Rosa dei venti

I Garbugli della Rete - 4
ottobre 1996

Il pendolo di Ermete
e l’arte della leggerezza

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Ermete Trismegisto, secondo la tradizione egizia e orfica, insegnava la Legge del Pendolo. Se qualcosa si spinge troppo in un senso, produce una spinta contraria.

Il pendolo dell’informatica e della telematica ha un’oscillazione violenta verso la pesantezza.

Processori sempre più potenti, dischi sempre più grandi. Ci precipitiamo a riempire l’enorme ventre dei nostri computer con software sempre più grassi. L’abbuffata sembra senza limite.

La stessa cosa succede nei collegamenti. Fino a poco tempo fa c’era chi navigava con un Commodore 64 e un modem a 2400 bps. Oggi ci sentiamo dire che un Pentium 133 con un gigabyte di disco e 16 megabyte di RAM sarà considerato entry level prima della fine di quest’anno; e si comincia a pensare che un modem a 28.800 bps non sia più sufficiente.

Le mitiche “autostrade” si piegano sotto il peso di un traffico carico di immagini, animazioni e ingombri di ogni sorta. Si avvicina il giorno in cui dovremo pensare a collegarci direttamente a un satellite, con una scheda-dati da non meno di 64 kbyte e con quella “larga banda” che qualcuno metterà in piedi per farci passare la televisione digitale.

Questo processo puņ continuare all’infinito? Credo di no.

Ieri ho chiesto a un rivenditore se è vero che fra poco si butteranno via i 486. Mi ha risposto che alcuni suoi clienti dicono «per quello che devo fare basta un 386 e voglio pagarlo il meno possibile». C’è chi sta organizzando il recupero di macchine usate con prestazioni più che sufficienti per molti usi concreti.

Cresce il numero dei fornitori di software “leggeri”, in concorrenza con quelle masse pletoriche che vengono offerte dai grandi produttori. Ci sono operatori sharewareche non si possono più definire “piccoli”, e cominciano a entrare in quel territorio che sembrava dominato da arrancanti pachidermi malati di cirrosi. Offrono prodotti che con un decimo dell’ingombro (e dei problemi) fanno tre quarti di ciņ che fanno i software pesanti: cioè molto di più di ciņ che serve al 99 per cento degli utilizzatori.

Leggo nella rete che c’è una crescente tendenza a diffidare degli upgrade, che spesso offrono solo complicazioni senza dare alcun vantaggio rispetto alla versione precedente.

Penso che non sia lontano il giorno in cui l’informatica e la telematica si divideranno in due tendenze, diverse e contrapposte.

Guardate, per esempio, la nautica da diporto. Se andate per mare vedete grosse barche a motore, con a bordo ogni sorta di aggeggi, compreso un televisore a colori con disco satellitare, una lavatrice, l’aria condizionata... stanno quasi sempre in porto con un cavo attaccato alla corrente; quando sono in rada hanno un generatore perennemente acceso. Fanno la felicità di meccanici e elettricisti, perché più marchingegni hai, più spesso si guastano.

Vedete anche barche a vela con generatori eolici e solari, che navigano più spesso e hanno consumi elettrici ridotti al minimo. So per esperienza che su una barca di questo tipo è perfettamente possibile usare un computer e anche collegarsi “via etere” con la rete.

Il primo genere di barche puņ appartenere solo a persone che hanno molti soldi da buttar via. Ma è anche la scelta di chi non ha alcuna voglia di andare davvero per mare, vuol solo avere una specie di villa galleggiante.

Mi sembra di veder nascere un’analoga divisione anche nel mondo dei computer e delle reti. Chi continuerà a inseguire la moda dell’abbuffata, e chi invece cercherà una dieta più snella. Così come vediamo, nel centro di una città, chi usa un enorme fuoristrada per andare a prendere il caffè, e chi invece arriva in bicicletta.

Nelle famiglie chi vuole una macchina più impegnativa spesso è un ragazzino. Papà e mamma possono usare un word processor o uno spreadsheet sul loro vecchio computer. Ma i giochi... sempre più carichi di animazioni, testi parlati, orpelli inutili ma tanto di moda. Anche in questo campo dovrebbe esserci un ripensamento. Come la riscoperta (e, spero, la produzione ex novo) di giochi interessanti e divertenti, e anche di programmi educativi, ricchi di contenuto quanto scarsi di ingombro.

È naturale che , in un modo o nell’altro, il pendolo torni indietro. E se intanto ognuno di noi gli desse una spintarella, o privatamente evitasse di soffrire di indigestione... ci troveremmo più leggeri, più flessibili, meno spesso afflitti da tutti quei malanni che infestano i software troppo complicati. In più, una certa quantità di denaro si ritroverebbe nelle nostre tasche, anziché in quelle di Bill Gates o dei fabbricanti di hardware – e anche questa non mi pare una cattiva idea.  :-)


Nota: sugli sviluppi desiderabili di una tecnologia più leggera, meno costosa e più efficiente vedi il garbuglio di dicembre 1997


 

   
 
Giancarlo Livraghi
gian@gandalf.it
  settembre 1996
 



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