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Mentire con le statistiche


Statistica, numeri
e l’arte di mentire


Recensione su Liberazione – 17 agosto 2007



A più di cinquant’anni dalla sua uscita negli Stati Uniti esce per l’editore Monti&Ambrosini la versione italiana di How to Lie with Statistics ovvero Mentire con le statistiche di Darrell Huff (pp. 204, euro 15).

È uno strumento di autodifesa, un vademecum per smascherare gli errori, se non le manipolazioni, tipiche di questo tipo di comunicazione. È un libro famosissimo, probabilmente il più venduto libro di statistica al mondo, e ha dato l’inizio a un fortunato filone pubblicistico praticamente ignoto qui in Italia.

Perché abbiamo dovuto attendere così tanto per avere un’edizione italiana? Eppure anche qui ogni giorno siamo sommersi di numeri e grafici citati spesso senza le giuste cautele ma più che altro per impressionare l’ascoltatore. Gli esempi non mancano.

Durante l’ultima campagna elettorale uno degli argomenti usati dalla propaganda di Forza Italia fu che nel 2006 il reddito medio degli Italiani era pari a 27.119 dollari mentre nel 2001, anno in cui si era insediato il governo Berlusconi, esso era stato di 24.670 dollari. Una crescita per ogni italiano di quasi 2.500 dollari! Sempre in quel periodo e sempre Forza Italia ha sostenuto che grazie al governo Berlusconi la pressione fiscale era scesa dal 44.5% del 1997 al 41.8% del 2004. Quasi tre punti percentuali in meno!

Vedremo più avanti dove sta l’inghippo, per entrambi i casi. Però si badi bene che il problema non è limitato alla politica, ma riguarda anche, e soprattutto, i mezzi di informazione.

Quante volte sui giornali avete letto che «i prezzi sono in calo» dopo che dall’ultima rilevazione Istat risulta che il tasso di inflazione è sceso (pur rimanendo ampiamente positivo)? E che dire dell’immancabile servizio del Tg2 che ci rivela che quest’anno «ben 5 milioni di italiani (sono tanti? sono pochi?) andranno in vacanza a Ferragosto?».

Ovviamente non è immune la pubblicità, anche se su questo vigila l’Autorità Garante della Concorrenza. Tempo fa un prodotto anti-cellulite veniva reclamizzato con la seguente frase: «Studi clinici universitari hanno dimostrato in 40 giorni una riduzione della circonferenza di fianchi e cosce da 1 a 2,5 cm». Peccato che lo studio clinico fosse effettuato da una struttura privata e riguardasse solo 15 soggetti.

Perché allora è passato tutto questo tempo? Davvero l’italiano medio, altro termine statistico abusato, di fronte a chi gli propina un numero o un grafico rimane a bocca aperta senza porsi alcuna domanda su quello che ha appena sentito?

Se la risposta è sì allora Mentire con le statistiche è il libro per l’italiano medio. Scritto con uno stile spigliato e per niente dottorale (peraltro l’autore non aveva una preparazione accademica in statistica) che rifugge da formule e dimostrazioni, il testo di Huff svela i principali trucchi nei quali possiamo imbatterci.

Le frecce all’arco del comunicatore incauto, o peggio truffaldino, sono molte: errori campionari nascosti, oculata selezione della media, significatività e precisione delle stime omesse, grafici ingannevoli, correlazioni accidentali spacciate per cause. Però bastano i dieci capitoli di questo agile volumetto a illuminare il lettore incauto e a fornirgli qualche arma in più per difendersi.

Ovviamente cinquant’anni passano per tutti e i curatori dell’edizione italiana, Giancarlo Livraghi e Riccardo Puglisi, dove possibile hanno cercato di ricondurre alla realtà dei nostri giorni i numerosi esempi di cui è corredato il libro. Una felice scelta dei curatori è stata quella di mantenere le vignette originali di Irving Geis oltre alla possibilità, per chi ne avesse voglia, di approfondire alcuni aspetti presentati dal libro in un apposito sito web.

Insomma, come scrive Huff nel suo libro, bisogna sempre dare una seconda occhiata alle statistiche e non fermarsi alla prima. E non sarebbe difficile svelare gran parte di questi imbrogli se solo ci concedessimo un momento per riflettere.

Così di fronte a qualcuno che spara numeri e conclusioni, Huff consiglia di porsi le cinque domande chiave: chi lo dice? Come fa a saperlo? Manca qualcosa? Le conclusioni sono giuste? Tutto ciò ha un senso?

Per esempio nel primo dei due casi relativi all’opuscolo propagandistico sopra menzionato, Forza Italia non citava la fonte dei dati. Primo campanello di allarme. Quando fu rivelata l’origine della statistica, l’Ocse, si scoprì che la metodologia impiegata impediva il confronto tra i due redditi visto che le cifre non erano corrette per l’inflazione. E nel secondo caso l’analisi di tutta la serie dei dati nel periodo citato rivelava come il calo della pressione fiscale fosse in realtà avvenuto quasi tutto tra il 1997 e il 2001 ossia con il centrosinistra al governo.

Diceva Borges che bisogna diffidare della democrazia in quanto è un curioso abuso della statistica. Leggendo il libro di Huff appare chiaro che l’importante in democrazia è non farsi abusare con le statistiche.


Edoardo La Sala





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