Un articolo su "PC Professionale"
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Presentata a Napoli, nellambito di un convegno promosso da AIIP
(Associazione Italiana Internet Provider) alla fine di ottobre, Euroispa (European
Internet Service Provider Association) è il primo network europeo delle associazioni di
Internet Provider e raccoglie i contributi delle organizzazioni di Francia, Germania,
Italia, Inghilterra, Spagna, Belgio e Paesi Bassi. Come ha spiegato il presidente dellAIIP, Marco Barbuti, scopo della federazione è il coordinamento europeo, la rappresentanza nelle sedi istituzionali; la promozione e sviluppo dellinternet nel quadro della liberalizzazione delle telecomunicazioni nel 1998. Al convegno, a cui hanno partecipato fra gli altri il sottosegretario Vincenzo Vita (che sostituiva il ministro Antonio Maccanico) e il commissario europeo Emma Bonino, si sono ascoltati diversi interventi, in prevalenza orientati al ruolo dei provider comera naturale aspettarsi, anche se la mancata presenza di una rappresentanza degli interessi degli utenti e dei cittadini ha lasciato un senso dincompletezza alliniziativa. Sono stati fatti alcuni accenni alle istanze che le associazioni per i diritti dei cittadini e dei consumatori portano avanti da tempo; ma sarebbe stato meglio sentire direttamente la loro voce . Nella seconda parte del convegno si è discusso a lungo di regolamentazione e "autoregolamentazione". Sono andate un po deluse le speranze di chi credeva di poter portare avanti spinte repressive e di censura nei confornti della rete. I rappresentanti degli ISP, italiani e internazionali, hanno ripetuto che è inutile e dannoso prevedere regole, leggi o norme specifiche, quando i comportamenti delle persone e delle imprese sono già regolati dalla legislazione che si applica in rete come in qualsiasi altra attività umana. È stato anche ribadito che la libertà della rete è un valore molto importante e va difeso a tutti i costi; la difesa dei "deboli" o la repressione di attività illegali non possono giustificare alcun intervento che possa essere lesivo della libertà di espressione o della riservatezza della comunicazione personale. Anche ladozione di "filtri", che qualcuno prima di quel convegno applaudiva come un bene sociale, è stata sottoposta a una critica severa. Qualsiasi tentativo di "classificare" i contenuti è inevitabilmente il riflesso di una specifica cultura o filosofia, e quindi nessuno può arrogarsi il diritto di proporre un criterio "valido per tutti"; se davvero esistesse una molteplicità di "classificazioni"dei contenuti, ognuna chiaramente identificata per la sua origine e la sua tendenza culturale, leventuale adozione di tali criteri potrebbe giustificarsi solo come libera scelta dei singoli e mai come qualcosa di imposto da intermediari, come per esempio i provider. Insomma in forte contrasto con le opinioni che sono state troppo spesso riprese e gonfiate dai grandi mezzi di informazione (e anche con alcuni progetti di legge in corso d esame parlamentare, per non parlare delle"non buone" leggi già esistenti) è stato riaffermato che i presunti "pericoli" sono in realtà una parte infinitesimale della rete e che, se difesa ci deve essere, può nascere solo da una corretta informazione ai cittadini. Putroppo ancora una volta questa è stata interpretata un po pedestremente come "alfabetizzazione" tecnica, mentre si tratta di una più profonda "acculturazione". Se non altro però è stato riaffermato con forza il diritto/dovere di cittadini, famiglie ed educatori di sapere come gestire le loro scelte, anziché essere oggetto passivo di uninopportuna "tutela". Speriamo che alle parole, tante volte dette, seguano i fatti. |
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