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Giancarlo Livraghi gian@gandalf.it |
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Suonano sempre più stonate, ma non abbassano il volume, le fanfare che inneggiano al favoloso futuro del "commercio elettronico" in Italia . Ma le imprese fanno "orecchi da mercante"; oppure insistono perché si faccia qualcosa di superficiale e inutile, come metter su un sito web "tanto per esserci" e senza aver capito come usarlo. Perfino in Inghilterra, dove sono molto più avanti di noi in fatto di rete, un recente
studio di Fletcher Research conferma ciò che risultava anche da analisi precedenti: le
imprese sono confuse, non capiscono l'utilità della rete, si limitano a mettere online
una brochure Quasi tutti gli imprenditori (o manager di grandi imprese) che conosco sono tutt'altro che sciocchi; e tutt'altro che chiusi alla tecnologia e all'innovazione. E allora, dobbiamo chiederci, perché si comportano in modo così irragionevole? Perché hanno poco tempo da perdere con cose che non capiscono; e perché il disordinato fracasso che circonda la rete, con una velenosa mescolanza di tecnomitologie e tecnofobie, induce una sana dose di diffidenza anche nel più coraggioso innovatore. Credo che sia venuto il momento di un severo esame di coscienza da parte di chi "forma cultura". Dalle università ai convegni, dalla stampa alla televisione, si è troppo diffusa l'eco di fantastiche promesse che nessuno può mantenere. Troppi numeri mirabolanti, troppe offerte di inefficaci panacee, troppe applicazioni grossolane di modelli che non funzionano neppure in America Ð o che non trovano riscontro nella nostra cultura e nella nostra economia. Troppa l'enfasi sul "commercio elettronico" come se potesse trovare immediata diffusione in un paese che non ha una tradizione di acquisti per posta e dove la rete ha ancora una diffusione limitata Ð e soprattutto come se fosse l'unico modo di usare la rete per la crescita e il successo di un'impresa. È venuto il momento di fare discorsi più sobri e più concreti, per cominciare a
risalire la china del baratro culturale in cui siamo caduti. Un'inversione di tendenza:
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