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Giancarlo Livraghi gian@gandalf.it |
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Un signore che chiameremo Arturo va in stazione e chiede un biglietto per Marte. Gli dicono che quella destinazione non c'è. Arturo insiste... dopo una lunga consultazione risulta che ci sono Marta, Martel, Martebo, Martelange, Marten... ma non Marte. Arturo se ne va bofonchiando: "le ferrovie non funzionano". C'è un treno in partenza per Monza, dove ci sono cose molto interessanti per lui; ma lo perde, perché stava a discutere su Marte. Intanto qualcuno ha telefonato da New York, per fargli una proposta non meno interessante; ma Arturo è così preso con Marte che ha dimenticato di mettere la segreteria. Sua moglie, che lo crede partito, è andata al cinema (o almeno così dice quando torna a casa, con un sorriso malizioso che potrebbe indurre a pensar male). L'americano, spazientito, ha chiamato un altro numero e si è messo d'accordo con un suo concorrente. Immaginario? Si. Ma la realtà è peggio. Perché chi si affida a qualcuno dei molti Dulcamara che ci sono in giro compra il biglietto, lo paga un prezzo abbastanza salato, monta sul treno e dopo un po' si trova in lande sconosciute e deve fare l'autostop per tornare a casa. E magari è la moglie ad avere ingiusti, ma comprensibili, sospetti sulla sua imprevista assenza. In quale strano posto succedono queste cose? Qui, intorno a noi, quando si tratta della rete. La stragrande maggioranza delle persone e delle imprese, quando qualcuno cerca di vendere un biglietto per Marte, decide che non ha tempo da perdere, visto che non c'è ancora una base nemmeno sulla Luna. Ma qualcuno ci casca; e la sua triste storia finisce per essere un deterrente che scoraggia molti dal comprare un onesto biglietto per Monza - o un utile (e non molto costoso) volo per New York. Questa "spirale della delusione" è uno dei principali motivi per cui l'attività delle imprese in rete non decolla. Ma gli improvvidi venditori di percorsi verso il nulla non si arrendono; continuano a proporre l'impossibile, e sembra perfino che credano in quello che dicono. Eppure la soluzione è semplice... Prendiamo un biglietto per Monza. Cioè, fuor di metafora, cerchiamo di capire che non ci importa nulla di sapere se gli utenti internet nel mondo sono 50 o 100 milioni e se in Italia sono 500 o 800 mila. Tanto, non potremo mai raggiungerli tutti. Se ci dimentichiamo le follie numeriche e ci concentriamo sulle possibilità reali, possiamo scoprire che una comunità online di 200 persone può essere molto importante. Qualche volta perfino se si tratta di "commercio elettronico". Ma chi l'ha detto che dev'essere commercio? Ci sono infiniti modi in cui le reti (che sono fatte di persone, non di computer) possono essere utili per una migliore organizzazione e per il successo di un'impresa. Altrettanto semplice è l'altra soluzione: "prendiamo un biglietto per New York". Cioè andiamo là dove esiste davvero un mercato online. Estremamente competitivo, ma non inespugnabile. La storia di molte imprese, anche piccole, in Italia è fatta dalla loro capacità di trovare una "nicchia", o un punto di superiorità, e competere con successo in ogni angolo del mondo. (L'esempio non è esatto, perché non è a New York la massima concentrazione della rete negli Stati Uniti; ovviamente non si tratta di una particolare città, ma di tutto il mercato americano e anche di altre parti del mondo). Il bello è che se ci si afferma in America, o in generale in giro per il mondo, si fa esperienza e si costruiscono le competenze, gli strumenti e le "economie di scala" per poter operare bene in rete; e poi quelle risorse possono essere usate anche per fare i "pionieri" in Italia aprire una strada anche da noi, senza fretta e senza l'angoscia di dover recuperare tutto l'investimento nel nostro minuscolo mercato. Difficile? Concettualmente, no. Ma in pratica richiede molto impegno, pazienza,
fantasia e ostinazione. E quell'istinto, quell'intuizione, quella capacità di capire che
si costruisce soltanto vivendo quotidianamente la rete. Credo che chi non si diverte, per
conto suo, a stare in rete, non ne capisce l'umanità e la cultura, ha scarsa probabilità
di farne una fonte duratura di guadagno. I migliori liutai sono quelli che amano
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