamo alla realtà, non è difficile constatare che spesso i due fattori si mescolano, provocando ogni sorta di complicazioni e di problemi.



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