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Mentire con le statistiche


Certo, certissimo, anzi probabile


Recensione su Jekyll
“Comunicare la scienza”
SISSA – Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati
23 agosto 2007



«L’essere umano medio ha una mammella e un testicolo». Non possiamo fare a meno di sorridere di fronte a questa affermazione, eppure, secondo la statistica, è la sacrosanta verità.

E non perché la statistica sia una scienza indegna di questo nome, bensì perché i suoi risultati si prestano particolarmente a essere distorti e manipolati.

Mentire con le statistiche, edizione italiana di How to lie with statistics di Darrell Huff, sociologo e giornalista, ci svela come avvengono queste distorsioni.


Un successo mondiale

Dal 1954 a oggi ne sono state vendute più di 500 mila copie in tutto il mondo, un record per un libro che parla di numeri, calcolo delle probabilità e statistiche.

Nel 2005, poi, anche il mondo accademico ne ha riconosciuto ufficialmente il valore con un articolo celebrativo pubblicato sulla rivista dell’Institute of Mathematical Statistics.

Il titolo potrebbe far pensare a una specie di manuale per novelli truffatori, o, al contrario, a un manifesto contro i sondaggi e gli usi indiscriminati che ne sono stati fatti da cinquant’anni a questa parte. In realtà il libro non è niente di tutto questo: è semplicemente un ottimo esempio di divulgazione scientifica.


Un libro prezioso

I curatori dell’edizione italiana sono Riccardo Puglisi, docente di metodi statistici al Mit ed editorialista del Sole 24 ore, e Giancarlo Livraghi, scrittore, giornalista ed esperto di comunicazione e marketing. I due co-autori hanno arricchito il libro con interessanti riferimenti a casi italiani e hanno provveduto a rendere attuali alcuni valori (prezzi, indici di inflazione e cambiamenti economici), altrimenti poco comprensibili al lettore di oggi.

Puglisi definisce Mentire con le statistiche “un libro prezioso”, perché “contiene insegnamenti terribilmente utili” per capire il reale il significato dei numeri e delle deduzioni delle statistiche, molte volte – più o meno volontariamente – ingannevoli e devianti.

Giocare, per esempio, sulle omissioni del tipo di campione, delle modalità di raccolta dei dati e sul reale significato (quando esiste) di un’analisi statistica, serve a infondere nel pubblico un falso senso di certezza e di credibilità.


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Statisticolazione, ovvero
la manipolazione delle statistiche

L’autore si serve di esempi reali, presi da fonti tra le più autorevoli (Newsweek, Time, pubblicazioni di enti di ricerca, università e uffici statali) e dimostra come il destinatario del risultato di una statistica sia in realtà una potenziale vittima di una trappola tesa dai cosiddetti “furbetti della statistica”, chi vuol cioè dimostrare soltanto una parte della verità.

Il linguaggio chiaro e divertente e i disegni di Irving Geis, famoso illustratore scientifico, rendono la lettura piacevole e fanno dimenticare che quello che si ha tra le mani è un manuale di statistica.


L’arte di dare una seconda occhiata

Darrell Huff consiglia quindi ai suoi lettori di dare una “seconda occhiata”. Di fronte alle martellanti informazioni statistiche con cui i media ci bombardano (negli anni Cinquanta c’erano solo i giornali, ma oggi si sono aggiunte la televisione e il web), l’uomo comune deve agire con spirito critico, anche se talvolta può costare un po’ di tempo e fatica in più.

Chi ha realizzato il sondaggio? Ci sono degli interessi particolari nel voler dimostrare una determinata tesi? Queste alcune delle domande da porsi per mettere alla prova dati e statistiche ma, attenzione, perché intuizione e buon senso spesso non bastano.


Marina Semiglia





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