Offline Riflessioni a modem spento

Timeo Danaos

et incentiva ferentes

Dicembre 1998

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  Giancarlo Livraghi

gian@gandalf.it
 
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  Pim pam perepé patapum... mamma mia, che cosa succede? Calma, ragazzi, è la solita banda. Ma è cambiata la musica. Questa volta lo "sbandone" dei nostri ondeggianti mass media sembra dedicato a parlar bene dell’internet. Con lo stesso strabordante fracasso con cui ieri ci dicevano che era un covo di pedofili, intrusi e malfattori... adesso ci spiegano che è il nuovo paradiso delle famiglie.

Raccontano che questo natale sarà tutto elettronico; che si regaleranno libri comprati in rete, videogiochi, computer, modem e connessioni internet. Chi un mese fa stava ancora a dire che "il più grande business in rete è la pornografia" oggi esclama "sorpresa! sono il software e i libri".

Dobbiamo essere contenti? Forse si. Trovo sempre un po’ irritante la superficialità, ma è sperabile che tutto questo segni un cambiamento di rotta; che aiuti a diffondere davvero l’uso della rete e a farla concepire come qualcosa che può far parte della vita quotidiana invece di un costoso e astruso giocattolo per tecnomani. Ma prima di lasciarci incantare da feste e cotillon credo che sia opportuna qualche meditazione.

Perché la banda ha cambiato musica? Non vorrei sembrare maligno se dico che la svolta è stata ispirata da due fatti. L’improvvisa "benedizione" papale, che ha preso in contropiede chi vedeva la rete come la via dell’inferno. E l’ondata pubblicitaria di TIN.

Sappiamo che la Telecom sta investendo decine di miliardi in promozione e pubblicità per un motivo egoistico e poco nobile: allargare la sua "posizione dominante" prima che la reazione degli altri provider e la denuncia all’antitrust possano rendere più aperta la concorrenza. Molti, e non a torto, criticano la superficialità della campagna e la falsità delle promesse. Tuttavia (in base al principio, grossolano ma purtroppo vero, del "tutto fa brodo") si può dire che, per quanto confuso e banale sia il modo di esprimersi, tutto questo può dare un impulso alla diffusione della rete e creare una base allargata su cui (speriamo) costruire in modo non troppo superficiale.

Intanto, con toni più meditati, sentiamo le autorità politiche e amministrative dirci che si rendono conto dei problemi, che l’Italia non può e non deve rimanere "l’ultima ruota del carro" nella rete, e che quindi bisognerà aiutare la crescita. Fin qui... "meglio tardi che mai". Si parla di "incentivi"; anche questa potrebbe essere una buona idea. Ma... ci sono alcuni ma. (Per chi fosse interessato a un approfondimento su questo tema, c’è un mio recente articolo su InterLex).

Prima di festeggiare, secondo me, dobbiamo chiederci quali incentivi. C’è un "allegato" alla legge finanziaria, molto vago e poco chiaro. Esperienze precedenti ci dicono che è meglio guardar dentro al pacchetto per vedere com’è fatto il regalo. Chi sarà "incentivato" e come? Chi avrà un vantaggio da eventuali manovre tariffarie, chi ne avrà un danno, chi ne sosterrà il costo?

C’è nell’aria un’altra proposta, che mi sembra strana. "Rottamazione". A che cosa potrebbe servire? Chi ha già un computer non ha alcun bisogno di cambiarlo per potersi collegare alla rete. Chi non l’ha, dovrebbe essere aiutato a trovarne uno che non costi troppo. Qui si tratta di allargare l’uso della rete (e delle altre cento cose che si possono fare con un computer) a chi non ce l’ha ed è preoccupato del costo e delle difficoltà tecniche; non di rinnovare il "parco" esistente per installare macchine inutilmente costose e complesse.

E intanto si parla di regole e controlli che potrebbero soffocare il (forse) nascente "commercio elettronico" in un mucchio di pastoie e burocrazie...

Insomma, godiamoci la festa. Ma teniamo gli occhi aperti, perché fin dai tempi della guerra di Troia è meglio, quando ci promettono regali, cercar di capire che sorpresa c’è dentro.

 

   

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